VDBD ha sospeso le pubblicazioni, resta disponibile per la consultazione. Grazie per essere passati a trovarci anche se non siamo in casa. ap
08 giovedì Apr 2021
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08 giovedì Apr 2021
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14 martedì Giu 2016
Posted Claudia Ruggeri, No category
in≈ Commenti disabilitati su cinque poesie di Claudia Ruggeri
Lamento dell’Uccello colpito
cavami da le piume gli insulti lo sfrenìo
la velocità indifferenziata che era danza
o salto, che ormai non muove semplicemente
mi rende probabile; la memoria finta da usare
come un nome, questa memoria insomma divina
indifferente di un calcio e di ossa, di un debole
dèmone mosso a pena a cerchio (leggero leggero
lo spirito ragazzino, e ciò sottile sottile
indistinto, destinato): Dedico a Te questa morte
padula -ché sei l’Artificiere-; impiegane
la festa, se pure alza I’Avverso, lo cattura Continua a leggere
12 giovedì Mag 2016
Posted No category, Rosina Muzio Salvo
inTag
Rosina Muzio Salvo nasce a Termini Imerese, un paese in provincia di Palermo, nel 1815, da Giuseppe Salvo di Pietraganzili un tenente colonnello e Giuseppa Sciarrina che muore quando l’autrice ha dodici anni. Alla morte della madre Rosina viene affidata ai nonni e in seguito ad un istituto religioso dal quale usce dopo qualche anno. Avendo manifestato da sempre il desiderio di ricevere una formazione culturale il padre assume una nobildonna francese con la quale Rosina apprende il francese e l’inglese, lingue necessarie allo studio della letteratura europea. Rosina però non studia la metrica e i classici e pertanto la sua formazione è alquanto lacunosa. Condivide con il fratello Rosario, di otto anni più giovane, idee liberali e l’impegno a favore della causa unitaria. Nel 1933 sposa un barone palermitano di otto anni più vecchio. Il marito, Gioacchino Muzio Ferrero, ex seminarista, è un uomo colto e possiede una vasta biblioteca alla quale Rosina si abbevera, soddisfacendo la sua sete di cultura. Il marito non l’incoraggia ma nemmeno la ostacola. Nonostante le sue quattro gravidanze e la prematura perdita di tre delle sue quattro figlie Rosina riesce a completare i suoi studi di metrica. Continua a leggere
06 mercoledì Apr 2016
Posted No category
in≈ Commenti disabilitati su Poesia e traduzione bando MCP 2016
Poesia e traduzione bando MCP 2016 http://vivianascarinci.com/2016/04/05/poesia-e-traduzione-bando-mcp-2016/#respond
L’Associazione Culturale Libellula indice la seconda edizione del Premio Letterario Nazionale Morlupo Città della Poesia 2016
Con il Patrocinio e il contributo del Comune di Morlupo e di Strade – Sindacato Traduttori Editoriali e la partecipazione dell’Istituto Comprensivo “G. Falcone e P. Borsellino” di Morlupo e del Dipartimento Salute Mentale della ASL RM4
Non è prevista tassa di iscrizione Continua a leggere
02 sabato Apr 2016
Posted Marina Pizzi
inMarina Pizzi
Il vestitino bizantino
2016-
A un cuore in pezzi
Nessuno s’avvicini
Senza l’alto privilegio
Di avere sofferto altrettanto.
Emily Dickinson
1.
Uccidi di me l’occaso
La tragedia minuta di essere
Serva scolara logora
Sopra la gabbia che mi pulsa.
Gelateria del Corso non fu l’infanzia
Adulta dozzinale campare le esequie
Di dì a dì. Patria confiscata la mia tasca
Scaturita da elemosine angolari.
Mi amò un ragazzo giovane giovane
Valse per me un circuito di nulla
Ma da vecchia mi rovina vecchia.
Oggi il tempo vacuo che mi sperpera
Perpetua le rovine d’attesa
Le sabbie mobili che per collare mi stanno.
