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A volte dimentico di scrivere i titoli
di Stefano Turi (alias “Delirio”)
Liberodiscrivere® edizioni – Genova
Pagine 90 prezzo 10,00 €
Siediti
sul crinale di queste parole
ed osservami
dall’alto, come sempre hai fatto interpretando
il nudismo atipico di
certi lampioni giudicati
dal vento […] (da Presentandoti un io qualunque)
Dentro queste stanze, si versano parole liquide da bere, come un invito all’ascolto, un’esortazione a guardare ciò che va oltre il solito scenario delle cose. L’autore è costretto dentro l’improbabilità di sapersi integro dentro questo frantumarsi di vita attorno che arriva a frammentargli il verso, in un’aberrazione che – a tratti lacerante – gli cerca uno spazio, quasi gridando.
In questa dimensione la sua poesia è urlo isolato, soffocato dentro pareti poco adatte a contenerne il peso: come fossero la casa di cartone di un clochard che vive funambolando la chimera di una libertà assoluta. Felice solo di esistere.
Un urlo di incondizionata preghiera di ascolto e comprensione, gridato dentro monologanti parole colloquiali, che lo isolano dal frastuono qualunquista della quotidianità.
Un urlo accartocciato dentro condizionali speranze di pace, con le quali il nulla avrebbe di certo / scatole decenti / in cui poterci ospitare, e che si scontra con lo stereotipo materiale della vita, aggravandogli il passo di un peso tanto più grande delle proprie forze, da invitarlo ad arrendersi.
Una resa come una sedia sulla quale riposare l’affanno di questa impotenza svilita. Disperando un qualche conforto dal cielo. Continua a leggere
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