Mi si addice l’autunno:
i suoi toni sfumati
la sua luce precaria
l’indugiare delle marine
finalmente deserte
in certo languori indecisi; Continua a leggere
14 venerdì Ott 2016
Posted Maria Gisella Catuogno, No category, Poesia
inMi si addice l’autunno:
i suoi toni sfumati
la sua luce precaria
l’indugiare delle marine
finalmente deserte
in certo languori indecisi; Continua a leggere
29 martedì Apr 2014
Posted Maria Gisella Catuogno
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Bicentenario Esilio napoleonico all'Isola d'Elba, Intervista impossibile, Paolina Bonaparte, Portoferraio
Portoferraio, Isola d’Elba, ottobre 1814
E’ una giornata mite, di quelle in cui sembra che la natura stenti a prendere definitivo commiato dall’estate indugiando in un languore morbido nei toni e nei colori, lontano dalle intemperanze dei mesi trascorsi.
Il sole è piacevolmente caldo, il cielo velato da nubi bianche sfilacciate, vuoto di voli e di schiamazzi.. Sotto di noi, oltre il muro di cinta del giardino, protezione dal dirupo scosceso che precipita, irto di fichi d’India e di rovi, verso il mare, s’apre la vastità del Canale di Piombino, d’un celeste tenue, quest’oggi, e solcato da vascelli con le vele dispiegate alla brezza del maestrale, mentre la costa toscana disegna all’orizzonte una fuga di colli e promontori che sembrano azzurrognoli per la lontananza.
Lo sguardo spazia intorno, grato di tanta bellezza, e si sofferma, a destra, sul faro di Forte Stella, imponente e magnifico nella sua pietra rosata, inseguendo poi il profilo delle colline che si rincorrono fino a Capo Vite, prima d’arrendersi all’abbraccio dell’acqua; a sinistra, invece, sale verso Forte Falcone, individuando in lontananza il promontorio dell’Enfola e, alle sue spalle, i superbi rilievi del Marcianese. Continua a leggere
05 mercoledì Mar 2014
Posted Maria Gisella Catuogno
inNei versi di Cinzia Demi la Maddalena neotestamentaria e quella leggendaria si fondono con la Maddalena di oggi, divenendo summa e paradigma della femminilità tormentata e violata nei secoli, ma anche della sua straordinaria potenzialità di riscatto, di redenzione e di autoaffermazione. Continua a leggere
09 domenica Feb 2014
Posted Maria Gisella Catuogno, No category
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"Padrona del mio cuore/Le passioni e il coraggio di una donna del Risorgimento", 165 anni, anniversario, Cristina Trivulzio di Belgioioso, Repubblica Romana, romanzo storico
La piccola repubblica, nata nel febbraio 1849 a seguito dei grandi moti del 1848, che coinvolsero tutta Europa, ebbe, come questi ultimi vita breve (5 mesi, dal 9 febbraio al 4 luglio) a causa dell’intervento militare della Francia di Napoleone III, che per convenienza politica ristabilì l’ordinamento pontificio, in deroga ad un articolo della costituzione francese. Tuttavia quella della Repubblica Romana fu un’esperienza significativa nella storia dell’unificazione italiana (che rappresentava l’obiettivo della Repubblica), vide l’incontro e il confronto di molte figure di primo piano del Risorgimento accorse da tutta la Penisola, fra cui Giuseppe Garibaldi e Goffredo Mameli. In quei pochi mesi Roma passò dalla condizione di stato tra i più arretrati d’Europa a banco di prova di nuove idee democratiche, ispirate principalmente al mazzinianesimo, fondando la sua vita politica e civile su principi (quali, in primis, il suffragio universale maschile; il suffragio femminile in realtà non era vietato dalla Costituzione, ma le donne ne restarono escluse per consuetudine; l’abolizione della pena di morte e la libertà di culto), che sarebbero diventate realtà in Europa solo un secolo dopo. Continua a leggere
25 mercoledì Dic 2013
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Andrea Zanzotto, Eugenio Montale, Gianni Rodari, giuseppe ungaretti, grazia deledda, José Hierro, Lope de Vega, Natale in letteratura, Silvia Comoglio, umberto saba
Buon Natale da Viadellebelledonne
Il canto della Vergine
Tra le palme volando,
angeli santi,
fermate i rami,
che il mio bimbo dorme.
