Non tutte le città hanno il fascino di Parigi.
Non tutti coloro che osservano una città dall’alto hanno la sensibilità di vedere non solo tetti.
Fabrice Moireau e Carl Norac in “ Tetti di Parigi” , l’uno con i tratti delicati dei suoi acquerelli, l’altro con i suoi testi e le sue poesie, offrono un’insolita prospettiva della città. Come in una film d’animazione, le case respirano dal tetto, la neve esita a posarsi quasi per paura di non rispettare l’ondulazione delle cose, la Senna “si stira come un gatto su un letto”. Appaiono improvvisamente, come dal nulla, il camminatore sui tetti, i poeti nelle loro mansarde, il popolo dei colori. Viene naturale sfogliare le pagine del libro con delicatezza, quasi con il timore che il tocco dei polpastrelli possa stingere tutta quella vita sui tetti e fra i tetti . In realtà ciò che rimane sulla dita, come polvere colorata e impalpabile, è la sensazione di aver compiuto un viaggio esclusivo , un volo sulla città, con la voce fuori campo della Poesia che ci fa da guida . ( Sara Ferraglia) Continua a leggere
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