Nell’estate del 1978, in vacanza a Fonni presso l’Hotel Cualbu, ebbi modo di ammirare la vastissima collezione di quadri – tutti di grande spessore artistico – di proprietà dei padroni dell’albergo. A distanza di tanti anni mi torna alla mente un quadro in bianco e nero, di cui non ricordo l’autore, che mi era sconosciuto. Mi fermavo più volte a guardarlo, attratta dall’intensità espressiva della figura di donna raffigurata. Quella donna era la rappresentazione del Dolore. Il titolo del quadro era La madre dell’assassino.
Chi aveva riprodotto in maniera così precisa la cupa fissità di una madre il cui figlio si porta addosso il peso di un omicidio, doveva certamente aver presente un’opera analoga, in cui veniva rappresentata non la madre dell’assassino, ma La madre dell’ucciso, una delle opere più grandi dell’arte scultorea sarda, di Francesco Ciusa. Continua a leggere