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Agnès Godard, Elodie Bouchez, Erick Zonca, Francine Massenhave, Frédérique Hazard, Grégoire Colin, Jo Prestia, Louise Motte, Lyazid Ouelhadj, Murielle Colvez, Natacha Régnier, Patrick Mercado, Roger Bohbot, Virginie Wagon, Yannick Kergoat, Zivko Niklevski
Se l’angelo fosse una creatura di qui quale sarebbe il suo aspetto? Quale il risultato visibile della sua forma? Il suo sguardo sulle cose? Il mondo che vedrebbe a dispetto dell’evidenza? Nella realtà Isa e Marie sono due emarginate nel senso veritiero in cui lo sono gli spiriti irregolari. Si incontrano, capiscono al volo la loro sorellanza. Finiscono per abbandonare il lavoro che le lega alla realtà vessatoria del loro ceto sociale infimo. E si librano in un volo potenzialmente suicida. Il film di Erick Zonca ha un impianto narrativo portentoso al di là dei quadri volutamente dimessi che rappresentano gli ambienti. Lo svolgersi è il corsivo di una speciale elettricità che emanano i movimenti di Isa frammista a una regia che scova nel dettaglio della pelle, degli sguardi, nelle pieghe degli abiti la disperazione febbrile, quasi epica, di Marie. Il film principalmente si dà a questo incrocio, è la costante atmosferica che serve alla narrazione per dire molto di più dei fatti. Lille, in cui è ambientato, è una città, cioè sguardo al limitare ossesso dei propri parametri, tuttavia la città degli angeli è fatta soprattutto di vie sfuggenti alla toponomastica. Accade perciò che Isa, praticamente una vagabonda abbia la virtù divina dello scherzo epifanico che la irradia come una costante e la rende capace di tutto, anche di disegnare la geometria cromatica che farà risvegliare Sandrine, una coetanea che neanche conosce, dal coma, ponendosi semplicemente al suo tavolo. Continua a leggere
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