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Chiunque ristagni anima e bagagli (ovviamente mai fatti) nel brutto vizio di non muoversi e basta –nemmeno d’un passo– dalla propria vita, non può che avere pensieri statici, inevitabilmente dediti (è il minimo!) ad una paralisi plenaria e preconcetta. Invece Armando Romano –uomo “caratterizzato” di sicuro da un’esistenza tutt’altro che incolore o indolore, e votata anzi (mi sembra di capire) a viaggi instancabili attraverso i più vari e assortiti panorami geografico-mentali– preferisce il moto fantasioso e perpetuo della curiosità, bravissima in ogni occasione a rivelarsi per ciò che è realmente: un casto desiderio di libertà. La stessa –di sogno e parola– con cui Romano descrive (nel giro di un’intera, piccola silloge) Continua a leggere
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