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08 giovedì Apr 2021
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07 domenica Ott 2018
Posted No category, poesia italiana contemporanea
in≈ Commenti disabilitati su Il talento dell’Equilibrista. Note di lettura dal libro di Guglielmo Aprile.
Tag
guglielmo aprile, il talento dell'equilibrista, met sambiase, recensione talento dell'equilibrista, Simonetta Sambiase, VDBD, via delle belle donne
Tutti i testi della raccolta, più di settanta, divisi in tre sezioni (Nequiquam, Bildungsroman, l’ignoranza) hanno un campo di forza inerte, l’anima dei “leoni mandati in pensione”. La vita divora ogni cosa: il talento di un’equilibrista è star vicino alla vita sentendone l’ombra. Quel “Invano (nequiquam) spargere di perfide dolcezze della vita”, che cantava Pierre Quillard. Gli amori sono nemesi di illusione, gli animali domestici sono mosche e rettili, la via è ammassata di anni, il tempo umilia le montagne.
Non c’è contagio in questa verità. Non c’è espansione da un “uno” ad un “noi”. Non si condivide il peso della disillusione con nessuno. “Ma il letto vuoto\è solo un letto vuoto, chiunque non parla che a se stesso\con chiunque parli” I dialoghi nell’umanizzazione del dolore recitano soliloqui che analizzano il movimento incessante della morte che inghiotte la vita.
“Perdono un pezzo dopo l’altro\le giunture dei vecchi ponti\l’appartamento non coincide\con la sua pianta in scala”. Leggere oggi la quartina de “I vendemmiatori di polvere” fa impallidire. Tiresia l’equilibrista non è del tutto accecato. Non ha profetizzato: ha letto il futuro guardando il mondo senza un attimo di pace.
La scrittura è ricca, fatta in versi liberi, incisi di terzine e chiuse dalla portata lirica, in una sapienza compositiva attenta ad una quiete dell’enunciato, che sparge Lot e statue di sale, figurine Panini e Barbie. La storia intera recita se stessa quando, Nequiquam, , la gens umana prova a trattenere ciò che è le caro perdendo verso l’egoismo del tempo , che eternamente glielo sottrae . “Panta Rei dice l’acqua al lavandino”. Bildungsroman, è una “Falsa Itaca”. In questi giorni globalizzati, dov’è il vero viaggio? Si parte e si ritorna, come turisti che non s’incantano più alle sirene. “Dov’è l’anguria promessa\dai depliant dei villaggi estivi: i pomeriggi sprecano le loro praterie\mentre una voce guida prega di attendere”. Nel mondo non si incontrano che gorgoni e immagini di morte. Dove sono i compagni fidati? Dov’è l’amore? Dov’è “questa inspiegabile smania \di affacciarsi, di bere alla sorgente”. Iside è una chiromante da circo, non ‘è più nessuna speranza di vaticinio che prometta felicità.
Probalile o necessario un luogo diverso, per poter continuare a cercare, per “restare ancora qui”, a pensare a una cosa bella, ad affezionarsi alla primavera “sindrome di Stoccolma\verso un sequestratore che si fa degli scrupoli\in fondo nemmeno così cattivo”. L’ignoranza è il fiore nero che chiude la raccolta. Il talento dell’equilibrista che non scende dalla sua fune, guardando le poche nuvole di fronte; la poesia è “testimone unico\dell’apparizione della stella\ non raccontarlo in giro o ti daranno del matto”.
S. Sambiase
Da
IL TALENTO DELL’EQUILIBRISTA
di Guglielmo Aprile
DI QUESTO PASSO
Ci si incammina verso una probabile
liquidazione totale,
a breve è previsto l’esproprio,
dichiarato incapace di intendere e volere
il vecchio che provvedeva a sfamare
i piccioni dell’intero quartiere;
a partire dal primo di ogni mese
scatta la detrazione,
la confisca è immediata,
le ali di paglia finiscono all’asta,
si mettono i sigilli
ai cassetti in cui non abbiamo guardato,
si archiviano le domande
scadute per decorrenza dei termini.
TIRANDO LE SOMME
Quanti leoni mandati in pensione
e come approdo un’insalata condita male per cena;
tutto un adoperarsi
per riempire bottiglie forate,
per battezzare un falò dall’erba umida;
l’incontro galante sospirato per mesi
si è concluso in una mezza cilecca,
nemesi di chi spera.
Solo le mosche si salvano dagli incendi,
eredi uniche, ironiche
vincitrici sull’apocalisse.
