Scarica il pdf o acquista i racconti “Al Castello di Dunnottar”
Ma non solo, abbiamo anche il Castello in video (riprese di Maria Pina Ciancio).
01 lunedì Set 2008
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Ma non solo, abbiamo anche il Castello in video (riprese di Maria Pina Ciancio).
01 lunedì Set 2008
Dalla piccola stazione di Stonehaven, tra le nebbie e i richiami dei gabbiani, percorremmo tre miglia a piedi, lungo un viottolo sterrato, stretto e scivoloso. Tra rocce, grotte e rupi scoscese che precipitano a picco sul mare del Nord, arrivammo finalmente al Castello di Dunnottar.
Mario si girò con un sorriso di trionfo, non appena le rovine si fecero strada in mezzo al grigiore. Respirava forte, ansante per la camminata, ma sorrideva. Mi stava dicendo che, ancora una volta, aveva avuto ragione lui. Che le foto, sarebbero venute, tra quelle mura, su quel mare, una cosa fantastica. Lo superai in fretta, urtandolo appena con lo zaino caricato sulle spalle, che non vedevo l’ora di sbattere in un angolo. Lo stretto sentiero in pendenza che si snodava lungo la roccia non mi piaceva. Preferivo terra sicura sotto i miei piedi e cominciai a respirare solo quando riuscii a sedermi nell’erba umida e ad appoggiarmi a una delle pareti.
“Be’?”, fece Mario quando mi raggiunse. Continua a leggere
28 giovedì Ago 2008
Posted Donatella Righi, Il castello di dunnottar, Le sfide di VDBD
inDalla piccola stazione di Stonehaven, tra la nebbia e i richiami di gabbiani, percorremmo tre miglia a piedi, lungo un viottolo sterrato, stretto e scivoloso. Tra rocce, grotte e rupi scoscese che precipitano a picco sul mare del Nord, arrivammo finalmente al Castello di Dunnottar…”
Era ormai sera e, nonostante sulla guida fosse scritto che l’orario di apertura non si protraeva oltre le 17, io e Ric, il mio fedele spinone, ci piantammo davanti all’immenso ingresso, pronti a chiedere un’accoglienza caritatevole. Presto sarebbe calato il buio e non mi sembrava opportuno ritornare al villaggio lungo l’impervio sentiero.
Bussai ripetutamente con energia. Poco dopo si aprì uno spioncino e una voce baritonale sentenziò che il castello era chiuso e l’ingresso era ormai impossibile per quel giorno.
” Per cortesia” implorai “chiedo di poter usufruire del servizio di foresteria, come si dice qui, a pag.210 della guida.” Continua a leggere
26 martedì Ago 2008
“Dalla piccola stazione di Stonehaven, tra la nebbia e i richiami di gabbiani, percorremmo tre miglia a piedi, lungo un viottolo sterrato, stretto e scivoloso. Tra rocce, grotte e rupi scoscese che precipitano a picco sul mare del Nord, arrivammo finalmente al Castello di Dunnottar…”
Bussammo. La porta era enorme, e bussare col palmo della mano risultò inutile. Un debole rumore sul legno stagionato, forse vecchio di secoli:
Pim pim pim…
Nulla. Dall’interno nessun segno. Provammo con una pietra, anzi, con tre pietre, siccome eravamo in tre ad attendere lì fuori al freddo:
Van! Von! Ven! (le pietre erano di diverse dimensioni).
Niente, nessuno venne ad aprirci. Provammo allora col campanello, posto in alto a destra:
DRIIN! DRIIN! Continua a leggere
25 lunedì Ago 2008
Dalla piccola stazione di Stonehaven tra la nebbia e i richiami dei gabbiani, percorremmo tre miglia a piedi, lungo un viottolo sterrato, stretto e scivoloso. Tra rocce, grotte e rupi scoscese che precipitano a picco sul mare del Nord, arrivammo finalmente al Castello di Dunnottar…”
La nebbia si diradò e cominciò a nevicare, la neve cadeva a piccole sfere soffici e fredde che si posavano col fruscio dei lenzuoli pregiati di seta quando la mano li muoveva o quando Marilina, nel sonno, voltandosi su di un fianco, sbrigliava le cosce morbide dal loro abbraccio avvolgente di crema. Continua a leggere
24 domenica Ago 2008
“Dalla piccola stazione di Stonehaven, tra la nebbia e i richiami dei gabbiani, percorremmo tre miglia a piedi, lungo un viottolo sterrato, stretto e scivoloso. Tra rocce, grotte e rupi scoscese che precipitano a picco sul mare del Nord, arrivammo finalmente al Castello di Dunnottar…”
Era il nostro ultimo giorno insieme, poi sarei partito per un lungo viaggio che mi avrebbe portato in Oriente. Avevamo molte cose da dirci ed io temevo di non avere tempo a sufficienza.
Perché le onde si frangevano con una potenza tale da allontanare i gabbiani e il sole, che quando ci accolse alla stazione era insolitamente caldo, ora si era nascosto.
Alcuni turisti uscivano di corsa dal castello, salivano su piccoli autobus o inforcavano biciclette cariche di bagagli.
“Ti piace?” le chiesi.
“Sì, molto”.
“Da piccolo giocavo a nascondermi con i miei amici”. Continua a leggere
23 sabato Ago 2008
“Dalla piccola stazione di Stonehaven, tra la nebbia e i richiami dei gabbiani, percorremmo tre miglia a piedi, lungo un viottolo sterrato, stretto e scivoloso. Tra rocce, grotte e rupi scoscese che precipitano a picco sul mare del Nord, arrivammo finalmente al Castello di Dunnottar”.
