si è alzata senza vento
tra le anche dei nuovi palazzi
è l’ombra che lascia una parola
nella scia ingiusta del sogno
quando ti chiamano ma resti
come un muro dietro a un quadro
per cercare nella cenere
cino720
fernirossoha detto:
ciao cino, dunque ti ritrovo! Una poesia che inserisce nella topologia della città la toponomastica di uno sguardo, fermo sul segno lasciato da un’ombra, forse la scritta della via, dove la parola riposa un nome.
Vedi? Nemmeno un’ombra
nell’accecante chiarità del giorno.
Sole a picco sul mare
increspato, immensa distesa d’indaco
puro, vivo, fremente.
Immobile l’aria, immobili i rami
di palma, lievi silenti flabelli
nel meriggio assolato.
Di verdi fronde tace lo stormire,
muti i canti d’uccelli.
Sotto di noi sta l’ombra.
Vedi? Restiamo soli.
Assente il nostro doppio che c’insegue
nella limpida mattina d’estate,
che c’insegue al crepuscolo
nell’ultimo riverbero del sole.
Giorgina
antonia pireddaha detto:
carissime, vi è arrivato il testo “dissonanza, la mia terra” che vi ho inviato stamattina?
Cari saluti a tutte, antonia iredda.
E’ la prima volta che entro in questo antro….che intendo non abbandonare così presto…oasi di ristoro per me e i miei viandanti dell’anima
Lascio una traccia lattea…
@federica
grazie anche a te…
…sei un viandante dell’anima..proprio come me
Dedicato a noi
SENZA LUOGO ALCUNO
“Senza luogo alcuno
è il mio cuore
Senza porto sicuro
viaggia la mia anima
Senza patria alcuna
riposano le mie cellule.
Io sono un ombra
che si aggira nell’infinità
delle emozioni.
NUNZY
***ciao ***
Diego Franchiha detto:
Alba in Etruria
Nel rosa di un’alba struggente
Resiste una falce di luna
Sorda al richiamo pressante
Della notte
Dal nero della notte che muore
L’Universo come artista pensoso
Dalla falce spia lo splendore
Del giorno
Breviario Mediterraneo
A una Regina
Fu tenace passione e puntigliosa
Con cui il catalano orologiaio
catalogò con l’intuito dell’amore
ed in mancanza di ogni dato certo
la biblioteca distrutta di Alessandria.
E’ stata puntigliosa la passione
con cui un uomo di grandi pianure
al primo sguardo sul Mediterraneo.
Inventò una filologia del mare ,
sull’onda di emozioni senza fine
Seppe così come al di là del tempo
Sempre offrirono asilo le sue rive
Quando per lotta del mare contro i venti
barche ed anime riunite dal destino
perdute avevano àncora e speranza.
E Venere sue tracce a questo mare
Fissò riproducibili oltre il tempo
nella bellezza bruna delle donne .
Dalla nascosta dolcezza degli sguardi
Alla sinuosa voluttà dei corpi
Da quale insondabile passato,
nelle cui spire il futuro si nasconde
Dal vostro canto annunciata siete apparsa,
di quel mare e di questa bellezza
metafora vivente, Maestà…?
@diego
….bella
..intensa
come il simbolo che racchiude
e che fa parte di te
Federicaha detto:
ciao nunzy, grazie..
e grazie anche a te diego,…la tua poesia è davvero emozionante, esprime un calore e amore immenso..
Massimo Pastoreha detto:
COME FARESTI PER UNO CHE AMI
Siamo spacciati nella stanza dalla lunga spina,
i tuoi quadri sono come l’edera
il mio corpo un fagotto da mendicante…
ci sono giudici vestiti di nero al di là del fiume,
aspettano il nostro addio per giudicare ancora.
Siamo costretti in questo albergo di carta
ad ascoltare l’orgasmo attraverso le pareti…
la mia bocca è una distilleria clandestina
il tuo corpo, un cane poliziotto.
Siamo spacciati, amore, adesso che il tempo ha invecchiato i miei occhi
e la tua veste odora di petrolio e di legno,
sono sempre stato fatto di carta… ti aspetta un uomo alla porta,
dovrò distruggere questa vecchia camera d’albergo
perché non posso ascoltare l’orgasmo attraverso le pareti…
se hai ancora un po’ di saggezza, lasciami guardare attraverso le calze del nostro addio
questo pezzo d’amore che si allontana come un fiume nero e baciami
come faresti per uno che ami…
Il colle dell’infinito
è ora fruscìo sommesso
dell’invisibile lontana galassia
il cavo d’un orecchio enorme
d’un radiotelescopio.
