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Sull’haiku segnalo il secondo passo di Roland Barthes pubblicato su Imperfetta Ellisse di Giacomo Cerrai:
“Pubblico qui la seconda parte delle riflessioni, non sono semiologiche ma anche linguistiche e filosofiche che Roland Barthes dedicò all’haiku nel suo noto libro “L’impero dei segni”. La prima parte è stata pubblicata qui
L’ESENZIONE DEL SENSO
Lo zen, nella sua completezza intraprende battaglie contro ogni prevaricazione del senso. È noto che il buddismo elude la via fatale di ogni asserzione (o di ogni negazione), raccomandando di non esser mai preda delle quattro proposizioni seguenti: questo è A,- questo non è A, – questo è ad un tempo A e non-A, — questo non è né A né non-A. Ora, questa quadruplice possibilità corrisponde al paradigma perfetto, quale l’ha creato la linguistica strutturale (A, – non-A, — né A né non-A [grado zero], A e non-A [grado complesso]); in altre parole, la via buddista è esattamente quella del senso ostruito: l’arcano stesso del significare, cioè il paradigma, è reso impossibile. Continua a leggere
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