Voi palme di Betlem,
che irosi muovono
i furiosi venti
risuonanti:
il frastuono sedate,
fate piano,
fermate i rami
ché il mio bimbo dorme.
Il pargolo divino
s’è sfinito
a piangere chiedendo
in terra pace:
quietar vuole nel sonno
il lungo pianto. Continua a leggere
13 venerdì Dic 2013
Posted Maria Gisella Catuogno
inIl romanzo ripercorre la vita di Cristina Trivulzio Belgioioso, dal battesimo, a due mesi, nell’agosto 1808, alla morte, nel luglio del 1871. Una vita privilegiata, per nascita aristocratica, e resa piena e ricca, tanto da apparire un concentrato di molte vite in una, dallo snodarsi degli eccezionali eventi storici di quei decenni, che coincidono col nostro Risorgimento, e dal temperamento, dalle passioni personali e civili, dalla sensibilità sociale, dagli interessi culturali e dall’intensa attività intellettuale della protagonista. Continua a leggere
07 giovedì Nov 2013
Posted Maria Gisella Catuogno
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Cristina Trivulzio Belgioioso, Maria Gisella Catuogno, Risorgimento, romanzo storico biografico psicologico
Milano, agosto 1808
In piazza Sant’Alessandro, prospiciente la chiesa omonima, il caldo si faceva già sentire, malgrado l’ora mattiniera. Il sole lambiva il lastricato, ripulito per l’occasione da ogni più piccolo ingombro, comprese le foglie approdatevi dalle vie circostanti, ma le vetrate della maestosa facciata ancora tacevano, in mancanza di luce, lo sfolgorio dei loro colori.
Gerolamo e Vittoria Trivulzio non avevano molta strada da percorrere per portare a battezzare la loro primogenita: bastava attraversare la piazza perché il loro palazzo si trovava proprio di fronte. E così fecero, comunque in carrozza, e riparando la loro piccola, annegata in un vestito bianco tutto pizzi e ricami, con una cuffietta appena appoggiata sui fitti capelli neri. Sul sagrato, il capannello di amici e parenti in attesa li circondò affettuosamente, ansioso di sbirciare le fattezze della nobilissima bambina.
“Ma siete sicuri di voler dare tutti questi nomi?” chiese il sacerdote perplesso e già sudato nei suoi paramenti sacri, dopo aver letto sulla carta intestata della marchesa l’elenco che gli era stato recapitato.
“Ma certo, non si chiede nemmeno…” rispose per lei il marito, irritato da quella domanda inopportuna. Continua a leggere
08 domenica Set 2013
Posted Maria Gisella Catuogno
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chiese medievali, Concetto Marchesi, culto di San Menna, Isola d'Elba, Memoria del Territorio, tada antichità romana, turismo balneare anni '40
Rileggendo il bel libro “Elba d’Autore”, a cura di Leonida Foresi e Alessandro Canestrelli, mi sono imbattuta nell’articolo Le furie di Namaziano apparso su Sette giorni nel settembre del 1942 e scritto da Concetto Marchesi (1878-1957), grande intellettuale, insigne latinista e membro della Costituente, che era un affezionato frequentatore del Cavo, dove trascorreva, insieme al suocero e maestro Remigio Sabbadini, filologo e professore di letteratura latina, lunghi periodi di riposo e di riflessione.
Sono pagine davvero gustose, dove l’autore esordisce narrando un episodio della tarda antichità, che ha per protagonista Rutilio Namaziano, alto funzionario di corte. Continua a leggere
24 sabato Ago 2013
Posted Maria Gisella Catuogno
inPiccolina mia, germoglio
di terre d’oltremare
se la mia voce flebile
può raggiungerti
là dove ti trovi Continua a leggere
17 giovedì Gen 2013
Posted Maria Gisella Catuogno
inOh, l’impossibilità d’avere una certezza
un punto fermo, una stella polare
che brilli immobile a illuminare
il cammino nella notte; Continua a leggere
24 lunedì Dic 2012
Posted Maria Gisella Catuogno
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Gherardo Delle Notti, Adorazione dei pastori
Aghi d’azzurro
E’ nella tenerezza del presepe
adagiato sul muschio bagnato
che Ti cerco; e tra quei pastori
attoniti guidati dall’angelo alla grotta. Continua a leggere
28 mercoledì Nov 2012
Posted Maria Gisella Catuogno
inBisognerà svestirsi delle illusioni
della giovinezza
anche se parrà strano
che sia così lontana;
bisognerà riporre
i sogni d’armonia
21 mercoledì Nov 2012
Posted Maria Gisella Catuogno
in06 martedì Nov 2012
Posted Maria Gisella Catuogno
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E’ il romanzo di una riappropriazione: di sé, della propria personalità, del proprio destino.