Al di là, torna il silenzio
immenso .
Tu sei sul pianeta
coi piedi
con le mani,con gli occhi
con l’anima.
Guardi, lo sfiori a volte con mani rapaci
per stringere inutilmente
una manciata d’acqua d’un mare immenso.
T’impasti nel moto incessante.
Corri i rischi dell’acqua
del fuoco,delle lame
delle punte dei bacilli
che levigano,mùtilano
dilaniano gratificano,
ma….dove sei tu?
Nelle idee
nel pensiero forse?
Nei momenti del cuore
nell’inesprimibile
senza parole
dentro ?
Ma dove ?
Nel cervello.
Nella rete meravigliosa
dei neuroni che si richiamano
fremendo come polipi
con infiniti filamenti di braccia
a raccontarsi e a mettere insieme
come mosaico correttamente ricomposto
variate sensazione di una vita intera.
Ma quale vita, se non la tua
del tuo corpo sul tuo pianeta.
nel punto dove ti posi
dove ti muovi ,tessi i giorni e le notti ?
Come una stella nell’infinito
ha il suo moto
come un asteroide
il suo giro
come un sole la sua ruota
come il tutto insieme…
Tu sei…il tutto.
s.
Brandelli di pelle dell’ ennesima muta
sparsi sulla mia strada,
dietro, orme pesanti e scure.
Attimi dilatati dalla paura di me:
la porta va chiusa!
Vomito gli ultimi ricordi rimasti,
catarsi forzata della mente,
brividi di astinenza
ad espellere il veleno che mi addolora,
sudo sangue dall’anima
ma devo.
Attesa…, è nascita o morte?
Peggio è solamente il nulla.
Da piccola
non mi azzardavo
a pattinare
al centro della pista
dura e rumorosa-
rimanevo ai margini,
lasciavo il centro agli “altri”,
i bravi, gli arditi
quelli che osavano incrociare
sguardi e sorrisi-
forse è per questo che oggi
per rifarmi del tempo perduto,
degli sguardi e sorrisi perduti,
nello scrivere evito i margini
e qualcuno mi dice
che la mia è prosa e non poesia-
questo qualcuno
ignora la paura infantile
del centro di una pista per pattinare,
del mare dove non si tocca,
degli abbracci troppo forti-
ignora pure un impulso speculare:
stare da adulti al centro
pur desiderando
la quiete dei margini,
dei perimetri ombreggiati,
dell’essere ignorati
ELENA TROUBETZKOYha detto:
FALLIRE CADO TERRA GRAFFIATO E INZUPPATO DI POLVERE
DI COSMO INSAPONATO RICORDARMI ANIMALE VEGETALE
NON DIMENTICO IL SENSO DI APPARTENENZA SENZA PAROLE
E VERBI RASSICURARMI DALLA RIMESSA INESORABILE
OGNI SGUARDO NELLE VISCERE DEL GLOBO MUORE
FUORI RIALZO PER PARECCHIO ALTRO TEMPO
E SPORCO DI VALORE PURAMENTE IMMAGINATO
RIAVVENTURO PER VIA DI TERRARIA ANCORA IN PREDA
ALLA FEBBRE ALTA CAMMINO NEL MOSSOGLOBO
L’ESSEREGENOVA ED ESPERANTO
PER RIFARE A DUE ZAMPE NIENTE ASCENSORE MUSCOLARE
COME ULISSE CREATORE IL VIAGGIO
ANGELO PINI GENOVA
CETTINAha detto:
La Verità assoluta
Sono la scimmia
ingorda e infedele
che si arrampica
sull’albero della Verità.
Scivolo lentamente a terra
senza arrivare in cima,
è lungo e impervio
il cammino verso
la Verità assoluta.
Quante facce ha la Verità?
Verità agognata
sei manipolata
distorta
infangata
irretita
nascosta
rubata
odiata
vieni adulata …
Ti mostri raramente
“Verità” assoluta
racchiusa
nelle mani giunte
dell’Assoluto.
Cettina Lascia Cirinnà
CETTINAha detto:
Giustizia
Immagino la “Giustizia”
donna … tra i comuni mortali
imperterrita regge
in una mano, la spada
nell’altra, la bilancia,
passano i secoli
eterei nell’aria
si sovrappongono.
Il potere
belva feroce
distrugge
la Morale.
Sabbie mobili
sotterrano la Verità.
… Così muore la Giustizia.
Cettina Lascia Cirinnàha detto:
Calma apparente
Nel giardino sottostante
gemme silenziose
pulsano di vita.
Occupano a raggiera
il mondo intero
e convergono in un punto
equidistante nella linea
del destino.
