“Massacro” di Liao Yiwu (traduzione di Giancarlo Locarno)
04 lunedì Giu 2012
Posted Giancarlo Locarno, Liao Yiwu
in04 lunedì Giu 2012
Posted Giancarlo Locarno, Liao Yiwu
in21 lunedì Mag 2012
Posted Ai Quing, Bai Yuchan, Beo Dai, Giancarlo Locarno, Li Bai, Liao Yiwu, Liù Xiaobo, Wang Wei, Xiang Yu
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Ai Quing, Bai Yuchan, Beo Dai, Giancarlo Locarno, Li Bai, Liao Yiwu, Liù Xiaobo, poesia cinese, Traduzioni, Wang Wei, Xiang Yu
Si appaia come stupidi e in questo stato si portino a termine i propri giorni.
……………………………………………………………………………….Bai Yuchan
Da millenni la società cinese insegue come per un destino la realizzazione del confucianesimo: l’uomo è naturalmente buono e il suo senso è concretizzato nella collaborazione per il bene e lo sviluppo della società, il proprio posto nella comunità ha un valore etico assoluto, che si manifesta come rispetto per la gerarchia.
I poeti cinesi invece volgono lo sguardo dall’altra parte, sono asociali, rincorrono il lato oscuro del Dao, ricercano l’accordo non con la gerarchia dello stato ma con l’equilibrio che si ottiene abbandonandosi alle forze cosmiche della natura.
Questa frattura agisce da millenni come motore nella cultura cinese, ed è evidente nella vita e nell’arte di tutti i poeti che qui presento in ordine cronologico, per ciascuno di essi riporto la mia libera traduzione di una poesia. Continua a leggere
28 mercoledì Set 2011
Posted Giancarlo Locarno, Shu Ting
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Poeti mezzo addormentati, oscuri, illeggibili, in una parola: Ménglóng , così sono definiti gli autori che dagli anni 70 raccolti attorno alla rivista Jīntiān fondata da Bei Dao, e oggi pubblicata in Svezia, ormai una rivista in esilio, cercano ancora di superare l’arte concepita come propaganda politica e dare spazio alle necessità creative dell’individualità all’interno dello scavo e della sperimentazione di quelle possibilità ancora nascoste nella lingua, banalità forse scontate per l’occidente.
Un po’ sono stati tollerati, un po’ lasciati ai margini della vita culturale ufficiale, questo fino ai fatti di Tienanmen – 天安门– la porta della pace celeste, del giugno 1989.
Dopo di allora, Bei Dao e altri poeti sono stati costretti all’esilio.
Invece, la poetessa Shu Ting, uno pseudonimo che significa Shū 舒serena e ting 婷piena di grazia, come la madonna, è rimasta in Cina come a sottolineare un’appartenenza e a condividere una storia, ha così dovuto accettare la prescrizione, ma anche gli onori, a seconda delle ondivaghe politiche di apertura e di chiusura governative, viene ridotta in silenzio durante la campagna ‘contro l’inquinamento spirituale’ poi viene invitata nell’associazione ufficiale degli scrittori. Continua a leggere
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