«Nell’arco del 2010 sono quar-anta-treenne, quanto aspetto
per iscrivermi ad un corso di tiro con l’arco?
arco+freccia+bersaglio velato […]»
così Mario Bertasa in una “tavola di espansione” ( .II pag. 43) svela che il bersaglio di questo tiro con l’arco, alla fine intrapreso-uscito, è “velato”, e che dunque il tiro-libro, nell’arco delle poesie lo persegue con l’incertezza di un amante piuttosto che con la determinazione di un arciere-cacciatore;
raggiungere il centro o dirlo, semmai avviene per “dislocazione”, “tropo”, “variazione”, addirittura per tentativi iterati, come sembra suggerire il titolo della prima sezione (“un’altra / un’altra volta”), o per “trattamenti” di contrappunto (come il cancretizzante o il retrogrado). Continua a leggere
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