Regia d’inverno ormai la girandola
Questo pallore d’ergastolo nel sanatorio
Postremo enigma il saluto d’àncora. Continua a leggere
26 sabato Mar 2016
Posted Lamberto Maffei, Luis Sepulveda, Milan Kundera, No category
inOnce upon a time o meglio c’era una volta una lumaca che si chiamava Lumaca e viveva in un paese che si chiamava Paese del Dente di Leone, insieme ad altre lumache che si chiamavano Lumache anch’esse. In questo paese tutte le lumachine, lente, appunto, come si conviene a delle vere lumache, conducevano senza alcuna identità una vita lenta e abitudinaria. Un giorno la lumachina comincia a porsi delle domande alquanto scomode, vuole sapere perché le lumache sono tutte così lente, perché si chiamano tutte lumache e a cosa serve la lentezza. Così si avventura fuori dal tranquillo prato e comincia un viaggio. Durante il viaggio fa la conoscenza della saggezza, rappresentata da un saggio gufo e della memoria, rappresentata da una vecchia tartaruga. La lumachina affronterà innumerevoli pericoli, conoscerà gli uomini che non camminano con le loro gambe ma si avvalgono per gli spostamenti di velocissimi mezzi che hanno ruote e fanali e che corrono su strade asfaltate che possono distruggere il pacifico Paese del Dente di Leone. La lumachina, così, torna sui suoi passi, capisce l’importanza della lentezza, salva le proprie compagne dai pericoli della tecnologia e si guadagna il desiderato nome di Ribelle. Arrivando alla conclusione che la lentezza fine a se stessa e l’abitudine non bastano a raggiungere la felicità, anzi al contrario, occorre che ciascuno di noi si realizzi in modo concreto immergendosi criticamente e attivamente nella realtà che ci circonda, anche a costo di pericoli e sacrifici. Per cui occorre essere curiosi, saggi, e senza mai dimenticare il passato. Questa è più o meno la trama della Favola di Luis Sepulveda “Storia di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezza” edito da Guanda un paio di anni fa.
Così ha dichiarato lo stesso Sepulveda “Io difendo il ritmo umano: il tempo preciso, né più né meno, che serve per fare le cose per bene. Per pensare, per riflettere, per non dimenticare chi siamo.” Per chi vuole approfondire il tema della lentezza:
– “Elogio della lentezza” di Lamberto Maffei edito da il Mulino dove si esorta l’uomo a condurre una vita non di corsa ma a soffermarci sulle piccole cose e dedicarci al pensiero lento e razionale che aumenta la creatività e l’immaginazione.
“In un mondo che corre vorticosamente, con logiche spesso incomprensibili, il problema della lentezza si affaccia alla mente con prepotenza come una meta del pensiero” dalla copertina;
– La lentezza di Milan Kundera edito da Adelphi
Ci siamo riposate abbastanza, sospendiamo la sospensione delle pubblicazioni e riprendiamo a pubblicare senza affanno e con i nostri tempi, speriamo tempi lenti.
22 domenica Set 2013
Posted Marco Scalabrino
inPrefati da Pietro Civitareale, poeta e studioso di poesia in dialetto, escono per le edizioni CFR di Gianmarco Lucini, stimato poeta e critico, due volumi sulla poesia dialettale siciliana di Marco Scalabrino dal titolo: Parleremo dell’arte che è più buona degli uomini .
Marco Scalabrino è un grande appassionato di poesia dialettale siciliana, questa sua passione si concretizza in versi dialettali, nello studio approfondito e nel costante lavoro critico sulla poesia siciliana.
Scalabrino raccoglie e presenta in questi due volumi, con la meticolosità e la precisione che lo caratterizza, note critiche ricche di riferimenti filologici, storici, bibliografici, su 18 autori siciliani, effettuando in questo modo un excursus sulla poesia siciliana del novecento. Ecco l’elenco dei nomi degli autori presenti nei due volumi: Alessio Di Giovanni, Paolo Messina, Salvatore Camilleri, Pietro Tamburello, Aldo Grienti, Carmelo Molino, Antonino Cremona, Salvatore Di Pietro, Enzo D’Agata, Nino Orsini, Elvezio Petix, Salvatore Di Marco, Giovanni Formisano, Vito Mercadante, Nino Pino, Maria Favuzza, Titta Abbadessa, Carmelo Lauretta, Salvo Basso. Completa la raccolta di saggi un interessante saggio sul lavoro edito dalle edizioni Centro Studio Giulio Pastore, Agrigento 2006, a cura di Rosalba Azalone e Franco Biviano “Corrispondenza 1903 -1928” fra Silvio Cucinotta e Alessio Di Giovanni che, oltre a essere strumento per capire meglio i moti i poetici dei due, è la testimonianza di un’epoca che a tratti assomiglia all’epoca che stiamo vivendo, come a dire nulla di nuovo sotto il sole. La raccolta di saggi è rivolta a chi vuole avvicinarsi alla poesia dialettale e a chi, pur già avvicinatosi, vuole approfondirne la conoscenza.