La morte del famoso e ingombrante marito, un celebrato direttore d’orchestra, segna per Viola uno spartiacque tra un prima e un dopo; tra una posizione ancillare, di puro supporto e un dopo, in cui, dolorosamente, preso atto di una verità scomoda e inquietante –aver vissuto soltanto di riflesso vent’anni di vita- dalla crisalide di una donna amata egoisticamente e non ascoltata, nasce la farfalla libera da pregiudizi e sensi d’inferiorità, una creatura nuova, anche nell’aspetto esteriore: Continua a leggere
30 domenica Set 2012
Posted Maria Gisella Catuogno
in
Le piacerebbe la leggerezza del cuore
sentirselo etereo come una farfalla
perfetta nei colori e nelle forme
elegante anche nei suoi minimi voli
prima di affrontare i grandi spazi.
Le piacerebbe, ma non è tempo di serenità.
Troppi dolori, prepotenze e abusi
troppa sopraffazione, morte e schiavitù
troppa ingiustizia, tortura e povertà
troppa ricchezza rubata ed esibita.
13 lunedì Ago 2012
Posted Maria Gisella Catuogno
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Era d’estate l’abbandono ai sogni
nell’afa del primo pomeriggio
quando tutto, anche il respiro
sembrava sospeso nella plasticità
vibrante degli oggetti in un paesaggio
scolpito dal sole a picco, senz’ombra,
sfumature, tonalità cromatiche intermedie.
Nel calore che quasi obnubilava
regalando arabeschi di pensieri sfilacciati
il torpore preparava immagini slegate
ardite insospettate di desideri altri Continua a leggere
28 sabato Lug 2012
Posted Maria Gisella Catuogno
inI
Dorme il mare:
dolcemente lo culla
l’algida luna.
II
La prima alba
tinge di madreperla
mare e cielo.
12 giovedì Lug 2012
Posted Maria Gisella Catuogno
inRivoli di pensieri incatramati
falene che si contendono la luce
girandole impazzite al vento di maestrale:
non ha requie la nostalgia di te
e del passato informe e inafferrabile. Continua a leggere
19 martedì Giu 2012
Posted Maria Gisella Catuogno
in
Hai per viatico conchiglie e roselline
per camminare finalmente da te
nei sentieri del cielo: stai certa
che i piedi non ti tradiranno
come accadeva qui
per via di questa legge sciocca
della gravità e volerai quasi,
senza peso, libera e leggera
coi capelli al vento.
Mi sembra di non averti dato
tutto quel che meritavano
i tuoi pensieri generosi e lievi
il tuo tratto gentile e misurato
la tua timidezza dolce e riservata.
Come posso riempire il tempo
che mi dedicavi? Dimenticare
quella venuzza azzurrina sulla fronte
quelle mani operose, io che non so tenere
l’ago in mano o fare il tuo superbo strudel?
Mi manchi già tanto, mamma
e sono solo due giorni
che mi hai lasciato.
M.Gisella Catuogno 14.6.2012
11 venerdì Mag 2012
Posted Maria Gisella Catuogno
in
Ho scoperto in campagna un cespuglio
di roselline selvatiche
sopravvissute al tempo ed all’incuria:
hanno foglie seghettate
una corolla piccola e sfogliata
un colore che ricorda i petali dell’alba
e un profumo…! Continua a leggere
06 martedì Mar 2012
Posted Maria Gisella Catuogno
inHo conosciuto un uomo
una volta un giorno un po’
di tempo fa
prima che finisse
il naso greco la barba il pelo
ispido di pepe
e sale Continua a leggere
16 giovedì Feb 2012
Posted Maria Gisella Catuogno
inMaria Di Lorenzo l’aveva promesso a Elio Fiore, prima della sua prematura scomparsa: avrebbe scritto di lui. Ha mantenuto adesso la promessa con un libretto denso e bellissimo dal titolo “La luce e il grido”, un’espressione usata dal grande Mario Luzi per condensare in estrema sintesi l’orizzonte poetico del suo collega e amico romano. Che è fatto anzitutto di denuncia del dolore inflitto, il grido appunto, a partire da quello, indicibile e inconsolabile, del 16 ottobre 1943, quando Elio è un bambino di otto anni ed assiste impotente e stupito alla deportazione degli ebrei del ghetto di Roma dalla sua abitazione che è a pochi passi:
16 venerdì Dic 2011
.
