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“Mio nonno era “un uomo uguale a molti altri di questa terra, di questo mondo, senza opportunità, forse un Einstein perduto sotto una spessa coltre di impossibilità, un filosofo (chissà), un grande scrittore analfabeta. Qualcosa di serio che non h potuto mai essere“.
Così scrive Josè Saramago in Di questo mondo e degli altri.
Il nonno di Saramago, vecchio e stanco, “cammina sotto la pioggia, ostinato e silenzioso, come chi compie un destino che nulla può cambiare“.
Saramago e vedrà sempre in quel nonno “un uomo saggio, silenzioso ed introverso, che apre la bocca solo per dire parole importanti, quelle che contano”.
Leggendo queste pagine ho pensato a tutti quegli uomini e a tutte quelle donne che sono nati in paesi che non gli hanno dato né opportunità né occasioni per esprimersi al meglio e hanno lasciato la loro terra o perchè spinti dalla fame o per scappare dalla guerra. Li vedo trascinare i loro passi stanchi: uomini, donne e bambini senza nulla alla ricerca di uno spazio in cui gli si offra un’occasione semplicemente per vivere, uomini “senza opportunità”, ma anche inopportuni, perchè così noi li vediamo quando “invadono” la nostra terra.
Eppure chissà se fossero nati al nostro posto chi sarebbero oggi e cosa saremmo noi al loro. Continua a leggere
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