Driian
Y: donna 38 anni, assistente sociale, ha un carattere poco incline alla compassione.
Z: donna, 33 anni
A: figlia di Z, 6 anni e mezzo, spesso ruba le penne e le matite più colorate ai compagni di classe.
[Y trova la porta dell’int. 8, secondo piano, scala b, socchiusa, dopo un momento di esitazione decide di entrare]
L’appartamento era in uno stato di degrado totale. Sporcizia, vestiti, scarpe, fogli di giornale si mescolavano rovinosamente formando mucchietti sparsi lungo il perimetro di quello che era difficile definire un luogo abitativo. La rovina pioveva dalle tende ammuffite fino allo sgocciolare del rubinetto sui piatti. L’odore pungente di avanzi mai più toccati giunse diritto allo stomaco di Y, che si portò istintivamente una mano alla bocca. Per qualche istante sembrò che non ci fosse nessuno lì dentro. Invece no. Qualcuno era presente. Ma Y non era, e non fu in grado di oltrepassare quella violenta discarica di visioni perlustrative e scovarvi nascosti dolore, assenza, perdita… Continua a leggere →
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