SCORIE
1
Il sarcasmo della pioggia
scortica i volti e denuda le costole
dietro il piumaggio soffice,
le statue giocano a un due tre stella
mentre la morte fa la conta, oppure
con smorfie e boccate distolgono
dall’asfalto lo sguardo dei passanti;
un quoziente scarno, insoddisfacente
si ottiene dal rapporto
fra il mondo e la mia pelle,
non restano che scorie
in un modo o nell’altro da smaltire
al termine di ogni metabolismo.
SFASATURA
Non c’è corrispondenza
tra le parole del banditore
e l’interno della scatola colorata;
i denti caduti e seminati
non daranno raccolto,
scartatala fiammante confezione regalo
l’abito sarà di un paio di taglie più corto;
e quante volte, povera piccola,
resterai delusa
dai distributori automatici
che non rilasciano il resto.
ALTRIMENTI E’ COME ESSERE GIA’ MORTI
…
Pensa ad una cosa bella,
le caffetterie aperte già alle sei
incoraggiano a vivere i più timidi,
i piccioni pregano sulle pozzanghere,
l’alba e isuoi carichi impazienti di fragole,
gli alberi dalla grazia silenziosa
assorti nel sonno, malgrado il traffico.
Il condannato meglio che resti all’oscuro
circa ora e data dell’esecuzione,
e nel frattempo si svaghi
confrontando i fusi orari
delle diverse longitudini
o portando da mangiare
alle salamandre sotto il suo letto
18 martedì Lug 2017
Posted Elena Ferrante, No category
inCi sono libri che leggiamo con leggerezza disimpegnata, per semplice passatempo, e libri che leggiamo più o meno volentieri, consapevoli che possono arricchire il nostro orizzonte mentale; libri cui ci dedichiamo a fatica per puro obbligo, scolastico o di altro genere, e libri con cui riempiamo il tempo solo perchè ci sono capitati sottomano, perchè in quel momento erano di moda e vendevano molto, ma poi sono arrivati a deluderci e li abbiamo finiti svogliatamente.
Ci sono libri che tiriamo fuori da vecchie librerie, e, sorpresi di non averli mai letti, divoriamo scoprendo di esserci persi qualcosa, a suo tempo; ma non è irrimediabile, un libro non scade come lo jogurt, va sempre bene.
Ci sono libri considerarti imperdibili, ma che non riusciamo a digerire, e classici che ci sorprendono per la loro freschezza e capacità di coinvolgerci; ci sono anche libri nati come opere di dal violento intento anticonformista, ma che a distanza di tempo ci appaiono datati e privi di mordente nel loro linguaggio superato.
E poi ci sono libri, rari e appunto per questo preziosi, che non sono semplici libri, ma autentiche esperienze di vita: segnano il nostro percorso umano e spostano le nostre coordinate mentali. Continua a leggere
10 mercoledì Mag 2017
Posted No category
inNel 1926 Georges e Tigy Simenon, ancora poco conosciuti e con magre risorse economiche, lasciano per qualche settimana Parigi, dove erano approdati qualche anno prima dal Belgio senza un soldo in tasca, ma con sogni letterari e artistici in testa, per un periodo di riposo a Porquerolles, isola a forma di falce di luna sulla Costa Azzurra. Cominceranno così a scoprire la magia dell’acqua – capace di curare fatiche fisiche e stress psicologici – che negli anni successivi li porterà a percorrere la Francia in lungo e in largo attraverso i suoi fiumi e canali, a bordo della mitica Ginette e, successivamente, a tentare imprese più ardue con l’Ostrogoth, in grado di farli giungere fino in Olanda e nel Mare del Nord, dove poi, a bordo di un cargo, continueranno la navigazione verso Capo Nord e il Circolo Polare Artico. Continua a leggere
30 domenica Apr 2017
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anna lombardo, Aurélia Lassaque, cristiana moldi, fabia ghenzovich, giovanna iorio, Joséphine Bacon, la palabra en el Mundo, Lucia Guidorizzi, marco cinque, Maurilio de Miguel, Nuria Ruiz de Viñaspre, Odveig Klyve, Paula Soldevilla, poesia al femminile, poesia civile, rina xhihani, Simonetta Sambiase, ulisse fiolo, VDBD, venezia, Viadellebelledonne, Zingonia Zingone
Manca davvero poco per l’avvio dell’11° edizione de La Palabra en el Mundo.
