Caligola: Elicone!
Elicone: Che c’è?
Caligola: (con voce seria e stanca). Voglio la luna … Non voglio mica l’impossibile … Tieni presente che l’ho già avuta … Io l’ho avuta completamente … L’avevo tanto guardata e accarezzata sulle colonne del giardino che aveva finito per capire.
Come il Caligola di Albert Camus desidera che l’impossibile sia, così anche Lucio dell’Asino d’oro di Apuleio invoca il potere di guarigione della luna come qualcosa di agognato. La rappresentazione storica è quella della Dea Iside, sorella e sposa di Osiride, capace di ridare la vita alle membra dilaniate dalla sofferenza terrestre, ma non solo. L’invocazione alla luna viene richiesta come qualcosa di salvifico e al contempo denudante del nostro stesso Sé. La ri-composizione di Osiride, raccontata nel mito egizio, è metafora di ricongiunzione postmoderna tra noi e l’Altro e ancor prima tra noi e la nostra stessa essenza marina; una quiete dunque che superando il languore per l’impossibile, riesce a lenire le ferite e a riportare la luce lunare in terra. Continua a leggere
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.