Narda Fattori

31 giovedì Gen 2013
Posted Narda Fattori
in30 mercoledì Gen 2013
Posted No category
in≈ Commenti disabilitati su Mostre. Roma,Israel Now-Reinventing the Future.
Tag
Museo MACRO Testaccio, Piazza O. Giustiniani, Roma, dal 31 Gennaio al 17 Marzo 2013.
Inaugurazione: giovedì 31 gennaio 2013, ore 19.00
La mostra Israel Now – Reinventing the Future, a cura di Micol Di Veroli, presentata dal MACRO – Museo d’Arte Contemporanea Roma e prodotta da Glocal Project Consulting, partner DRAGO, è sostenuta dall’Ambasciata d’Israele in Italia e dalla Fondazione Italia Israele per la Cultura e le Arti, e patrocinata dal Ministero degli Affari Esteri, Regione Lazio, Provincia di Roma e Roma Capitale – Assessorato alle Politiche Culturali, Centro Storico, Comunità Ebraica di Roma e UCEI.
La mostra ha ottenuto la Medaglia Di Rappresentanza dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
La mostra, strutturata attorno ad una selezione di ventiquattro artisti israeliani provenienti da esperienze e generazioni diverse, vuole essere una piattaforma culturale trasversale, multidisciplinare, capace di riflettere il dinamismo e la visionarietà dello Stato di Israele.
In mostra opere di: Shay Frisch, Tamar Harpaz, Nahum Tevet, che saranno presenti all’inaugurazione e ancora Boaz Arad, Maya Attoun, Yael Bartana, Orit Ben-Shitrit, Yifat Bezalel, Ofri Cnaani, Elinor Carucci, Michal Chelbin, Keren Cytter, Dani Gal, Lea Golda Holterman, Meital Katz Minerbo, Shai Kremer, Adi Nes, Uri Nir, Leigh Orpaz, , Michal Rovner, Yehudit Sasportas, Gal Weinstein, Shahar Yahalom, Guy Zagursky.
29 martedì Gen 2013
Posted Narda Fattori
inTag
GRAMMATICHE
Non resterò col richiamo della civetta
dentro l’udito e il boato che schianta
qualcosa di vivo di vecchio di casa
non resterò con le ali bruciacchiate
la dimenticanza del volo e lo sguardo
fisso sulle stelle fredde e lontane
non resterò senza un mistero senza una fiaba
senza un trasalimento e mano con mano
mi porterò dove il lupo gioca con l’agnello Continua a leggere
28 lunedì Gen 2013
Posted Marco Scalabrino
in27 domenica Gen 2013
Posted No category
inNote sulla letteratura della Shoà
La letteratura sulla Shoà è molto vasta perché, nell’immediato dopoguerra, ma anche più tardi, per molto tempo dopo e ancora oggi, per fortuna, si è sentito e si sente il bisogno di testimoniare e di riflettere su una pagina tragica, forse la più tragica e assurda, della storia dell’umanità; e quindi su quella tematica si è scritto e si scrive tanto: dai testi memoriali dei sopravvissuti –e a questa categoria appartiene il più importante e classico di essi Se questo è un uomo di Primo Levi ma anche Il silenzio dei vivi di Elisa Springer o Come una rana d’inverno di Daniela Padoan- fino ai romanzi, in cui realtà e finzione si mescolano, ma dove il comune denominatore è comunque il riferimento, seppure liberamente interpretato, a fatti rigorosamente storici, come Schlinder List di Thomas Keneally; sino a opere di saggistica, come Uomini ad Auschwitz di Herman Langbein o La banalità del male di Hanna Arendt, per approdare infine alla poesia, in particolare a quella di Paul Celan, forse il più grande poeta della Shoà, con la celebre Fuga di morte, e di altri, tra cui lo stesso Primo Levi, autore della lirica che apre il romanzo di cui ha ispirato il titolo, e che fu inserita poi nella raccolta L’osteria di Brema col nome di Shemà. Continua a leggere