Era ancora presto perché la nebbia si diradasse. Ce ne sentivamo immersi o forse sommersi. Le grida degli uccelli penetravano quella densità così fitta dell’aria come spari dentro urne di vetro da cui sembrava fuoriuscisse il tempo. Persino gli odori sembravano farsi più pungenti e acri: terra, salsedine ed erbe mischiate all’aspro amaro di polvere da sparo. A precipizio sugli strapiombi cadevamo anche noi, con il castello a picco dallo sperone su cui s’innestava. Continua a leggere
19 martedì Ago 2008
Dalla piccola stazione di Stonehaven, tra la nebbia e i richiami dei gabbiani, percorremmo tre miglia a piedi, lungo un viottolo sterrato, stretto e scivoloso. Tra rocce, grotte e rupi scoscese che precipitano a picco sul mare del Nord, arrivammo finalmente al Castello di Dunnottar.
L’escursione si era rivelata davvero difficoltosa. Pensare che Cinthia e io, di camminate ne avevamo fatte, in questi anni. Forse l’umidità, la nebbia, che per fortuna ora si stava diradando e le rocce così frastagliate avevano contribuito a renderla maggiormente ardua.
Giunti in cima però la fatica lasciava posto allo stupore per la bellezza che ci circondava.
In lontananza, oltre il vecchio castello che ora si ergeva davanti a noi con tutto il suo carico di storia e di mistero, la suggestiva visione di un mare d’ardesia si fondeva con il grigio del cielo.
“ E’ stata durissima, ma ne è valsa la pena, non trovi cara?” Continua a leggere
18 lunedì Ago 2008
“Dalla piccola stazione di Stonehaven, tra la nebbia e i richiami dei gabbiani, percorremmo tre miglia a piedi, lungo un viottolo sterrato, stretto e scivoloso. Tra rocce, grotte e rupi scoscese che precipitano a picco sul mare del Nord, arrivammo finalmente al Castello di Dunnottar…”
Durante la salita sentivo la mano di Giorgio dentro la mia, fiduciosa e presente, anche se non so bene chi dei due tirasse l’altro. Giorgio allora aveva otto anni ed era già una piccola persona interessante, anche se era all’epoca molto solitario e insicuro. Quando arrivammo in cima ci sedemmo sul prato davanti al Castello a riprendere fiato. La salita era stata faticosa ma la vista ci stava ricompensando ampiamente.
Il Castello si stagliava contro il cielo color nebbia e i contorni sfumavano nel nulla.
Giorgio era stranamente silenzioso e fissava il cielo come a cercare qualcosa.
Il silenzio era irreale e l’unico rumore era il grido dei gabbiani.
All’improvviso sentimmo un rumore. Giorgio fu il primo a notarlo e si alzò in piedi di scatto. Continua a leggere
11 lunedì Ago 2008
Dalla piccola stazione di Stonehaven, tra la nebbia e i richiami dei gabbiani, percorremmo tre miglia a piedi, lungo un viottolo sterrato, stretto e scivoloso. Tra rocce, grotte e rupi scoscese che precipitano a picco sul mare del Nord, arrivammo finalmente al Castello di Dunnottar.
Una strana impressione di dejà-vu mi ossessionava fin dal primo momento che avevo intravisto le sue grigie torri diroccate, oltre la bassa vegetazione della brughiera solitaria; non riuscivo a capire se la sensazione si riferisse a qualche mia esperienza di viaggio compiuto in passato, di cui non mi ricordavo più in modo distinto – avevo viaggiato così tanto in vita mia, per dovere o per piacere…oppure, se si trattava di un ricordo non mio, quasi fossi entrata, alla vista del castello, dentro una dimensione diversa, di leggenda, favola o mito.
08 venerdì Ago 2008
“Dalla piccola stazione di Stonehaven, tra la nebbia e i richiami dei gabbiani, percorremmo tre miglia a piedi, lungo un viottolo sterrato, stretto e scivoloso. Tra rocce, grotte e rupi scoscese che precipitano a picco sul mare del Nord, arrivammo finalmente al Castello di Dunnottar.”
Aveva una fama quel castello. Leggende, dicevano in molti. Peccato, pensavo io.
Ero salito fin lassù soprattutto per la suggestione di certe storie. Presenze, assenze, ombre e rumori. Tracce invisibili di ospiti misteriosi. Un po’ come in “Harry Potter”, ecco.
Solo che lì a Hogwarts è finzione, sì è finzione…credo.
Certo, mi dissero i miei compagni di viaggio, invece quello che pensi tu su Dunnottar è vero, verissimo! E giù a ridere sparpagliando davanti all’ingresso del castello mozziconi di sigarette e kleenex sporchi.
Guardiamolo, magari scattiamo qualche foto, dissi. Poi andiamo via. Continua a leggere
03 domenica Ago 2008
Dalla piccola stazione di Stonehaven tra la nebbia e i richiami dei gabbiani, percorremmo tre miglia a piedi, lungo un viottolo sterrato, stretto e scivoloso. Tra rocce, grotte e rupi scoscese che precipitano a picco sul mare del Nord, arrivammo finalmente al Castello di Dunnottar…”
Io ero molto stanca e mi lasciai cadere su un sedile di pietra coperto da una sostanza viscida e umidiccia, scivolai dal masso e finii malamente col sedere a terra. Continua a leggere