Immagine © Riccardo Marassi
Ciccio decise di non andarci più dopo l’ultima escursione a Sperlonga.
La domenica mattina di giugno era radiosa. Appuntamento al Museo alle sette, dove Ciccio era sdraiato su una panchina; aveva dormito là dopo il sabato notte passato in un bar di Port’Alba, nel tentativo di portarsi a letto un’intellettuale moldava. S’era presentato all’happy night in bermuda e infradito, già pronto per la giornata di mare; e la preda mitteleuropea gli aveva preferito un voluttuoso trucidone di Capodichino, jeans viola e capelli verniciati a flatting. Continua a leggere
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