25 venerdì Gen 2013
Posted Antonella Brighi
inTag
Silenzio da due di notte. Nell’aria immota improvvisi i rintocchi in terza maggiore del vecchio campanile: due lunghe vibrazioni come pietre a colpire la superficie del buio. E un fremito aveva percorso la rigidità del paesaggio attraversando i sentimenti di desolata solitudine disseminati nelle tenebre. Solitudine nell’immenso giardino invaso dalla gramigna e dai rovi. Solitudine nella volta del cielo e lungo i sentieri sconnessi. Solitudine nella stanza dal massiccio arredo in stile e avvolta in un’oscurità resa ancora più totale dalle pesanti tende rosse rigorosamente incrociate sulle vetrate ad arco. Continua a leggere
24 giovedì Gen 2013
Posted No category
in≈ Commenti disabilitati su Artincontro – rassegna
Venerdì 25 gennaio, alle 18,30, al Teatro Don Bosco dei Salesiani di Ragusa, nel contesto della quinta rassegna “Artincontro”, saranno in scena per la poesia i poeti ragusani-doc Andrea Maurizio Campo, Antonella Mania, Adriano Padua, Dario Pepe, Massimo Statello e Veronica Verdirame. Verrà premiata, inoltre, la poetessa Letizia Dimartino. Qui di seguito testi di Campo, Padua e Dimartino.
22 martedì Gen 2013
Posted William Carlos Williams
inL’imperatore impotente
si ottunde a scrivere
poemi in un giardino
e intanto i suoi eserciti
uccidono e bruciano. Ma noi,
in povertà senza amore,
serbiamo qualche intesa Continua a leggere
19 sabato Gen 2013
Posted Federica Galetto
inTag
Federica Galetto, Onirica Edizioni, Poesia, recensioni di Vera D'Atri e M.Gisella Catuogno, Stanze del nord
Leggendo Stanze del nord siamo immediatamente trasportati all’interno di due perimetri concentrici, la casa e il paesaggio, quasi due trincee entro le quali lasciarsi andare ad una solitudine invitante, ad una clausura volutamente inviolabile che nello stesso tempo si rivela essere attesa di un prodigio e dove quel prodigio si rivela non essere altro che la scrittura (o la riscrittura di sé).
Entriamo dunque. Siamo dove totalmente assente è l’ordinario. Ogni pur piccolo elemento è visto con acutezza e partecipa della vita della poetessa, condivide il suo percorso e le sue folgorazioni nel serrato confronto con la natura, con il passato, con gli intercalari lasciati scoccare come alleluia in un santuario così echeggiante dei propri spasimi da farle scrivere di punto in bianco che cosa fai/ sulle guglie del mio capo. Continua a leggere
17 giovedì Gen 2013
Posted Maria Gisella Catuogno
inOh, l’impossibilità d’avere una certezza
un punto fermo, una stella polare
che brilli immobile a illuminare
il cammino nella notte; Continua a leggere
15 martedì Gen 2013
Ricordando Sciascia nell’anniversario della sua nascita: Racalmuto, 8 gennaio 1921
“Il giorno della civetta” è forse il romanzo più conosciuto di Sciascia, che inaugurò, uscito nel 1961, il genere investigativo poliziesco con il quale intese portare avanti la sua denuncia contro la corruzione mafiosa di cui soffriva e ancora soffre la Sicilia.
“A ciascuno il suo” è del 1966 ed è strettamente collegato ai propositi, alle finalità, che caratterizzarono il romanzo del 1961.
La scrittura nitida e persuasiva contribuì non poco a fare di questo autore un’autentica ed indiscussa figura morale, ascoltata e rispettata per il raro coraggio e la lucidità del pensiero.