“Il Festival internazionale di poesia Palabra en el mundo di Venezia è ormai un appuntamento annuale che chiama poeti da tutto il mondo a unirsi intorno alla parola poetica per sollevare coscienze e rendere costruttiva la solidarietà e la pace.
Palabra en el mundo, legata al Festival Internazionale di Poesia organizzato all’Avana, nasce per iniziativa del Proyecto Cultural Surinternacional, della Rivista Isla Negra e del Festival Internacional de poesia de la Habana e si svolge in contemporanea, nel mese di maggio, in più di 900 località nel mondo.
A Venezia è ogni anno messo in azione dalla generosa partecipazione di poeti e poetesse nonché amiche e amici della poesia che credono nella responsabilità della parola. Il festival veneziano con il tempo è diventato uno spazio di solidarietà più ampio e aperto. La poesia che si ascolta sta qui a parlare di noi tutti; a parlare come un tempo facevano i folli ai più folli regnanti, a dire che la pace è parola da scambiare come segno reale di pace e non con missili e bombe, non con negazioni e imprigionamenti, non con disoccupazione e disuguaglianze civili e sociali.
Le voci di questa undicesima edizione veneziana appartengono ad esperienze generazionali e geografiche differenti di donne e uomini, e intendono ricordarci che non siamo da soli a camminare su questa terra desolata e che la visione di uno è la visione di tanti, e il dolore di uno è il dolore di tanti, e il diritto di uno deve essere il diritto per tutti. La poesia si incontra in questo territorio di acqua e terra, con una convinzione forte che solo la Pace allontana la Guerra mentre solo la Guerra allontana la Pace del nostro sempre più fragile pianeta.La responsabilità è una parola di pace, la palabra interrompe il muro del silenzio raccogliendo l’appello del poeta albanese Ismail Kadarè, che così ci esorta: ‘Venite e appendete le armi ai chiodi delle rime’.
Anna Lombardo
(Director, International Poetry Festival Palabra en el mundo)
riferimenti in rete
http://www.lapalabraenelmundovenezia.it/2017/
25 sabato Feb 2017
Posted Lucianna Argentino, No category, Poesia, Valeria Serofilli
in≈ Commenti disabilitati su Inediti di Valeria Serofilli
Ulisse
Nell’onda una luce
Oggi il mare mi ha dato un regalo:
nell’onda una luce
Sarà che la salsedine aggredisce la vista
e a volte mi appare il tuo volto
adesso una bottiglia
il vetro lascia intravedere un rotolo/ un messaggio
un tuo probabile abbraccio. Continua a leggere
11 mercoledì Gen 2017
Posted No category
inStanotte è mancata una carissima amica e poetessa, la nostra Narda Fattori.
Voglio ricordarla qui con uno dei suoi versi inediti:
“…Quelli che vanno per le vie hanno un ricordo da trovare
Un amore che non è morto e gli batte ancora il cuore.”
Lei è ancora qui, in questi suoi “Dispacci” profetici:
https://giardinodeipoeti.wordpress.com/2016/10/07/narda-fattori-5/
31 sabato Dic 2016
Posted No category
in
Una goccia di niente
C’era una volta un saggio potente
che in mano aveva una goccia di niente.
Solo, abitava nell’ immensità,
senza montagne, né mari e città.
Guardò la goccia con gran tenerezza,
le donò un soffio, una tremula brezza…
e allora tutto fu in lei concentrato,
anche se ancora non era creato.
C’erano i cieli, le acque ed i monti,
piante, animali e fiori già pronti.
C’erano occhi di bimbi innocenti,
c’eran la pioggia, la neve ed i venti.
Lasciò la goccia cader dalla mano
e la guardò scivolare lontano,
finchè raggiunse una stella piccina
che cominciò a brillar più di prima.
Intorno alla luna e al sole danzò
finchè immensa lei diventò.
Fu un’esplosione di luce, un boato
e l’universo così fu creato.
Poesia scritta insieme alla mia nipotina Claudia, 6 anni, che ha immaginato così la creazione dell’universo. Possano essere i pensieri dei bambini segnali di speranza e auspici di un futuro migliore.
22 giovedì Dic 2016
Posted No category, VDBD
in16 venerdì Dic 2016
Posted No category
inG. De Nittis, Lezione di pattinaggio
Quando si parla di neve nella pittura dell’Ottocento, si va subito a pensare all’Impressionismo e alle splendide vedute di Degas, Renoir e Monet, ma non solo i rivoluzionari francesi si occuparono di questo tema. Anche in Italia, gli artisti affrontarono l’argomento per cercare di sperimentare nuove tonalità di bianco.