Fra gli autori presenti mi piace ricordare Giovanni Formisano, autore di E vui durmite ancora, il cui monumento un po’ kitsch si può vedere appena entrati a Catania.
qui per leggere la prefazione di Pietro Civitareale e un saggio su Salvatore Di Pietro http://lapoesiaelospirito.wordpress.com/tag/parleremo-dellarte-che-e-piu-buona-degli-uomini/
qui per ascoltare E vui durmite ancora cantata da Mario Biondi, molto bella, consigliata
Lu suli è già spuntatu ni lu mari
e vui bidduzza mia durmiti ancora,
l’aceddi sunnu stanchi di cantari
e affriddateddi aspettanu ccà fora,
supra ‘ssu balcuneddu su’ pusati
e aspettunu quann’è cca v’affacciati
Lassati stari, non durmiti chiùi,
ca ‘mmenzu ad iddi dintra a ‘sta vanedda
ci sugnu puru iù c’aspettu a vui
pri vidiri ‘ssa facci accussi bedda
passu ccà fora tutti li nuttati
e aspettu sulu quannu v’affacciati
Li ciuri senza vui nun ponu stari
su tutti ccu li testi a pinnuluni,
ognunu d’iddi non voli sbucciari
su prima non si grapi ‘ssu balcuni,
dintra lu buttuneddu su’ ammucciati
e aspettunu quann’è cca v’affacciati
15 domenica Set 2013
Posted Giulio Micheletti
inTag
dirette, la solitudine, nature morte, pittore, pittrice, tazza
Nota sulla pittura di Anastasia D. Rapantzikou di Giulio Micheletti
Non sto qui a cercare di capire tecnica e preparazione di Anastasia, non mi interessa. Quello che tenterò di descrivere è la sensazione che il mio cuore avverte gurdando ogni sua opera. Attenzione: ho detto cuore e non mente perché queste opere è li che sono dirette, al cuore. Nelle sue opere la pittrice descrive un tempo antico, che era antico anche nella sua attualità. Continua a leggere
20 giovedì Giu 2013
Posted No category
inOBLOM Poesia – Programma I Edizione
OBLOM POESIA
Festival multidisciplinare di poesia a San Salvario: letteratura, arte, performance, critica, editoria. I edizione
26 giugno – 30 giugno 2013
A cura di Fabrizio Bonci e Ivan Fassio, in collaborazione con Salvatore Sblando
Galleria Oblom in collaborazione con Art10100, Bhuman Shah Art&Meditation Centre, bin11, Libreria Trebisonda, Cooperativa letteraria.
07 venerdì Giu 2013
Posted Paola Lovisolo
in°°°
Nota personale sulla pittura di Stefania Rinaldi
Influenzata artisticamente da un amore viscerale per le opere di Van Gogh e dalla sua figura umana che la pittrice nutre fin dall’ adolescenza e che coltiva tutt’ ora, la pittura di Stefania Rinaldi si estrinseca nella sua essenza con autentica capacità di penetrare la superficie e rendere la luce alla luce dell’ immanenza di ciò che ritrae. Le sue opere ‘ agiscono’ nell’ osservatore permeando i sensi dei sentimenti dei quali l’ artista si confessa attraverso e nelle sue tele: “… dipingo con tutta la gioia, la malinconia, la forza, la dolcezza, la rabbia, l’energia e l’amore che dipingere richiede.”, così parla di lei stessa nella biografia; sentimenti infusi grazie a talento, tecnica, sensibilità femminile con ‘ controllata ‘ forza primitiva e sensuale senza mai restarne soggiogata né mai soggiogando il colore ma modellandosi in esso modellandolo a sé senza prevaricarlo, quasi con materno e femminile rigore anarchico, se mi si passa la formula. Colore usato con generosità, come dono, scintilla che contiene tutta l’ anima. L’ artista non lo diluisce ma lo imprime intiero, riempiendo minuziosamente con amore ogni spazio della tela, come se ogni minuscola pennellata fosse una parte a sé ma indispensabile al tutto dell’ opera finita, ottenendo naturalmente un completo equilibrio armonico fra le forze. La sua pittura viene da ‘ dentro’, cruda, totalmente esposta nella sua impronta pura, senza inganno. Continua a leggere
28 lunedì Gen 2013
Posted Marco Scalabrino
in24 giovedì Gen 2013
Posted No category
in≈ Commenti disabilitati su Artincontro – rassegna
Venerdì 25 gennaio, alle 18,30, al Teatro Don Bosco dei Salesiani di Ragusa, nel contesto della quinta rassegna “Artincontro”, saranno in scena per la poesia i poeti ragusani-doc Andrea Maurizio Campo, Antonella Mania, Adriano Padua, Dario Pepe, Massimo Statello e Veronica Verdirame. Verrà premiata, inoltre, la poetessa Letizia Dimartino. Qui di seguito testi di Campo, Padua e Dimartino.