I pianerottoli si aprono
alle voci che si rincorrono
in vortici senza tregua.
Come ogni anno i balconi
attendono i gerani
per spezzare il grigiore
e la solitudine delle città.
Calma apparente
scende come nuvola,
intanto nel caos delle rivolte
la Storia si ripete …
Erba, 25 febbraio 2011
Cettina Lascia Cirinnàha detto:
Diluvio universale
… acque folli
strabordano inquiete
sulla terraferma.
Non c’è un’ora prestabilita
all’istante travolgono la vita,
inondano le impronte dell’uomo
nel cuore di una civiltà illusoria.
Cataclismi innaturali
si abbattono imperterriti
a macchia di leopardo
puniscono l’arroganza
del sapere universale.
Inermi, soccombiamo.
Dolce verrà la pioggia
a lavare il terriccio
del mio vagare,
per sogni, per arenili, per onde
,
Calando nello stagno dorato
del sogno e del tramonto
che vuol bruciare,
nel sole oscurato.
Dammi ancora le tue stelle
da stringere forte
paolalovisoloha detto:
grazie @ tutti per avere lasciato le Vostre parole da leggere.
che è leggerVi.
ciao.
(da redazione)
Fridaha detto:
n. 5
Quando ho visto l’Arcimboldo
pensavo fosse farsa, ma poi
piccole definizioni d’oggetto
in una vicina misura
mi hanno sciolto il corsetto.
Selika magattiha detto:
vorrei scrive anch’io la versione che ricordi di “Tutti mi chiano Mario” e anche un’altra che non ho più sentito. E’ possibike?
voce di paese
mi arriva
come una voce di paese
una vertigine
si è alzata senza vento
tra le anche dei nuovi palazzi
è l’ombra che lascia una parola
nella scia ingiusta del sogno
quando ti chiamano ma resti
come un muro dietro a un quadro
per cercare nella cenere
cino720
ciao cino, dunque ti ritrovo! Una poesia che inserisce nella topologia della città la toponomastica di uno sguardo, fermo sul segno lasciato da un’ombra, forse la scritta della via, dove la parola riposa un nome.
Giorgina
ASSENZA
Vedi? Nemmeno un’ombra
nell’accecante chiarità del giorno.
Sole a picco sul mare
increspato, immensa distesa d’indaco
puro, vivo, fremente.
Immobile l’aria, immobili i rami
di palma, lievi silenti flabelli
nel meriggio assolato.
Di verdi fronde tace lo stormire,
muti i canti d’uccelli.
Sotto di noi sta l’ombra.
Vedi? Restiamo soli.
Assente il nostro doppio che c’insegue
nella limpida mattina d’estate,
che c’insegue al crepuscolo
nell’ultimo riverbero del sole.
Giorgina
carissime, vi è arrivato il testo “dissonanza, la mia terra” che vi ho inviato stamattina?
Cari saluti a tutte, antonia iredda.
E’ la prima volta che entro in questo antro….che intendo non abbandonare così presto…oasi di ristoro per me e i miei viandanti dell’anima
Lascio una traccia lattea…
AMORE E POESIA
Negli angoli dell’anima
Si muove il desiderio.
Folle battito di cuore.
Il bisogno d’amore.
Come cristallo purissimo
Ci appare la sua luce.
Ma è un attimo.
Un tempo che non conta l’ora dell’inganno.
E nel ricordo
Neve, sciolta al sole
Della noncuranza.
Negativi bruciati gli opachi giorni di ieri.
Ma noi distratti poeti
Che possiamo fare!
Solo afferrare,
Avidi di gioia
Quei pochi minuti
Di trascendenza conditi.
(Nunzy Conti da Specchio delle mie Brame)
Ciao Nunzy grazie della tua dolcissima dedica..
LE MIE PAROLE
Le mie parole bruceranno
non resteranno qui,
come legna che arde,
o acqua di un fiume in piena.
Forse qualcuno potra’ serbarle,
tenerne memoria,
o forse battiti di farfalla,
dimenticati,
ma m’avran dato respiro,
e io avro vissuto per loro..
Da Fiby blog (federica)
@federica
grazie anche a te…
…sei un viandante dell’anima..proprio come me
Dedicato a noi
SENZA LUOGO ALCUNO
“Senza luogo alcuno
è il mio cuore
Senza porto sicuro
viaggia la mia anima
Senza patria alcuna
riposano le mie cellule.
Io sono un ombra
che si aggira nell’infinità
delle emozioni.
