
la parola che non sgorghi da profondo pensiero
non è degna, quella, d’essere scritta né detta.
Facile cosa è mettere in versi parole,
ma sempre accorti bisogna stare sopra il verso.
Sfronda le molte parole che ti vengono in mente,
non farne d’una cento, ma di cento, una:
la parola è come la perla e il poeta n’è il palombaro;
non è facile cosa afferrare una perla speciale!
[Nezāmī in Khosrov-o-Shīrīn]
“Ciò ch’è di nuovo e nel contempo vecchio è la Parola, e su questo, molto si potrebbe parlare. La madre del Fiat creatore, fin dall’inizio della creazione, non generò figlio più bello della Parola. […]“1
Così nel prologo del poema, Nezāmī esorta: “guarda bene e vedrai che di tutto ciò che Dio ha creato nulla resta saldo se non la parola”1, essa stessa “perla” e “tesoriera dello scrigno del mondo invisibile; essa conosce storie mai udite, essa legge libri mai scritti”1.
Una parola dunque che, in quanto “figlio più bello” della madre, direttamente al pari del “Fiat creatore”, contiene (è custode) ed è capace di creazione. Continua a leggere →
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