07 lunedì Gen 2013
Posted Pigliaru Alessandra
in≈ Commenti disabilitati su Il sangue privato. Vendetta e onore in Scipione Maffei Pietro Verri e Cesare Beccaria
Per chi vuole approfondire la tematica dell’onore e della vendetta privata nella storia del pensiero, dagli antichi filosofi greci, al codice d’onore dei cavalieri che con i duelli stabiliscono la verità e lavano le offese, fino ad arrivare alla tortura legalizzata e al regime del sangue del settecento italiano, che con l’unificazione della legge quale vendetta pubblica fa apparire all’orizzonte la modernità:
Il sangue privato. Vendetta e onore in Scipione Maffei Pietro Verri e Cesare Beccaria
un avvincente nonchè singolare saggio di Alessandra Pigliaru, dottore di ricerca in Discipline filosofiche e cultrice di materia in storia della filosofia. Il saggio è ordinabile in tutte le librerie oppure scrivendo una mail all’editore ilprato@libero.it – spese di spedizione gratuite.
dalla quarta di copertina
Le idee di vendetta e onore ricoprono un ruolo centrale nella scena del pensiero occidentale, condizionate come sono da una doppia e complicata narrazione: la storia delle passioni e quella delle leggi. È all’altezza del Settecento italiano tuttavia che il rilievo delle due idee corrisponde alla chiusura di un modello culturale segnato dal regime del sangue e dalla conseguente apertura alla modernità. Attraverso la decostruzione erudita di Scipione Maffei, scopriamo che il senso dell’onore cavalleresco non è avvinto all’onestà e che la vendetta è contraria alla ragione e alla legge. Sempre nel solco dell’eredità filosofica degli antichi, la ricomposizione morale rappresentata dalle riflessioni di Pietro Verri e di Cesare Beccaria si oppone alla contraddizione della tortura e della pena di morte – Continua a leggere
06 domenica Gen 2013
Posted Giovanna Bemporad
inMia compagna implacabile la morte
persuade a lunghe veglie taciturne.
Ma non so che inquietudine febbrile
fa ingombro a questo dolce accoglimento
calando il sole, prima che ogni gesto
si traduca in memoria e che ogni voce
s’impigli nel silenzio. Forse il vento
porta come un rammarico del tempo
che non è più, trascina per le strade
deserte una fiumana d’ombre care.
E biancheggia un’immagine tra i gigli
di giovane assopita nel suo riso.
19 venerdì Ott 2012
Posted Andrea M. Campo
in≈ Commenti disabilitati su Paideia: dialogo decadente per pianoforte e archi
(Mariolino) “Papà cos’ è la carta d’identità?”
(Papà sorridendo) “È un documento dove scrivere chi siamo”
(Mariolino) “Quindi se perdo la carta d’identità non sono più nessuno?”
(Papà ridendo) “No, Mariolino. Anche senza la carta d’identità sarai sempre Mariolino, ma con la carta d’identità potranno saperlo anche gli altri”
(Mariolino) “Allora perché devo portarla in tasca io! Sono gli altri che hanno bisogno della mia carta d’identità per sapere chi sono”
(Papà ridendo ancora) “No, perché se la porti con te, puoi sempre dimostrare chi sei” Continua a leggere
02 martedì Ott 2012
Posted Paola Pluchino
inPaola Pluchino. Un tempo si lamentava il fatto che l’accesso al sapere era riservato ad una stretta cerchia di intellettuali, che detenevano il potere economico e così anche quello culturale. Ricchi e pregiati pamphlet giravano nei salotti borghesi, a deliziare decantandoli le liete ore dei giovani in doppiopetto e scarpe di vitello ingrassato. Le loro opere, di maestri che a noi oggi passano come risoluti incisori della storia del Novecento, scorrevano silenziose per le vie dei centri cittadini, ricolme di popolani indifferenti ai vezzi retorici, al giogo che il virtuosismo spesso impone all’anima. Continua a leggere
13 giovedì Set 2012
Posted Loredana Semantica
inL’elemosina – racconto di Loredana Semantica
Roberto Alessi era all’ultimo capitolo della sua opera. Il suo primo romanzo. Mesi e mesi di lavoro.