Il farmacista Manno, “un brav’uomo, di cuore, alla mano”, un giorno riceve una lettera anonima contenente minacce di morte: “per quello che hai fatto morirai.” Lui stesso e gli amici considerano la lettera uno scherzo, di cattivo gusto, ma sempre uno scherzo; se non che il 23 agosto 1964 il farmacista viene trovato ucciso, assieme al dottor Roscio, medico del paese, con il quale era stato tutto il giorno a caccia, e a uno dei suoi dieci cani che si era portato con sé. Tocca al maresciallo dei carabinieri ritrovare e identificare i cadaveri. Continua a leggere
14 lunedì Gen 2013
Commuove questo libro di poesie, come il silenzio di Socrate, la nonviolenza di Gandhi, la risposta “Io sono nessuno” di Ulisse a Polifemo(Omero), i dieci “I would prefer not to” di Bartelby lo scrivano (Herman Melville), la diversità del principe Myskin (Idiota di Dostoevskij), la clausura di Emily Dickinson e la rinuncia, l’assenza e il rifiuto di tanti altri personaggi nella letteratura e nella vita. De Girolamo li conosce di sicuro tutti e ha voluto cantare quest’atteggiamento interiore, semplificato nelle dimostrazioni in piazza col motto: not in my name! Sono no lontanissimi da ogni forma di nichilismo, di fuga o di malattia, mentre rientrano nella categoria della resistenza e dell’opposizione ad una condizione generalizzata d’ingiustizia, ad un andazzo indecente e a una situazione intollerabile. Sono di fatto un sì ad altro e a quanto valorizzi la dignità umana. Come De Girolamo canta in Paradigma, la poesia che giustamente dà il titolo all’intera plaquette. Continua a leggere
11 venerdì Gen 2013
Posted Donatella Righi, Normanna Albertini, Novità editoriali
inMemorie di una bambina di campagna
di Normanna Albertini
Garfagnana Editrice, 2012
A volte le magie avvengono così, nascono dalla semplicità, da due chiacchiere e un invito. A chi ha tante storie conservate dentro basta una richiesta e ne scaturisce un dono.
Questi racconti si susseguono come le stagioni, cadenzati dal ritmo della quotidianità di una vita nemmeno tanto lontana: l’io narrante è l’autrice che torna agli anni dell’infanzia con gli occhi da grande e li rivive, riassaporandone i colori, le sfumature, i luoghi, le voci.
È una narrazione corale da cui sgorga una cultura contadina appenninica con gerarchie precise: la nonna Eva, il nonno Carlo, i vicini di casa, i mezzadri, i raccolti, i prati , i boschi.
Una moltitudine di personaggi concreti si stagliano ben definiti nell’affresco contadino. Uno spaccato micro sociale co-costruito, direbbe Jerome Bruner, dove i più grandi tengono come una impalcatura quelli che crescono e di loro si fidano.
( dalla recensione di Ameya Gabriella Canovi ) Continua a leggere
09 mercoledì Gen 2013
Posted Rossella Maiore Tamponi
inLE CAMERE ATTIGUE di Rossella Maiore Tamponi,
edizioni del Foglio Clandestino di Gilberto Gavioli,2010
Dire che questo è un libro da leggere, è un po’ assurdo.
