[sulla felicità in tre quadri di Sergio Padovani]
Questo genere d’uomo sa anche che è vana opinione credere il fato padrone di tutto, come fanno alcuni, perché le cose accadono o per necessità, o per arbitrio della fortuna, o per arbitrio nostro. La necessità è irresponsabile, la fortuna instabile, invece il nostro arbitrio è libero, per questo può meritarsi biasimo o lode.
Epicuro, Sulla felicità
1. La finzione. Queste bestie …
Che c’entra il male con la felicità? Possibile che paradossalmente la purifichi dall’etica e la dia per quella rivelazione tronfia, inaudita che non dà neanche piacere? Quello che articola Sergio Padovani è un terzo grado, un iter attraverso una sua propria terna in cui i livelli di un senso astruso sembrano indicare qualcosa di indefinibile attraverso tre immagini altamente definite. Un totale capovolgimento che riguarda anche la morfologia dei corpi e che riduce tutto a pensare due semplici parole, come felicità e piacere in un rapporto tra loro, molto meno noto di quello che si è creduto fin qui e più arduo di quanto si sia disposti a credere. Che c’entra il piacere con la felicità nel mondo pittorico di Sergio Padovani? Forse nulla. Continua a leggere
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.