È questo il senso della mostra che, dal 21 ottobre 2016 al 19 febbraio 2017, si tiene alla GAM Manzoni di Milano. Curata da Francesco Luigi Maspes ed Enzo Savoia, la mostra è la prima in Italia dedicata a questo tipo di rappresentazione e ospita venticinque dipinti di alcuni tra i più grandi vedutisti del nostro XIX secolo, che affrontarono il tema della neve nelle loro opere. Si tratta di lavori en plein air, vedute di campagna, insieme a immagini e scorci urbani e di vita quotidiana invernale, tutti uniti dall’utilizzo del bianco e dalle nuove sperimentazioni sul colore e sul suo utilizzo per rendere gli spettacolari toni dell’inverno. Continua a leggere
07 lunedì Nov 2016
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Possiamo soltanto amare
il resto non conta, non
funziona,
al mattino appaiono
la tazza, il vecchio pino, le zolle umide, il fumo
dell’alito mentre apri l’auto
nel gelo. Potevano non apparire, non arrivare
più qui, alla riva degli occhi. E l’estate
c’era, c’è nella calda bruna memoria
dei rami tagliati,
i visi diventano ricordi
le voci gridate stracci silenziosi –
i denti conoscono il sapore
del niente, e l’oblio che ha portici
e portici infiniti. Continua a leggere
14 venerdì Ott 2016
Posted Maria Gisella Catuogno, No category, Poesia
inMi si addice l’autunno:
i suoi toni sfumati
la sua luce precaria
l’indugiare delle marine
finalmente deserte
in certo languori indecisi; Continua a leggere
22 giovedì Set 2016
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# Gabriella Gianfelici, Alda Merini, anna lombardo, arts connection, fabia ghenzovich, grazia sterlocchi, leila falà, met sambiase, Pina Piccolo, poesia a venezia, poesia al femminile, rina xhihani, Simonetta Sambiase, VDBD, venezia, via delle belle donne, Viadellebelledonne
“C’era una fontana che dava albe
ed ero io”Alda Merini
Alda Merini, la poesia al femminile, otto poete, Art connection 2016. Questi sono parte degli elementi che sabato mattina si fonderanno nel penultimo giorno del festival Arts Connection nei luoghi incantati della laguna veneziana. “Vetro, Fuoco e Musica” è uno dei sottotitoli. Nel fuoco prendiamo la fiamma della letteratura, che sabato dà calore tra Books’ Connection e Venezia città delle donne. Le voci delle donne si divideranno fra poesia e teatro. La mattina è il luogo della poesia con Leila Falà, Gabriella Gianfelici, Fabia Ghenzovich, Anna Lombardo, Simonetta Sambiase, Pina Piccolo, Grazia Sterlocchi e Rina Xhihani. Il teatro sarà invece protagonista nel pomeriggio, con la Compagnia della Mandragora.
26 martedì Lug 2016
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in≈ Commenti disabilitati su Ermo colle – XV edizione
ERMOCOLLE016
XVedizione
L’Associazione Culturale Ermo Colle
presenta
ERMO COLLE
PALIO POETICO TEATRALE MUSICALE
XV EDIZIONE 1 – 14 Agosto 2016
Programma eventi
21 giovedì Lug 2016
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in
Prefazione
I dieci mesi dell’Elba napoleonica sono un vero concentrato di motivi romanzeschi. In quel breve arco di tempo si produce sull’isola una specie di perfetta situazione drammaturgica. Un intermezzo carico di tensioni, in cui il presente è come schiacciato tra la mole della Grande Storia che si è appena consumata con l’abdicazione di Napoleone e gli addii di Fontainebleau e i lampi che prendono subito a scuotere l’orizzonte sempre più scuro del futuro prossimo. Perché è chiaro a tutti, vincitori e vinti, che la partita è ben lungi dall’essere chiusa, e che la scelta di attribuire all’imperatore appena deposto il minuscolo regno insulare è il rinvio di una resa dei conti che è stata semplicemente posticipata. Continua a leggere
16 sabato Lug 2016
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in≈ Commenti disabilitati su Chi ha cucinato l’ultima cena?
Rosalind Miles
edizioni Elliot
Quando lessi questo libro la mia prima considerazione fu che andrebbe letto da tutti, assunto come libro di testo presso tutte le scuole del mondo, per la consapevolezza delle donne e degli uomini di buona volontà.
