Sei radici, sei radici, oh, sei radici 1,
accompagnare sembra facile e non lo è
sulle spalle è pesante il fardello, è penoso,
ah! Purifichiamo le sei radici, purifichiamo le sei radici.
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[da «la Canzone dello sballottamento del sordo»]
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«Alle montagne succedono le montagne. Ovunque si vada, non ci sono che montagne»,
con questo senso, quasi estenuante, di chiusura eppure di continuazione del paesaggio, contenente fin da subito lo spazio dell’uomo anche se in forma impersonale (“ovunque si vada”) , inizia la voce corale di questo romanzo che intaglia il mondo in diverse modulazioni di canzone, e lo fa passando di bocca in bocca, attraverso la voce che ora secca, ora slitta, aggiunge, cancella, modifica, strofe alla canzone comune dell’esistenza, il cui ordito di amore, crudeltà, astuzia, coraggio, fiducia, pietas,… viene di volta in volta scoperto, ricoperto, tramandato, affidato come munus alla comunità e al mito. Continua a leggere →
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