il vero non ha fonte da cui sorge
la favola ci dice meraviglia
quest’epoca di troppo è fuori dalla storia
andiamo vieni via
ti porto dove non
Marianne Moore il mondo se lo figurava come ciò che non è affatto nostro se non per atti di “possesso immaginari”. Personalmente l’ho sempre inteso così il mondo visto dall’ottica di chi scrive poesia, e il poeta, un essere necessariamente provvisorio nell’ambito di un alfabeto condiviso.
Tuttavia a volte, in alcuni poeti, si vede il patire un’intenzione. Un’intenzione di scrivere poesia che può essere originale, congegnata più o meno abilmente o magari ricalcata poiché ammirata altrove, nel discorso poetico altrui, ma non si avverte, in questi poeti, quasi mai, il patimento di un proprio ritmo, cioè di un tempo isolato che non potrebbe essere altrimenti, senza particolari intenzioni estetizzanti. Continua a leggere
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