Le donne sono state per secoli proprietà indiscussa dell’uomo, in un mondo che le ha volute e le vorrebbe ancora al suo servizio.
Valeva pochissimo, anzi niente, la vita di una donna, dai tempi remoti in cui al culto della dea madre fu sostituito il culto del dio padre, origine di ogni futura discriminazione,.
Successivamente con le colonizzazioni e le conquiste in nome delle grandi religioni monoteiste, l’esistenza della donna è stata sempre funzionale all’uomo, in quanto fattrice dei suoi figli, curatrice dei suoi beni, della sua casa, delle sue cose, schiava e sottomessa ai piaceri sessuali del maschio, padrone assoluto della sua vita, dalla culla alla bara.
La storia della riconquista dei diritti più elementari delle donne, schiave tra gli schiavi, fino a epoche così vicine ai giorni nostri che a leggerne si viene colti da sgomento, Continua a leggere
05 martedì Lug 2016
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in≈ Commenti disabilitati su Un pugno di sogni nel cuore – Alda Magnani
Quasi un poema, più che una raccolta, l’ultimo libro di poesie di Alda Magnani.
Mitigate e mediate dal sogno, quando il ricordo si fa più doloroso o dal sogno stesso ravvivate e rafforzate quando ricordare diventa un piacere, scorrono, come in una lunga favola, luoghi e personaggi della sua terra, nella pianura intorno a Parma.
Entriamo, accompagnati in un onirico viaggio nel ricordo, nella casa dei suoi avi ove riecheggiano le voci di nonni, zii e cugini presenti nelle vite dei piccoli di allora come oggi non accade quasi più. Ne ascoltiamo i racconti narrati nelle stalle e nelle aie.
Il borgo antico dell’infanzia si colora di personaggi e luoghi caratteristici, come ad esempio l’osteria Gatto di Gambarone, il cui anfitrione era il vecchio Gombi, quasi “un re dentro a quel covo da leggenda”.
Il cuore del poema sono gli affetti più cari, la madre, dalle mani “ pronte al dono, solerti, indaffarate/ a lavare, stirare, intridere farina /per impastare e poi tracciare croci/ sul pane quotidiano, infaticabili” , il padre contadino che tornava la sera dai suoi campi stanco “fischiettando il Nabucco o la Traviata”, Zia Maria, “il ticchettìo monotono dei ferri” nelle sue mani ossute. Continua a leggere
18 sabato Giu 2016
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inTag
Infanzia, lingua, lingua madre, lingue, metamorfosi, nostalgia
Elias Canetti ha vinto il premio Nobel nel 1981, ed è noto per il monumentale saggio “Massa e potere” cui lavorò per vent’anni; tuttavia il primo volume della sua autobiografia, “La lingua salvata”, gli diede una fama più vasta, procurandogli un pubblico meno specializzato e facendolo uscire, specie dopo l’attribuzione del Nobel, dal limbo di chi è noto a ristrette cerchie di estimatori.
Io l’ho letto per la prima volta poco più di dieci anni fa e mi era piaciuto moltissimo, per motivi che spiegherò; l’ho riletto recentemente, e sono stata ri-catturata soprattutto dalla prima parte, dedicata alla sua infanzia, soprattutto la prima infanzia, mentre il resto del libro mi è sembrato sempre notevole e denso, ma meno vivo e intrigante, forse perchè appannato dal sorgere delle sue ossessioni (in primo luogo, la gelosia, rivolta alla madre), che ne hanno secondo me un po’ irrigidito la prosa. Continua a leggere
14 martedì Giu 2016
Posted Claudia Ruggeri, No category
in≈ Commenti disabilitati su cinque poesie di Claudia Ruggeri
Lamento dell’Uccello colpito
cavami da le piume gli insulti lo sfrenìo
la velocità indifferenziata che era danza
o salto, che ormai non muove semplicemente
mi rende probabile; la memoria finta da usare
come un nome, questa memoria insomma divina
indifferente di un calcio e di ossa, di un debole
dèmone mosso a pena a cerchio (leggero leggero
lo spirito ragazzino, e ciò sottile sottile
indistinto, destinato): Dedico a Te questa morte
padula -ché sei l’Artificiere-; impiegane
la festa, se pure alza I’Avverso, lo cattura Continua a leggere
05 domenica Giu 2016
Posted Elina Miticocchio, No category
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Elina Miticocchio, met sambiase, poesia al femminile, poesie di elina miticocchio, Simonetta Sambiase, VDBD, Viadellebelledonne
Se c’è mai un’evocazione verso la natura e il suo tempo umano essa è leggera come la neve e i sogni. La “via regia” di Elina Miticocchio è fatta di battiti lenti e sussurrati come ninne nanne in un elegante scrittura cucita di amore materno e avvolgente. I silenzi che nascono dai sorrisi, il viaggio della vita che impari in cerchio, in paesaggi dove le stagioni nascono e finiscono come ombre sulla finestra, le “presenze” della natura come compagni di viaggio e di vita. La traduzione dei sentimenti è tradotta dall’affetto nelle direzioni delle poesie dell’autrice, pugliese, classe 1967, che negli ultimi due anni ha pubblicato i suoi primi libri di poesia, dopo la lunga esperienza di scrittura sul suo blog Imma(r)rgine e su Carte Sensibili. Ne pubblichiamo cinque poesie e due inediti. Buona lettura.