Era la saga di una famiglia dai primi anni del secolo scorso fino agli anni cinquanta, una storia ambientata nell’Italia centrale tra le due guerre. Glorie, disgrazia e decadenza, personificata dall’ultimo erede, ridotto alla povertà, alla vita randagia, all’elemosina. E proprio questo era il titolo del romanzo: “L’elemosina”. Roberto si era dato tanto da fare per pubblicarlo e la cosa non era stata indolore nemmeno per le sue tasche, aveva dovuto dare un contributo alla casa editrice per l’acquisto di ben duecento copie dell’opera. Continua a leggere
20 venerdì Lug 2012
Posted No category
in
Dell’armoniosa brezza mi narravi
e il tuo bel fiore, fu a primavera
che sgocciolammo amore e tenerezza
poi dolce un candore e soffuso d’emozioni
chiara fandonia di un irreale bene
dal tetto ruzzolò colpendoci di petto
nei polsi e nella schiena contammo mille tagli
lo spread ci fece male la borsa tacque
solo ci restò da raccontare
il sudiciume e il fango
e gli esodati e il limaccioso imu
che ogni dolcezza era rimasta nella moneta falsa
a.p.
19 giovedì Lug 2012
Posted No category
in
Valentino Zeichen – da Metafisica tascabile
Saponette
Sguscianti saponette profumate,
guidate dalle mie mani,
insaponando il tuo nudo
schiumando piccole bolle d’aria,
che per equipaggio pilota, hanno
“istanti” della bellezza in fuga.
Comparabili a tavolette di scriba
salvatesi nel naufragio dell’amore
dalle torbide acque del bagno.
Stanno in secca sul porta sapone,
con le diciture consunte;
le crepe che le corrugano
prefigurano quelle dei corpi.
Non oso manometterle,
come se mi vedessi osservato
dal custode d’un museo egizio,
ma vorrei lavarmi le mani…
10 martedì Lug 2012
Posted Adriana Libretti, Dome Bulfaro
inAutore: Adriana Libretti
Titolo: Linfe. Romanzo Vegetale
Editore: Vydia Editore
Anno di pubblicazione: 2012
Prezzo: 15,00 euro
Pagine: 216
Venerdì 11 novembre 2011, Tindara Greco, cameriera nel Bar Pizzeria Centrale di Aiucco, un paesino di provincia posto nel fondovalle di un luogo imprecisato, si schianta con la sua automobile e trova la morte contro il tronco in fiamme di un tasso centenario.
Inizia così Linfe. Romanzo vegetale (Vydia Editore, 2012), libro che ci consegna un’autrice, Adriana Libretti, ormai giunta con questa prova alla sua piena maturità.
Le ragioni sono molteplici: l’originale narrazione a ritroso da quel fatale venerdì 11/11/2011 fino al 4 gennaio 2011, giorno in cui non a caso avviene un’eclissi parziale di sole; una scrittura che tratteggia con precisione i personaggi e mantiene sempre viva la suspance, anche quando si svela l’identità dell’uomo ritrovato morto, sfigurato in volto, sotto un noce; la coniugazione di scene alle soglie dello splatter e del pulp, con scene sintetizzate per tratti da haiku giapponese; la possibilità per il lettore di apprendere molto in un romanzo sul regno vegetale e di recuperare con alberi e piante un rapporto vivo al quale dobbiamo ogni nostro respiro. Continua a leggere
17 domenica Giu 2012
Posted Andrea M. Campo
in
Ritratto in bianco e nero (di Andrea M. Campo)
La nostalgia vela sapientemente i ricordi senza distinzione, confondendo rimorso e rimpianto, tessendo nell’intimo di una lacrima un desiderio. Il desiderio di quel corpo sospeso nel bianco e nero della carta acida di una vecchia pellicola, quel corpo che è stato mio, e che vorrei accarezzare ancora una volta. Stupidamente intingo l’indice sulla sua anima impressa nella patina collosa, e lentamente ricalco le linee gentili del suo profilo.
E fingo che lei sia ancora lì, riversa nel mio letto, a giocare con i miei ricci e sorridendo ai miei sorrisi. Continua a leggere
12 martedì Giu 2012
Posted Francesco Luglini
inLa regina di Saba
In un ospedale qualsiasi
ho visto la regina di Saba attaccata ad un respiratore
in coma da tre settimane.