NUNZY
***ciao ***
Alba in Etruria
Nel rosa di un’alba struggente
Resiste una falce di luna
Sorda al richiamo pressante
Della notte
Dal nero della notte che muore
L’Universo come artista pensoso
Dalla falce spia lo splendore
Del giorno
Breviario Mediterraneo
A una Regina
Fu tenace passione e puntigliosa
Con cui il catalano orologiaio
catalogò con l’intuito dell’amore
ed in mancanza di ogni dato certo
la biblioteca distrutta di Alessandria.
E’ stata puntigliosa la passione
con cui un uomo di grandi pianure
al primo sguardo sul Mediterraneo.
Inventò una filologia del mare ,
sull’onda di emozioni senza fine
Seppe così come al di là del tempo
Sempre offrirono asilo le sue rive
Quando per lotta del mare contro i venti
barche ed anime riunite dal destino
perdute avevano àncora e speranza.
E Venere sue tracce a questo mare
Fissò riproducibili oltre il tempo
nella bellezza bruna delle donne .
Dalla nascosta dolcezza degli sguardi
Alla sinuosa voluttà dei corpi
Da quale insondabile passato,
nelle cui spire il futuro si nasconde
Dal vostro canto annunciata siete apparsa,
di quel mare e di questa bellezza
metafora vivente, Maestà…?
Diego Franchi
Diego Franchi
@diego
….bella
..intensa
come il simbolo che racchiude
e che fa parte di te
ciao nunzy, grazie..
e grazie anche a te diego,…la tua poesia è davvero emozionante, esprime un calore e amore immenso..
COME FARESTI PER UNO CHE AMI
Siamo spacciati nella stanza dalla lunga spina,
i tuoi quadri sono come l’edera
il mio corpo un fagotto da mendicante…
ci sono giudici vestiti di nero al di là del fiume,
aspettano il nostro addio per giudicare ancora.
Siamo costretti in questo albergo di carta
ad ascoltare l’orgasmo attraverso le pareti…
la mia bocca è una distilleria clandestina
il tuo corpo, un cane poliziotto.
Siamo spacciati, amore, adesso che il tempo ha invecchiato i miei occhi
e la tua veste odora di petrolio e di legno,
sono sempre stato fatto di carta… ti aspetta un uomo alla porta,
dovrò distruggere questa vecchia camera d’albergo
perché non posso ascoltare l’orgasmo attraverso le pareti…
se hai ancora un po’ di saggezza, lasciami guardare attraverso le calze del nostro addio
questo pezzo d’amore che si allontana come un fiume nero e baciami
come faresti per uno che ami…
SENZA TITOLO
Il colle dell’infinito
è ora fruscìo sommesso
dell’invisibile lontana galassia
il cavo d’un orecchio enorme
d’un radiotelescopio.
Al di là, torna il silenzio
immenso .
Tu sei sul pianeta
coi piedi
con le mani,con gli occhi
con l’anima.
Guardi, lo sfiori a volte con mani rapaci
per stringere inutilmente
una manciata d’acqua d’un mare immenso.
T’impasti nel moto incessante.
Corri i rischi dell’acqua
del fuoco,delle lame
delle punte dei bacilli
che levigano,mùtilano
dilaniano gratificano,
ma….dove sei tu?
Nelle idee
nel pensiero forse?
Nei momenti del cuore
nell’inesprimibile
senza parole
dentro ?
Ma dove ?
Nel cervello.
Nella rete meravigliosa
dei neuroni che si richiamano
fremendo come polipi
con infiniti filamenti di braccia
a raccontarsi e a mettere insieme
come mosaico correttamente ricomposto
variate sensazione di una vita intera.
Ma quale vita, se non la tua
del tuo corpo sul tuo pianeta.
nel punto dove ti posi
dove ti muovi ,tessi i giorni e le notti ?
Come una stella nell’infinito
ha il suo moto
come un asteroide
il suo giro
come un sole la sua ruota
come il tutto insieme…
Tu sei…il tutto.
s.
ADDIO
Brandelli di pelle dell’ ennesima muta
sparsi sulla mia strada,
dietro, orme pesanti e scure.
Attimi dilatati dalla paura di me:
la porta va chiusa!
Vomito gli ultimi ricordi rimasti,
catarsi forzata della mente,
brividi di astinenza
ad espellere il veleno che mi addolora,
sudo sangue dall’anima
ma devo.
Attesa…, è nascita o morte?
Peggio è solamente il nulla.
