Mani di fata
Giovanni Nigro
ARPANet, Milano, 2009
ISBN 978-88-7426-052-2
La scrittura di Giovanni Nigro, articolata ed efficace, può essere ricondotta alla tradizione dei grandi narratori russi per la sua capacità di essere puro racconto. L’autore riesce a porsi come osservatore, non cerca lo stupore con tutti i mezzi, si avvale di due sole cose: fantasia e narrativa.
Si intuisce, da questo libro come da altre storie scritte da Nigro, il piacere per la scrittura, un piacere che porta a raccontare senza che l’io rifletta sulle pagine i propri conflitti ma piuttosto trovando nello spazio ideativo la gioia, l’oasi che consente di privarsi della quotidianità e in cui si è totalmente aperti alla libertà, al piacere dell’immaginativa. L’autore di Mani di fata ama raccontare e riesce a infondere anche nel lettore il piacere di essere partecipe di una storia. Entra nei personaggi che animano i suoi racconti, costruisce la psicologia frivola della Contessa Olga senza dare giudizi, senza incisi e voci esterne che ne indichino i tratti. L’amabile leggerezza della protagonista è presentata solo dai suoi gesti e dai suoi dialoghi, l’ossessione per la bellezza è resa mirabilmente dalle azioni, dai pensieri a senso unico.
L’occhio non giudica ma si diverte, prova piacere nel seguire le mosse di Olga, ne sorride benevolmente fino alla redenzione finale.
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