I figli l’attendono sempre
verrà
verrà
intanto disegnano fiori di luna
sul suo passaporto. Continua a leggere
27 domenica Mag 2012
Posted Loredana Semantica
inStanotte ho sognato che stavo male
appoggiavo sulla guancia il dorso
della mano e la sentivo calda
nel sogno pensavo ho la febbre
non posso andare a lavorare.
Dicono che i sogni si realizzino al contrario
che esprimano un timore
un desiderio inconfessato
forse mi preparo al licenziamento Continua a leggere
13 domenica Mag 2012
L’azzurro della speranza, di Giorgio Bàrberi Squarotti (Samuele Editore, 2012)
● Per una sintetica web-introduzione alla poetica di Giorgiò Bàrberi Squarotti
(di Riccardo Raimondo)
«Io non/ vedo nulla, vecchia anima talpa che così poco scava dentro di sé, e/ preferisce le voci d’altri i libri d’altri i cataloghi degli archivi» – scriveva così Giorgio Bàrberi Squarotti in Tre soli anni, una poesia del 1974, pubblicata nella silloge La quarta triade (Milano, 2000).
E c’è tutta una dichiarazione di poetica in questi pochi versi, c’è il segno di un orientamento.
La vista è il senso cruciale per comprendere a fondo la poesia di Squarotti, la vista più che la voce, la «voce/ vuota nell’ombra di un cespuglio debole» (Le vane nevi, Verona, 2002).
Seguiamo, potremmo dire, attraverso tutto il percorso poetico, il dipanarsi di un’intricatissima sfiducia nella voce, nella Parola – o meglio nel «vero/ mondo da sempre, povero di esistere,/ incapace di udire la parola,/ cieco, fra i fiori solari, il tremare/ delle acque illimpidite, la purezza/ dei corpi intatti che la luce accendono».
Ecco, questi corpi di luce, che si mostrano alla vista, sono il fuoco dell’obbiettivo poetico di Squarotti, sono le epifanie che salvano la voce dal farsi grido. Testimoniano allo stesso tempo una «vacanza e l’attesa o la nostalgia di un pieno» – così Franco Pappalardo La Rosa nella sua prefazione a Le Langhe e i sogni (2003) descrive l’universo di Squarotti «da cui traspare una concezione dominata dall’angoscia del sospetto che l’essere, la realtà, la storia non abbiano significato», per questo «egli usa la scrittura poetica per dare – o per ridare – un senso all’universo». Continua a leggere
13 domenica Mag 2012
Posted No category
in
04 venerdì Mag 2012
Posted No category
inProgetto convegno Pozzi
LA CASA DELLA POESIA
Milano
Perché la poesia ha questo compito sublime.
Ad Antonia Pozzi nel centenario della nascita
Settimana di studio
Milano, 3 – 8 maggio 2012
A cura di Matteo M. Vecchio
25 domenica Mar 2012
Posted No category
indedicata con affetto a quei poeti che scrivono poesie un po’ noiose, e anche a me
Ci vuole uno scossone un ribaltone
qualcosa che ci muova che ci sballi
ci faccia risaltare
qualcosa che di inerzia ci faccia sollevare
la noia d’avere tutto letto
tutto assaggiato, abbiamo consumato
e nell’indigestione qualcosa s’è slabbrato
qualcosa vomitato
07 mercoledì Mar 2012
Posted Antonella Pizzo
inSai quando il vento ordisce e trama
quando la nave salpa e in poppa i marinai stranieri
sfogliano le vele
io dormo e sogno il mio vascello
e affondo gli incubi di fiele
in cioccolate calde in macaron
pirati e bucanieri il teschio matto
salto monete d’oro e ciondoli di perle
ho visto fluttuare in alto il mare
darsi di forme d’animali strani
stambecchi viola e maschere d’avorio
tre donne alte in testa le formichine nane
suonano i corni e a testa in giù in un basso fondale
pesca la banda nacchere e violini
la sabbia è pietra la pietra svolge in sintonia
tuonano i massi si atteggiano a tromboni
poi il vento placa e la vicenda volge nel banale
antonella pizzo
http://fernirosso.wordpress.com/2012/02/03/sai-quando-il-vento
04 domenica Mar 2012
Posted Enrico De Lea, Enzo Campi, Pigliaru Alessandra
inEnrico De Lea
Dall’intramata tessitura – Edizioni Smasher,
Fotografia di copertina Giulia Carmen Fasolo
dalla Prefazione di Alessandra Pigliaru
Della parola