Il mondo si ferma certi mattini
riesci a riconoscere il cristallo
ritrovi i tuoi occhi di neve
e sogni, fai sogni
sogni di bambini ti raggiungono
gemme del tuo albero
amore che percorre le dita
ti fa scrivere del vento
del viaggio che impari
camminando in cerchio
la stanza si fa cielo
e arca per raccoglierti Continua a leggere
01 mercoledì Giu 2016
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inMariolina La Monica, Vagheggiando Itala, book La Recherche
Un’ altra opera di Mariolina, fresca di stampa, alta, con linguaggio d’aedo di terzo millennio, dove gli eventi sono solo nefandezze, dove l’onore non è più noto, dove l’amore è un luccichio nell’ombra, dove la fede è un grazia prostrata e non brilla come sole allo zenit.
Mariolina La Monica sta attraversando un periodo mesto della sua vita e la scrittura è un buon farmaco, non è “la medicina che cura”, è il sollievo oltre la coltre nebbiosa perché le parole spargono tepore e il tepore è luce. E la luce , i fotoni, sono materia.
L?Itaca vagheggiata da Mariolina è il topòs di chi va sballottato dalle onde e ha perso meta e rotta. Eppure nella pochezza del presente giacciono perle preziose, ricordi e brividi, emozioni che riaffiorano come reperti di un naufragio, reperti a cui aggrapparsi perché significativi di vita, perché frammenti di chi si è stati e non dimentichi. Credo che questo frammento di poesia dica bene cosa intenda a questo proposito la poetessa:
“ E nel fioco, fascinoso scorrere dell’alba
– intanto che i tuoi mille, taciturni discorsi
fluiscono in cielo, sull’acqua e tutt’attorno –
senti l’eco di un palpito d’amore
che scivola tenero sull’ispido cammino del giorno
a smagliare più in là le tue pene
a riportarti a vivere
a rammentarti quel che eri e sei
perchè il buio… tuo
dilegui
E’ spontaneo apprezzare come le sue parole abbiano un ritmo interno molto armonizzato, il suo linguaggio è raffinato, qualcuno potrebbe dire che è ricercato, in effetti il linguaggio della poetessa è alto sulla corda del ritmo e della sintassi, direi pre-montaliano , è pronto per essere recitato ma cela un’animula tremula dentro le grosse nuvole.
Il libro ne dà prova e riprova, Mariolina non censisce il mondo attorno alle sue disgrazie, coglie i fatti lieti con i misfatti, conosce la vita, le sue brutture e la sua meraviglia.
E’ poesie che parla di sé , donna in un tempo e in un luogo , e del tempo e del luogo e del destino che si cela nel tempo.
Sfronda il tuo essere il tempo
e piano
annotta sui giorni di letizia.
Flette il paesaggio
sulle corse,
le urgenze,
i mali quotidiani
che confondono la fatica con l’ardore
che segna e t’attorciglia al detto,
al fatto,
al posseduto e non,
tracciando i contorni del vivere
nell’ultimo vivere–morendo.
Ma tu, cuore
non angustiarti se le rose sfioriscono all’arsura.
…………………………………..
Sono versi belli, trasparenti e puri, intrisi di una sofferenza che non addita ; la poetessa sa che molto all’interno del tempo è ciclico; ciò che ora è in fulgore troveremo rinsecchito , che la notte segue il giorno, che la fine si raggiunge procedendo nel tempo.
