Dimmi, Diotima, dallo sguardo di lama
dimmi, dove s’erra
quando l’errar dà pace
e ago impazzito di bussola ogni passo
smarrito tra i punti cardinali e l’ore
rincorre Ombra che s’incaglia d’oro
tra sabbia arroventata di deserti in fiamme?
– Luce di inferni Amore quando i suoi fuochi esplode
in pirotecnia d’accenti monchi di suono
e daimon ti ditta verbo che splende più del sole
e scoppia tra le mani in luccichio di cuore –
E quando invece ogni lingua si tace
e ferma l’orma impietrita
squilla di cristalli e d’echi
e, smarrito il bandolo, s’infosca ogni pensiero
in buio di astri dementi abbandonato
in gelo di rugiade
colanti a picco su ciglia abbottonate?
– Forse è l’Eliso o forse solo la Parca
che lenta smatassa il filo che ti resta
per farne aquilone che dritto ti sollevi
là dove l’alfa coincide con l’omega –
E non è Amore?
– E’ aduso a balbettar anche di morte Amor, forse nol sai? –
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