
(foto di Elia Belculfinè)
I
Una poesia
è una cosa perduta; non si fa vedere non si fa toccare
Fino a che in te essa non si compie;
e che muoia in una corolla di voci di gente
alla finestra.
Le poesie non chiedono di essere scritte.
Eppur lanci al suolo questo
vaso di terra
e fuori è l’oltraggio degli angeli
danzanti, che non hanno carne e
non hanno labbra –
fra il suono degli slogan a lembi e il lumino perso di una piccola
barca ancorata al niente della notte che cade la luna
nei tuoi occhi
# E
rubavamo le ciliegie in un campo, da un albero
che era una torre d’avorio,
allora che mormorava l’ultimo tempo nuovo sulla bocca del libeccio,
eravamo giovani e invece
adesso siamo bambini, pieni di rallegramenti, sì,
e strumenti musicali dentro vecchi sottoscala
per tenere lontane le arpie
del tempo
e guanti spaiati, e i capelli che già si fondono
con la materia dello specchio
abbiamo numeri dispari
soltanto, noi. Continua a leggere →
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