Ed ecco un ritratto del presente:
“Un po’ più in là
dalle fumose nebbie del presente
certo riacciufferò un non sconfitto spirito guerriero
che dissente e lega alle alate pellicole delle attese
i fiori ancora in boccio del domani
ma oggi..
.. oggi, dilaga l’onda sulla riva aperta!”
L’innesto di tematiche e prosodie contemporanee non nascondono la cultura classica che chiede spazio e si appropria del canto.
Il libro termina con il protagonista Ulisse ormai stanco di ricucire vele e mete, mentre Itaca resta lontana.
Narda Fattori
28 sabato Mag 2016
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# Gabriella Gianfelici, Anna Rizzardi, antologie di poesia, associazione culturale Exosphere, Claudia Zironi, Clery Celeste, Francesco Sassetto, Giorgia Monti, Grace Ariani, Loretta Sebastianelli, Lucianna Argentino, Piera Anna Masia, pubblicazioni, Rachele Bertelli, Serena Piccoli, Serenella Gatti Linares, Sharon Elliott, Simonetta Sambiase, Violenza contro le donne
L’Associazione culturale Exosphere, lo scorso novembre, ha dato alle stampe un piccolo volume curato da Serena Piccoli che raccoglie scritti sul tema della violenza contro le donne, un tema, purtroppo, sempre attuale. Il libro si intitola “Or- dite!” nella cui composizione grafica ho letto un doppio invito, in primis quello di non tacere e poi quello di fare, di ordire una trama di consapevolezza, di conoscenza e di rispetto che sono le componenti fondamentali per cercare di arginare un fenomeno così diffuso e devastante. E lo dice bene Serena Piccoli nella nota introduttiva: Abbiamo il dovere di rendere la violenza sulle donne sempre meno accettabile. Quindi: Or-dite, artiste e artisti! Coi nostri talenti mostriamone le molte sfaccettature: dolore ma anche rinascita, crollo e poi rivincita. Donne e uomini d’arte hanno aderito con generosità ed entusiasmo alla pubblicazione di questa raccolta con altrettante facce (e non minacce) dei loro contributi di poesia, teatro, fotografia, narrativa. Continua a leggere
16 lunedì Mag 2016
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ballata dei senza tetto, cortometraggio, la ballata dei senzatetto, Monica Manganelli, terremoto emilia
Il mese di maggio del 2012 per noi emiliani rimarrà per sempre il mese del grande terremoto. La terra aveva già dato un primo segnale in gennaio ma fu in maggio che scatenò la sua forza e lo fece attraverso una sequenza di scosse violente, a distanza di pochi giorni l’una dall’altra, a partire dal 20 alle 4 del mattino.
Il mio ricordo si limita alle ante dell’armadio che si aprirono all’improvviso, alle mura del palazzo che scricchiolarono, alle corse in strada in preda al terrore ma purtroppo furono gli abitanti della provincia di Modena a vivere tutta la drammaticità di quei giorni in prima persona; nella bassa modenese ci furono morti, feriti, e sfollati.
Il corto di Monica Manganelli “La ballata dei senzatetto” è ispirato alla storia di un bambino, figlio di un vigile del fuoco, che dopo il terremoto aveva paura a uscire di casa. Quel bimbo, Tommaso, è il protagonista del corto e assieme alla sua lumaca, simbolo della tenacia emiliana che avanza e non si arrende, compie un viaggio nell’Emilia terremotata, un set virtuale creato grazie alla documentazione fotografica raccolta: le chiese distrutte, la torre dell’Orologio, le case in macerie, il tutto sapientemente supportato dalla poetica surrealista della pittura e dalla colonna sonora dolcissima.
I personaggi sono stati interamente costruiti e animati in 3D in sette mesi di lavorazione. Tanti i simboli che Manganelli & Co hanno inserito come omaggio alla cultura e alla storia della regione, come mongolfiere che scoperchiano i tetti, ispirate dalla famosa manifestazione di Ferrara, territorio tra i più colpiti dal sisma; o le tonalità della terra emiliana, che richiamano le scene dei campi di grano e le rive del Po del ‘Novecento’ di Bernardo Bertolucci.
