[Quale è la differenza che intercorre tra il mostrarsi e l’esibirsi dell’ambito stringente di questa contemporaneità? Vincenzo Cuomo con uno scritto intensamente poetico esamina la situazione del corpo oggi. Il suo dibattersi all’esterno e all’interno della visibilità. L’essere perennemente visibili nel modo ingannevolmente risolto della virtualità. In questa possibilità di essere visibile e invisibile insieme, toccabile e intoccabile, il corpo, come scrive Cuomo, è anche quello escluso, dimenticato dello straniero, ridotto al silenzio dal lavoro manuale coatto, quello che ospita la sofferenza psichica o le pause che difficilmente si accettano come non performative. Al di là della stringente sintesi filosofica, lo scritto di Cuomo risulta essere profondamente poetico, proprio perché alieno alle sclerosi che rendono filosofia, poesia e società materia fredda, riservata a chi se ne aggiudichi lo studio esclusivo, nella misura di una “esibizione” di contenuti, piuttosto che nel suo mostrare questi “esponendosi” nel divenire di una ricerca che come mozione ha il mantenimento del “segreto” che l’ha ispirata. Lo scritto di Cuomo in questo senso procede in perfetta coerenza con i suoi enunciati. “Solo la danza” scrive Cuomo “una danza capace di dis-orientare il corpo e di dis-organizzarlo, è capace di mettere definitivamente fuori gioco il sistema del giudizio, perché danza intorno al vuoto, al pericolo, al segreto. Pura scrittura intorno al nulla”. ]
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Ma che cosa intendiamo qui per “invisibilità”? Né più né meno che il “segreto” di cui ogni corpo, ciascun corpo è, più o meno consapevolmente, portatore. vc
Visibilità, segreto, danza dei corpi
di Vincenzo Cuomo
Qual è la condizione attuale dei corpi? Quali sono i caratteri del loro attuale essere al mondo? Ma, prima di tutto, che cosa fa di un corpo un corpo? Oltre ad essere qualcosa che nasce e muore, un corpo è qualcosa che si vede e si tocca, e il luogo di tale visibilità “che si tocca” è la pelle. I corpi che ci circondano sono innanzitutto la loro pelle. Lì essi si rendono visibili, lì essi si rendono “toccabili”. È la pelle che definisce il loro limite materiale, oltre il quale c’è solo la loro distruzione violenta; ed è la pelle che rende “visibile” la loro alterità, la loro distanza irriducibile, la loro “intangibilità”, la loro invisibilità. Nel tocco della loro pelle, si tocca l’invisibilità dei corpi, vale a dire la loro intimità, la loro segretezza. È di questo paradosso che, come è noto, Jean-Luc Nancy è il pensatore indiscusso. Continua a leggere
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