Ecco tre stralci intensi nonché suggestivi da un poemetto inedito, tanto vivido e brillante nella forma, quanto tenebroso nei contenuti. Già, è questa la cifra contraddittoria (e se vogliamo paradossale) che senza dubbio lo caratterizza e che, com’è ovvio, gli deriva direttamente da chi l’ha scritto: mi riferisco all’autore sardo Fabrizio Raccis, il quale –ispirandosi volutamente ad un famoso romanzo di Gaston Leroux– ha deciso di narrare in versi le vicende di Erik (il fantasma dell’Opera) follemente innamorato della bella Christine.
I
Canteranno di noi
i poeti,
canteranno di un amore
dannato dai tempi.
Canteranno di un fantasma
che girovago
come un corvo solitario
inseguiva una chimera.
Canteranno di noi
i poeti,
canteranno di una cupola di stelle
scesa ad infrangersi sulla terra. Continua a leggere
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