Pasquale Vitagliano
Amnesie amniotiche
Lietocolle, 2009
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Per non disperdere il senso profondo di questa poesia – così accorta, lucida e variegata – è davvero indispensabile tirarne le fila, scegliere i testi, offrirne una lettura. Lo fa per primo Giovanni Nuscis, che in prefazione sottolinea opportunamente l’anelito alla bellezza, l’ “originalità iconica”, l’intertestualità, il “pensiero vigile sul mondo” di Pasquale Vitagliano. Dunque una poesia che si rivela densa, ricca d’echi e di rimandi.
L’autore ha certamente evitato gli errori di molte raccolte d’esordio; a questa attenzione sono da attribuire l’originale articolazione delle sezioni, l’alternarsi di addensamenti e asciugature d’aggettivi, la convivenza di ironia e malinconia. Pasquale Vitagliano affronta l’autoanalisi ma si misura anche con la tradizione, racconta di sè ma arriva ad una soggettività collettiva. Potremmo dire che la sua poesia si muove nel liquido amniotico della vita e dei ricordi ma fa il possibile per non restare invischiata nelle sue apparenze, nei fraintendimenti. Alla fine il verso trova la sua cifra e la sua autonomia nella continuità del movimento, quasi il poeta sappia che la verità – o un suo barlume – possa manifestarsi soltanto nel pellegrinaggio artistico, nel mutare quotidiano di vita Continua a leggere
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