La poesia è figlia della notte, ricordava Jabès. Dovrà usare la voce per uscire dall’oscurità. Si farà trasparente la parola poetica, e non invisibile; raccoglierà i brandelli di ciò che in altro modo non può essere detto. C’è una necessità nel dire poetico che sovverte l’alba e si fa saldo coro degli opposti. Per poter vedere quell’indistinto che preme alla soglia del giorno si dovrà muovere con cautela verso un lume, oppure lasciarsi vincere dalla caduta in un altrove. C’è un doppio monito nelle parole di Jabès: da una parte si deve stare in guardia da chi canta immobilizzato dalla sorpresa e dall’altra ci si deve far piegare dalla notte come da una confidente a cui tendere le mani. La notte conosce l’intramata tessitura della memoria, del sofferto e cogente desiderio che dalla terra passa al verso. La nuova silloge di Enrico De Lea si fa largo nell’indistinto e caotico fragore dell’oscurità per dire, una volta per tutte, che non si arriva al mondo da soli. Neri e gaudiosi lumi in valle è la sezione di apertura dell’intero volume e la dichiarazione di un impossibile spaesamento. De Lea sa bene infatti che non ci si espone se non in quel noi che presagisce il passo a venire. Il coro è questo dirsi voce solo in quel noi. Da un plurale che dissolve l’aderenza dell’Io dunque, De Lea intona il proprio avvertimento. In quella terra raccontata dal poeta tuttavia le mani tese alla confidente sono come visitate da un linguaggio che ci parla; il dasein infatti sta nei versi come abitacolo di una perpetua veggenza. Quel ci che contraddistingue la tonalità emotiva è fonte sorgiva dell’essere-parola. Qui e ora o al di là? Continua a leggere
03 sabato Mar 2012
Posted Giovanni Turra Zan
inMinimi esodi ad Albion road di Giovanni Turra Zan
Molto interessante e piacevole alla lettura il lavoro di Giovanni Turra Zan che attraverso una scrittura densa ma non greve, colloquiale e piana, descrive la vita come si svolge a Londra oggi, un quotidiano che va oltre le apparenze o l’immaginazione di chi come me ha un’idea di Londra frenetica e impersonale. Qui, forniti di coordinate spazio-temporali precisi, si entra dentro la storia e dentro l’anima di una città popolata da personaggi strani, dentro l’anima dei personaggi stessi che la abitano e la vivono, quasi in una sorta di esilio e di prigione circoscritta da “Albion road, Church street,/ Kingsland High street e Balls Pond road/con l’appendice già gonfia/ e dolente di Colvestone Crescent” da cui ogni tanto, però, e minimamente, è possibile evadere e straniarsi e spaesarsi come fa Croesor il pettirosso che saliva alla miniera e si faceva il bagno alle ossa piccole “Fino alla miniera d’ardesia/ salivi e ti facevi giocoliere di tre arance/sul grigio; così amorevole l’acqua alle caviglie,/ il bagno nelle ossa piccole.” Continua a leggere
28 martedì Feb 2012
Posted Paola Lovisolo
innell’intervallo tassello scorrevole posticcio della mia scomparsa una crociera alla volta di radiazioni niente fiori recisi niente cugini vegetali dei fiori o né corone smodate di pane per la scarpetta da intercalare ai resti niente niente presse di zucchero con alucce al cielo e occhietti neri cuciti sul posto senza cubiti di palpebre senza saette oblique per contenere preghiere termosigillanti niente di niente per amore il cui punteggio neutro siede tranquillo ad ascoltare gli uccelli cantare con te
da boll900 qui
26 domenica Feb 2012
Posted Marina Pizzi
inMarina Pizzi
Cantico di stasi
2011- 2012
Cantico di stasi
2011- 2012
1.
in un ospizio di foglie
la pigrizia dell’angelo.
si secca la gioia di dio
pertugio di lacrime.
incline al giocondo arenile
balbetta d’eco la conchiglia.
in mano all’armonia dell’inguine Continua a leggere
21 martedì Feb 2012
Posted Luigi Francesco Clemente
inLuigi Francesco Clemente: Recensione a Idolo Hoxhvogli, Introduzione al mondo. Notizie minime sugli spacciatori di felicità, Scepsi & Mattana Editori, Cagliari 2012, pp. 107.