Stillano i giorni
.
Stillano i giorni il loro avaro miele
e lo mescolano all’amaro quotidiano
per tentarmi alla vita, nonostante.
E i nodi dell’ansia che arrochiscono
la voce e la baldanza
profumano di nardo tuttavia.
Arpeggia lieve la mia malinconia
e le sue note si perdono nel vento
non fa più male, ormai, è solo compagnia. Continua a leggere
30 mercoledì Nov 2011
Posted Maria Gisella Catuogno
inGià lo intuimmo dal freddo pungente
di mattinate ansiose;
dal profumo di muschi
appena spuntati
dal terriccio umido; Continua a leggere
07 mercoledì Set 2011
Posted Maria Gisella Catuogno
in02 martedì Ago 2011
Posted Maria Gisella Catuogno, No category
in
Sono barche ormeggiate
sul respiro del mare
e la resa del vento, la sera
dopo l’oltraggio diurno del maestrale; Continua a leggere
08 venerdì Lug 2011
Posted Maria Gisella Catuogno
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Un privilegio, scrivere
uno dei pochi
che si possa pretendere:
economico, veloce
-a chi si nega?-
[anche il reo
in carcere
l’ottiene
senza sforzo] Continua a leggere
24 martedì Mag 2011
Posted Maria Gisella Catuogno
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Era maggio d’infanzia che tingeva
di rosa i bocciòli nella casa
dei nonni sul mare e spargeva
di glicine il muro, nel ronzìo
degli insetti ubriachi di luce. Continua a leggere
22 venerdì Apr 2011
Posted Maria Gisella Catuogno
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07 giovedì Apr 2011
Posted Maria Gisella Catuogno
in
Ai rami del biancospino
che sta per aprire
i petali bianchi
prova a intrecciare
il filo dei pensieri
ché vi si avvolgano
lievi
come pioggia di marzo
che sfiora e non bagna
e carezza incerta
di timido amante
che vorrebbe e non osa. Continua a leggere
17 giovedì Mar 2011
Posted Maria Gisella Catuogno
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Anita Garibaldi, Colomba Antonietti, Donne e Risorgimento, Giuditta Bellerio, Giulia Calame, Risorgimento, Unità d'Italia
Una d’arme, di lingua, d’altare,
di memorie, di sangue e di cor.
(A.Manzoni, Marzo 1821)
Quando si parla di Risorgimento si allude ad una rinascita. In effetti, il lungo processo che porta all’unificazione italiana è un tortuoso cammino di riscatto e di redenzione. Rispetto ai quattro secoli di dominazione straniera che l’hanno preceduto. Fin dalla fine del XV° secolo, l’Italia, divisa in stati regionali equivalenti e conflittuali, appare debole e vulnerabile agli occhi dei potenti stati nazionali europei e perciò appetibile, terra da conquistare e colonizzare. Con i suoi tesori di paesaggio, arte e cultura. Così subiamo la dominazione francese, spagnola e austriaca, che si dipana nei secoli col suo fardello di umiliazioni, angherie, soprusi.
F.Hayez La Meditazione (L’Italia nel 1848)
Fino a Napoleone, che unifica l’Italia nel nome di un Regno destinato a durare quanto le sue alterne fortune, sebbene proprio lui, l’imbronciato Corso, avesse ceduto Venezia agli Austriaci, facendo perdere alla Serenissima Repubblica l’indipendenza di cui godeva da undici secoli: offesa incancellabile per Ugo Foscolo, che farà dipendere proprio dall’onta del trattato di Campoformio, oltre che dalla delusione amorosa, la drammatica scelta del suicidio da parte della sua creatura letteraria –e alter ego- Jacopo Ortis.
