Colui che ho sempre considerato il miglior narratore italiano vivente se n’è andato il giorno di Natale del 2009 (era nato nel 1930), una data di elezione, un segno distintivo per noi di riconoscenza e gratitudine.
Scrivere ancora sull’autore de “Il trono di legno” (1973), “La regina di Saba” (1975), “Gli dei torneranno” (1977), “La carrozza di rame” (1979), “La conchiglia di Anataj” (1983), “L’armata dei fiumi perduti” (1985), sei capolavori (ma non i soli), è da parte mia un doveroso omaggio che intendo fare a chi ha saputo trascinarmi nel mondo magico e misterioso della scrittura.
Ho scelto “Il vento nel vigneto”, perché fu il suo primo romanzo, e rappresentò il suo ingresso nel mondo delle lettere. Fu riscritto in dialetto friulano nel 1971 con il titolo “Prime sere”. Continua a leggere
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