“Derubati del suo volto quasi non ci riconosciamo” scrive Emily Dickinson nel 1882 all’età di 52 anni in occasione della morte dell’amatissima madre, accudita fino alla fine come fosse stata una figlia tra le più fragili. Quell’inversione di ruolo da figlia a madre di sua madre, negli ultimi anni della malattia materna aveva anche convinto la poetessa a rifiutare il matrimonio tardivo con Otis Phillips Lords, l’unico suo amante che forse, fatto quel passo, sarebbe diventato una presenza reale nella sua vita e non colui che la sua scrittura aveva elaborato come compagno assoluto nell’arco di un’intera esistenza mediando poeticamente tutti i suoi incontri maschili in un’unica figura racchiusa nelle definizioni del maestro, dell’assente, del padre o di uno strano dio, comunque un’entità sempre equiparata a una divinità pagana cui votarsi senza preghiera. Scrive in proposito Nadia Fusini “Emily è pagana, come dice di se stessa; e cioè incurante di ogni altro bene, se non del contatto, qui, della terra in cui coltiva il suo giardino e dove vorrebbe ogni pienezza e ogni gioia”. Continua a leggere
Qualche ipotesi sul caso Emily Dickinson
05 sabato Ott 2013
Posted Emily Dickinson
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