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Un altro giro un altro poeta. Questa volta un personaggio ben strano. Di lui posso dire solo che vive a Desio e lavora a Milano. Giorgio è un poeta che è costretto a utilizzare uno pseudonimo, o che preferisce farlo. La questione mi colpisce comunque. Ma è davvero così pericoloso fare poesia? L’ho conosciuto quindici anni fa, abbiamo lavorato insieme per tre lunghi(ssimi) anni, so di lui molte cose e soprattutto ne ho sempre riconosciuto l’intelligenza e la preparazione culturale. Poi un giorno, lui mi ha ritrovato in rete. Ha un blog, considerato piccolo cult e segnalato nelle zone “che contano”. Pieno di poesie. Le sue. Mi ha stupito, nessuno sapeva nulla. Aveva sempre occultato la sua vena poetica, la sua passione. Forse sarebbe stato discriminato? Forse non sarebbe stato preso sul serio? Non è bene fare poesia? Forse non serve avere un nome e cognome “esatto” per fare poesia? Forse semplicemente, fa poesia senza interessarsi alla visibilità. Non so Belledonne, aspetto di sentire cosa ne pensate anche voi. Intanto, ve lo propongo. Per me è stravagante, surreale e profondo.
D: Giorgio Nova si presenti alle Belledonne. Continua a leggere