Dopo la burrasca napoleonica, il Congresso di Vienna ridisegnerà i confini territoriali e politici d’Europa, riservando all’Italia una suddivisione in una diecina di stati, tutti più o meno legati a doppio filo all’Austria. Metternich spargerà sale sulle ferite, definendo il Belpaese una semplice espressione geografica. Continua a leggere
08 martedì Mar 2011
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8 marzo 2011
“Dopo la festa del carciofo spinoso, della frittella impepata, della mozzarella appiedata, della costoletta impanata, del saltimbocca piroettante, della gallina e del maiale, dopo quella dei nonni, delle nonne, dei papà, delle mamme, del prozio e dell’ava come lava ecco la festa delle donne. Sarà che sono per la parità ma vorrei tanto che si istituisse anche “La giornata degli uomini”. “
E’ sentire comune che la giornata delle donne è stata istituita in ricordo delle vittime dell’incendio avvenuto a New York nel 1911 dove persero la vita parecchie donne.
“Nel dopoguerra, cominciarono a circolare fantasiose versioni, secondo le quali l’8 marzo avrebbe ricordato la morte di centinaia di operaie nel rogo di una inesistente fabbrica di camicie Cotton o Cottons avvenuto nel 1908 a New York, facendo probabilmente confusione con una tragedia realmente verificatasi in quella città il 25 marzo 1911, l’incendio della fabbrica Triangle, nella quale morirono 146 lavoratori, in gran parte giovani donne immigrate dall’Europa.”
Comunque sia VDBD ha pensato di dedicare agli uomini la giornata dell‘8 agosto in ricordo del disastro della miniera di Marcinelle avvenuto nel 1956 e che provocò 262 morti su un totale di 274 uomini presenti nella miniera. Chi volesse inviare il proprio contributo, le proprie riflessioni può farlo sin da adesso inviando una mail all’indirizzo
lafestadegliuomini@yahoo.it
06 domenica Mar 2011
Posted Maria Gisella Catuogno
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autodeterminazione, declino, Kyoto, mass media, riflessioni esistenziali, società giapponese, Viaggio in motocicletta
Gafyn, di due anni più giovane di lui, era nato a Cardiff il 30 novembre 1900, lo stesso giorno in cui a Londra si spengeva Oscar Wilde. Suo padre era minatore e sua madre cameriera. La sua singolarità fu che per tutta la vita si rifiutò di lavorare, guadagnandosi da vivere scommettendo con intelligenza e intuito, senza mai esagerare, sulle corse dei cani. Nel ’26 aveva scritto Manifesto per un mondo che non c’è e nel ’31 Beauty is beauty: la particolarità di questi testi sta nel fatto che la loro stesura avveniva sul retro dei tagliandi delle puntate fallite. I salti logici della sua prosa dipenderebbero invece dalla scommesse indovinate e i cui tagliandi erano stati ritirati. Cardiff era il suo mondo e si era deciso a lasciarlo per la prima volta soltanto a ventisette anni per un doppio soggiorno prima in Urss e poi negli Usa. Fu proprio il suo soggiorno statunitense, forse per l’esasperata esaltazione dell’individualismo, a sviluppare i suoi istinti anarchici. Dopo aver conosciuto e apprezzato attraverso i media Kawasaki, si era deciso a progettare un viaggio in Estremo Oriente per conoscerlo di persona e magari vivere con lui qualche emozionante esperienza intellettuale.
Quando bussò porta di Junichiro, dopo aver passato un’intera giornata a trovarne l’abitazione, malgrado la notorietà del personaggio, Gafyn indossava un paletot di cammello con pelliccia, malgrado la stagione mite, già decisamente primaverile, camicia con cravatta, un cappello alla Sherlok Holmes, a quadretti e occhiali rotondi. Pareva appena uscito dalla hall del miglior albergo di Tokyo. Junichiro ci mise una frazione di secondo a riconoscerlo, meravigliandosi non poco che un anarchico avesse l’aspetto di un perfetto borghese. Continua a leggere
23 mercoledì Feb 2011
Posted Maria Gisella Catuogno
in
Il viaggiare è connaturato all’essenza stessa dell’uomo, creatura nomade per eccellenza.
Esso può essere il risultato di una scelta conoscitiva, ricreativa oppure di una necessità improrogabile: le migrazioni di popoli, gruppi o singoli nel corso dei millenni hanno sostanzialmente risposto a quest’ultima esigenza, configurandosi come ricerca di più accettabili condizioni di vita ambientale, economica, socio-politica.