Stefania Menegatti
http://cogitoergosum-arabafenice.blogspot.com
Centro e margini
Da piccola
non mi azzardavo
a pattinare
al centro della pista
dura e rumorosa-
rimanevo ai margini,
lasciavo il centro agli “altri”,
i bravi, gli arditi
quelli che osavano incrociare
sguardi e sorrisi-
forse è per questo che oggi
per rifarmi del tempo perduto,
degli sguardi e sorrisi perduti,
nello scrivere evito i margini
e qualcuno mi dice
che la mia è prosa e non poesia-
questo qualcuno
ignora la paura infantile
del centro di una pista per pattinare,
del mare dove non si tocca,
degli abbracci troppo forti-
ignora pure un impulso speculare:
stare da adulti al centro
pur desiderando
la quiete dei margini,
dei perimetri ombreggiati,
dell’essere ignorati
FALLIRE CADO TERRA GRAFFIATO E INZUPPATO DI POLVERE
DI COSMO INSAPONATO RICORDARMI ANIMALE VEGETALE
NON DIMENTICO IL SENSO DI APPARTENENZA SENZA PAROLE
E VERBI RASSICURARMI DALLA RIMESSA INESORABILE
OGNI SGUARDO NELLE VISCERE DEL GLOBO MUORE
FUORI RIALZO PER PARECCHIO ALTRO TEMPO
E SPORCO DI VALORE PURAMENTE IMMAGINATO
RIAVVENTURO PER VIA DI TERRARIA ANCORA IN PREDA
ALLA FEBBRE ALTA CAMMINO NEL MOSSOGLOBO
L’ESSEREGENOVA ED ESPERANTO
PER RIFARE A DUE ZAMPE NIENTE ASCENSORE MUSCOLARE
COME ULISSE CREATORE IL VIAGGIO
ANGELO PINI GENOVA
La Verità assoluta
Sono la scimmia
ingorda e infedele
che si arrampica
sull’albero della Verità.
Scivolo lentamente a terra
senza arrivare in cima,
è lungo e impervio
il cammino verso
la Verità assoluta.
Quante facce ha la Verità?
Verità agognata
sei manipolata
distorta
infangata
irretita
nascosta
rubata
odiata
vieni adulata …
Ti mostri raramente
“Verità” assoluta
racchiusa
nelle mani giunte
dell’Assoluto.
Cettina Lascia Cirinnà
Giustizia
Immagino la “Giustizia”
donna … tra i comuni mortali
imperterrita regge
in una mano, la spada
nell’altra, la bilancia,
passano i secoli
eterei nell’aria
si sovrappongono.
Il potere
belva feroce
distrugge
la Morale.
Sabbie mobili
sotterrano la Verità.
… Così muore la Giustizia.
Calma apparente
Nel giardino sottostante
gemme silenziose
pulsano di vita.
Occupano a raggiera
il mondo intero
e convergono in un punto
equidistante nella linea
del destino.
I pianerottoli si aprono
alle voci che si rincorrono
in vortici senza tregua.
Come ogni anno i balconi
attendono i gerani
per spezzare il grigiore
e la solitudine delle città.
Calma apparente
scende come nuvola,
intanto nel caos delle rivolte
la Storia si ripete …
Erba, 25 febbraio 2011
Diluvio universale
… acque folli
strabordano inquiete
sulla terraferma.
Non c’è un’ora prestabilita
all’istante travolgono la vita,
inondano le impronte dell’uomo
nel cuore di una civiltà illusoria.
Cataclismi innaturali
si abbattono imperterriti
a macchia di leopardo
puniscono l’arroganza
del sapere universale.
Inermi, soccombiamo.
Erba, 13 marzo 2011
ASSENZA
Forse é naturale resa
quest’assenza sull’ ombra ,
solo in me accesa.
L’azzurro é sfumato
verso cieli che ignoro
la notte é segreto
che taglia il respiro
Ovunque un cielo,
un’ immagine.
Attendo lune chiare
fra i rami secchi
mentre tu voli
su altro mare.
Svegliarsi e sentire
la vita che pulsa
nel grembo profondo
per nascere ancora
dolce la pioggia
07
MAR
Dolce verrà la pioggia
a lavare il terriccio
del mio vagare,
per sogni, per arenili, per onde
,
Calando nello stagno dorato
del sogno e del tramonto
che vuol bruciare,
nel sole oscurato.
Dammi ancora le tue stelle
da stringere forte
grazie @ tutti per avere lasciato le Vostre parole da leggere.
che è leggerVi.
ciao.
(da redazione)
n. 5
Quando ho visto l’Arcimboldo
pensavo fosse farsa, ma poi
piccole definizioni d’oggetto
in una vicina misura
mi hanno sciolto il corsetto.
vorrei scrive anch’io la versione che ricordi di “Tutti mi chiano Mario” e anche un’altra che non ho più sentito. E’ possibike?