Già presente in numerose riviste italiane e straniere, con Introduzione al mondo. Notizie minime sopra gli spacciatori di felicità (Scepsi & Mattana Editori, Cagliari 2012), Idolo Hoxhvogli, classe ’84, giunge alla sua opera prima. Si tratta di un libro di racconti e prose brevi, dal registro allegorico e grottesco, che tradisce una maturità compositiva inedita e, per certi versi, in controtendenza col panorama letterario italiano degli ultimi anni – panorama cui calza perfettamente quanto l’Autore dice del romanzo di successo, che è «un po’ radical, un po’ chic, a volte radical-chic. E’ attento al sociale mentre strizza l’occhio ai potenti. Usa un linguaggio politicamente scorretto, ma in maniera corretta». Continua a leggere
23 venerdì Dic 2011
Posted Francesca Canobbio, L'albero del futuro, Le sfide di VDBD
inDiva
che dormi discinta
dimenati docile
divarica il derma
denudati desta
dardeggia desueta
dipingiti donna
distesa su un drappo
diventa declivio
dirupo / e decolla Continua a leggere
08 giovedì Dic 2011
Posted Annalisa Piccolo
inAnnalisa Piccolo una giovane poetessa (ha 23 anni) che studia lettere presso la facoltà di Bologna. Ha già avuto qualche esperienza di pubblicazione. Le due poesie che qui pubblichiamo raccontano di argilla, materiale che si può plasmare a proprio piacimento, che potrà farsi altro, che potrà essere, parlano di pietra che si dovrà scolpire, che prenderà forma. Un percorso che va dall’informe alla forma, dall’indefinito alla costruzione, di un amore, di una personalità, di una storia, di una vita.
due poesie
Nell’angolo stropicciato di un ricordo
riconosco l’istante in cui t’incontrai.
Ne prendo un sintagma tra le mani, di quella breve
conversazione.
Ha la consistenza fresca dell’argilla, lo modifico in
continuazione, dandogli la forma che preferisco, lo faccio
rimbalzare nelle pareti, lo tengo nella tasca della giacca,
sotto il cuscino si appiattisce poco, rotola nelle gambe
bianche, si schiaccia sotto i piedi, si incastra tra le gengive e
sotto i denti.
Mordo un frammento di te, avvelenandomi le
ossa, ancora.
Lo ripongo con ordine nel trascorso di ieri. Lì, dove altri
pezzi si abbracciano, dove torna a plasmarsi nel tuo corpo. Continua a leggere
05 lunedì Dic 2011
Posted Wolfgang Amadeus Mozart
in≈ Commenti disabilitati su Mozart – muore a Vienna il 5 dicembre del 1791 – Aria della regina della notte – Der hölle rache
Wolfgang Amadeus Mozart, nome di battesimo Joannes Chrysostomus Wolfgangus Theophilus Mozart muore a Vienna il 5 dicembre del 1791.
Mozart – Aria della regina della notte – Der hölle rache dal “Flauto magico” al Metropolitan Opera.
Luciana Serra.
04 domenica Dic 2011
Posted Tomaso Pieragnolo
in≈ Commenti disabilitati su Dal poema “nuovomondo” di Tomaso Pieragnolo
Tomaso Pieragnolo è nato a Padova nel 1965 e da vent’anni vive tra Italia e Costa Rica. La casa editrice Passigli di Firenze ha pubblicato il suo ultimo libro, il poema “nuovomondo”, finalista al Premio Palmi, al Premio Metauro, al Premio Minturnae e vincitore del Premio Saturo d’Argento – Città di Leporano. Fra le sue precedenti pubblicazioni: “Il silenzio del cuore” (1985), “La lunga notte” (1987, Premio Giovani Città di Palermo), “Lettere lungo la strada” (2002, premiato al Città di Marineo e finalista al Guido Gozzano), “L’oceano e altri giorni” (2005, finalista ai Premi Libero de Libero, Guido Gozzano e Ultima Frontiera e vincitore del Premio Minturnae Giovani). Una sua selezione di poesie scelte è stata pubblicata in spagnolo dalla Editorial de la Universidad de Costa Rica e dalla Fundación Casa de Poesía (“Poesía escogida”, 2009). La sua attività di traduttore di poesia latinoamericana si svolge in collaborazione con la rivista Sagarana, nella quale dal 2007 propone principalmente autori del Costa Rica e del Centro America, mai tradotti in Italia, e con alcune case editrici, che hanno pubblicato le sue traduzioni di Eunice Odio (“Questo è il bosco e altre poesie”, Via del Vento 2009, Menzione Speciale Camaiore per la traduzione) e di Laureano Albán, (“Gli infimi crepuscoli”, Via del Vento 2010 e “Poesie imperdonabili”, Passigli 2011). Continua a leggere
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