Tutti i libri sono scritti per essere letti. Ma non tutti – specialmente quelli di poesia – meritano lo sguardo di un lettore attento e appassionato. Che pretende giustamente di emozionarsi, riflettere anche, provare la sensazione di non aver perso il suo tempo a decifrare parole di vetro. È molto appagante scoprire, tra il mucchio di queste parole macinate in mille modi sulle pagine, quelle che “entrano” davvero dentro di noi senza artifici, ma con grazia, pudore, sobrietà, consapevolezza. E poi tutto questo, diventa una sintesi indefinibile, un qualcosa che i giapponesi chiamano iki: è il fascino sottilissimo emanato da qualcosa, e che ha il potere di persuadere.… Continua a leggere
07 lunedì Gen 2013
Posted Pigliaru Alessandra
in≈ Commenti disabilitati su Il sangue privato. Vendetta e onore in Scipione Maffei Pietro Verri e Cesare Beccaria
Per chi vuole approfondire la tematica dell’onore e della vendetta privata nella storia del pensiero, dagli antichi filosofi greci, al codice d’onore dei cavalieri che con i duelli stabiliscono la verità e lavano le offese, fino ad arrivare alla tortura legalizzata e al regime del sangue del settecento italiano, che con l’unificazione della legge quale vendetta pubblica fa apparire all’orizzonte la modernità:
Il sangue privato. Vendetta e onore in Scipione Maffei Pietro Verri e Cesare Beccaria
un avvincente nonchè singolare saggio di Alessandra Pigliaru, dottore di ricerca in Discipline filosofiche e cultrice di materia in storia della filosofia. Il saggio è ordinabile in tutte le librerie oppure scrivendo una mail all’editore ilprato@libero.it – spese di spedizione gratuite.
dalla quarta di copertina
Le idee di vendetta e onore ricoprono un ruolo centrale nella scena del pensiero occidentale, condizionate come sono da una doppia e complicata narrazione: la storia delle passioni e quella delle leggi. È all’altezza del Settecento italiano tuttavia che il rilievo delle due idee corrisponde alla chiusura di un modello culturale segnato dal regime del sangue e dalla conseguente apertura alla modernità. Attraverso la decostruzione erudita di Scipione Maffei, scopriamo che il senso dell’onore cavalleresco non è avvinto all’onestà e che la vendetta è contraria alla ragione e alla legge. Sempre nel solco dell’eredità filosofica degli antichi, la ricomposizione morale rappresentata dalle riflessioni di Pietro Verri e di Cesare Beccaria si oppone alla contraddizione della tortura e della pena di morte – Continua a leggere
06 domenica Gen 2013
Posted Giovanna Bemporad
inMia compagna implacabile la morte
persuade a lunghe veglie taciturne.
Ma non so che inquietudine febbrile
fa ingombro a questo dolce accoglimento
calando il sole, prima che ogni gesto
si traduca in memoria e che ogni voce
s’impigli nel silenzio. Forse il vento
porta come un rammarico del tempo
che non è più, trascina per le strade
deserte una fiumana d’ombre care.
E biancheggia un’immagine tra i gigli
di giovane assopita nel suo riso.
05 sabato Gen 2013
Posted Cristina Bove
inFu la sillabazione delle ore
a riciclare tra tegami e piatti
i libri letti – costolature verdeoro –
e dieci sguardi famigliari
a condannare da un balcone il volo
della ragazza ch’era carta straccia.
La cucina una pista di rullaggio
in effetti ci volle per l’abbrivio
solo uno schiaffo dato in piena faccia
e l’asfalto fu un campo d’atterraggio.
Tanto ci volle a ricapitolare
diciott’anni per dire che la gente
viveva di conformità mortali.
Se avessero taciuto quelle bocche
di farisei
di sepolcri imbiancati__ disse un tale
che poi ci regalò questa cultura
di sproporzioni ignobili
(ne paghiamo ogni voce)
e l’assistenza che le fu negata.
E ancora adesso
cosa interessa a chi nel calderone
rimesta tutto ciò che cuoce?
Dicono taci, dicono sei viva
ma che ne sanno gli animi di pietra
di quanto sia ostinato quel momento
che sempre e sempre si ripete__che
ti sveglia da cent’anni in piena notte
e
malgrado accorgimenti d’ogni sorta
malgrado meraviglie
torna malefico e puntuale
ed ogni volta
vorresti essere uscita vittoriosa
come dal cancro e da tanti altri mali
mentre quel salto là,
quello strappo dai propri stessi piedi
non lo potranno mai capire i vivi.
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.