Perdisa Editore, 2010.
Stefania, la mia amica Stefania, a scrivere ci ha preso gusto. Questo è il suo quarto libro, e viene dopo “Roma nascosta”, 1984; “Matrioska”, 2001 e “Gli scheletri di via Duomo”, 2009. Per sovrappiù cura la pagina settimanale “Scritture & Pensieri” del quotidiano “Corriere Nazionale”.
Vive tra la Francia e l’Italia.
Il libro narra la storia del poeta e scrittore Jean-Claude Izzo, figlio di Gennaro, un emigrante partito, ragazzino di dodici anni, da Napoli alla volta di Marsiglia per raggiungere il fratello e la sorella, lì emigrati. Nell’ultima guerra Gennaro sarà un soldato francese, ma un soldato tutto speciale perché “parlava napoletano”.
Un avvio dal piglio deciso, quello della Nardini, che non concede niente al superfluo e che intride la scrittura, precisa e asciutta, di una tenerezza soffusa.
Napoli e Marsiglia sono le due città che la Nardini ama di più, e si sente. Nella prima ha ambientato “Gli scheletri di via Duomo”, ora è la volta di Marsiglia. In entrambi vi si esprimono sentimenti destinati a lasciare tracce indelebili per tutta la sua vita.
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