Quei viaggi, ancora drammaticamente attuali, sono la risposta a una costrizione oggettiva o soggettiva non più tollerabile: la Terra, nella sua porzione più ricca, attrae irresistibilmente e nessun confine, reale o fittizio, può costituire un deterrente. Il viaggio dei migranti si nutre di rabbia e speranza, disperazione e desiderio.
Tutt’altro carattere, meno intriso di pathos e thanatos, è il viaggio di chi sceglie di partire: per conoscere altro, per mettersi alla prova, per indagare la propria interiorità, per distaccarsi dall’hic et nunc abituali, per trovare quell’altrove a cui consapevolmente o inconsapevolmente aspira.
Il viaggio, specie per mare, diventa così metafora della vita, delle sue avversità e ebbrezze, dei suoi pericoli e incanti, fino allo scioglimento finale: l’approdo al nido caldo della famiglia e della patria, come nell’Ulisse omerico o la perdizione nel folle volo dell’Ulisse dantesco. Continua a leggere
20 domenica Feb 2011
Posted Maria Gisella Catuogno, Narrativa
in
Sul finire degli anni Venti la crisi economica mondiale cominciò a mordere in profondità anche l’Impero del Sol Levante. La risposta fu l’espansionismo coloniale e la repressione interna, nel quadro di un regime totalitario che assunse la fisionomia tipica dei fascismi europei. Il dispotismo militare, appoggiato dal ceto medio, timoroso del comunismo, provocò la deriva antidemocratica che portò il Giappone nel ‘33 ad uscire dalla Società delle Nazioni e ad esercitare nel sud-est asiatico lo stesso ruolo violento e aggressivo della Germania nel Vecchio Continente, senza risparmiare il gigante cinese, enorme ma vulnerabile. Fino al Patto Tripartito Roma-Berlino-Tokyo del 1939.
Era l’inizio di una guerra folle, combattuta ben oltre la sua conclusione in Europa, fino all’apocalisse atomica del 6 agosto 1945 su Hiroshima e Nagasaki.
Junikiro e la sua famiglia, che ormai contava tre figli, non furono risparmiati dalla tragedia di quegli anni, come nessuno, del resto, in Giappone. Continua a leggere
11 venerdì Feb 2011
Posted Maria Gisella Catuogno
inPassarono gli anni. Junichiro studiava con profitto, ci teneva a formarsi una solida cultura e in questo era incoraggiato dai suoi, che non avevano potuto permettersela e inevitabilmente riversavano sul figlio aspettative e speranze. Non gli pesava stare sui libri, anzi, il tempo che trascorreva chino su di loro gli volava via in un lampo. Era sensibile e attento, gli piaceva scrivere versi quando avvertiva che il suo animo traboccava di sentimento e d’inquietudine, come un fiume che per le eccessive piogge esce dal suo letto. Così, poteva essere una foglia che cadeva da un ramo a ispirargli parole sulla precarietà umana, mentre, al contrario, lo schiudersi delle prime gemme del suo giardino gli suggeriva un haiku sulla bellezza irripetibile della natura. Continua a leggere
02 mercoledì Feb 2011
Posted Maria Gisella Catuogno, Narrativa
inPercorrendo le strade di Ginza, uno dei quartieri più caotici di Tokio, verso la fine dello scorso millennio, quel che colpiva di più lo sguardo dei passanti era vedere un uomo vecchissimo, curvato dal peso invincibile degli anni, camminare a passi minuscoli tenendo al guinzaglio una tartaruga. Insieme facevano una magnifica coppia: mai due creature così sproporzionate erano apparse tanto sincronizzate nel loro lento procedere.
Di solito, il loro andare seguiva il percorso dei marciapiedi, costeggiava le minuscole botteghe artigianali dalle quali si esalava l’odore dei manufatti all’interno, fossero essi scarpe appena riparate o borse e cinture tirate a lucido nel pellame lavorato di fresco.
Più spesso, però, il tragitto era interrotto da soste prolungate davanti a vetrine che esibivano con sfacciata innocenza le più sublimi delizie del palato: dolcetti di riso d’ogni forma e dimensione, torte che imitavano con la panna il candore innevato del Fujiyama o budini ricoperti da fiori di ciliegio. Continua a leggere
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