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Silenzio da due di notte. Nell’aria immota improvvisi i rintocchi in terza maggiore del vecchio campanile: due lunghe vibrazioni come pietre a colpire la superficie del buio. E un fremito aveva percorso la rigidità del paesaggio attraversando i sentimenti di desolata solitudine disseminati nelle tenebre. Solitudine nell’immenso giardino invaso dalla gramigna e dai rovi. Solitudine nella volta del cielo e lungo i sentieri sconnessi. Solitudine nella stanza dal massiccio arredo in stile e avvolta in un’oscurità resa ancora più totale dalle pesanti tende rosse rigorosamente incrociate sulle vetrate ad arco. Continua a leggere
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