Monica Manganelli, dopo importanti esperienze con grandi produzioni estere, ha deciso di rientrare in Emilia Romagna. Prodotto da Independent Revolution e da Emilia Romagna Film Commission, il cortometraggio si è aggiudicato il Los Angeles Short Film Festival, ottenendo l’ufficialità per concorrere agli Oscar e ai Bafta and Canadian Screen Award. Tutto emiliano dunque, ‘made in Parma’, il gruppo che ha realizzato il corto vincitore, già presentato con successo in undici festival internazionali tra cui il Berlino Short, Cannes e Toronto. E’ di poche settimane il Premio speciale ai Nastri d’argento 2016 con la seguente motivazione:”Poesia e animazione per chiudere le ferite di un dramma come il terremoto in Emilia”
https://ballatadeisenzatetto-film.net
12 giovedì Mag 2016
Posted No category, Rosina Muzio Salvo
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Rosina Muzio Salvo nasce a Termini Imerese, un paese in provincia di Palermo, nel 1815, da Giuseppe Salvo di Pietraganzili un tenente colonnello e Giuseppa Sciarrina che muore quando l’autrice ha dodici anni. Alla morte della madre Rosina viene affidata ai nonni e in seguito ad un istituto religioso dal quale usce dopo qualche anno. Avendo manifestato da sempre il desiderio di ricevere una formazione culturale il padre assume una nobildonna francese con la quale Rosina apprende il francese e l’inglese, lingue necessarie allo studio della letteratura europea. Rosina però non studia la metrica e i classici e pertanto la sua formazione è alquanto lacunosa. Condivide con il fratello Rosario, di otto anni più giovane, idee liberali e l’impegno a favore della causa unitaria. Nel 1933 sposa un barone palermitano di otto anni più vecchio. Il marito, Gioacchino Muzio Ferrero, ex seminarista, è un uomo colto e possiede una vasta biblioteca alla quale Rosina si abbevera, soddisfacendo la sua sete di cultura. Il marito non l’incoraggia ma nemmeno la ostacola. Nonostante le sue quattro gravidanze e la prematura perdita di tre delle sue quattro figlie Rosina riesce a completare i suoi studi di metrica. Continua a leggere
08 domenica Mag 2016
Posted nicola romano, No category
inNicola Romano- Voragini ed appigli- Editrice Pungitopo
Quasi una sequenza epigrammatica questi brevi testi che compongono la plaquette Voragini ed appigli di Nicola Romano, tutti declinati in settenari, metro di rispettabile ascendenza se consideriamo che è stato usato non soltanto per testi di tradizione burlesca ma parimenti per componimenti come l’ode, la canzone, la ballata. Romano li adotta per sviluppare una tematica di carattere intimistico-riflessivo, quasi un colloquio con se stesso che gli consente di mettere a fuoco gli aspetti della realtà che lo circonda, tanto in ambito sociale quanto nella sfera del privato. “Ma quando torneremo/al centro delle cose/dentro quel solco antico/che luce diede al mondo?” Recita accorato nello spaesamento di un contesto di parole gridate e di discorsi confusi e fuorvianti. E nella dimensione macrostorica in cui è immerso il poeta si ritaglia la sua microstoria, camminando sulle parallele come saggio equilibrista. Una pensosità quieta e consapevole lo accompagna al centro di quell’età che non è più di facili incantamenti e non è ancora di resa senza resistenza: Continua a leggere
04 mercoledì Mag 2016
Posted No category
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anna fresu, met sambiase, Noémia de Souse, poesie del patrimonio letterale femminile, Simonetta Sambiase, traducendo noémia de souse, traduzioni dal portoghese, traduzioni di anna fresu, traduzioni poetiche, VDBD, via delle belle donne
La densità della popolazione del Mozambico è di 27 abitanti per chilometro quadrato. In ogni suo dove c’è ancora spazio per resistere alle ondate di guerra che lo circondano, la povertà non è lontana, frutto di lunghe guerre prima per decolonizzarsi poi quella civile chiusasi agli inizi degli anni ’90. In mezzo, la letteratura mozambicana, che rispetto alle altre colonie portoghesi appare con un certo ritardo sulla scena letteraria. Scrive Cristina Brambilla su Letterature d’Africa che “la letteratura mozambicana compare solo nel secolo XX ad opera di “asimilados”, autori mulatti in genere, ma anche di razza nera, istruiti. Tuttavia, già nel suo sorgere, nella prima decade del secolo, questa letteratura si situa nel segno di una presa di coscienza della specificità mozambicana e, in molti casi, della situazione della popolazione nella societò coloniale. L’opera più importante è data dal contributo della poetessa mulatta Noémia de Souse, che dolorosamente canta l’anelito alla libertà e l’amore per la Madre Africa”. Continua a leggere
30 sabato Apr 2016
Posted Francesco Gallina, No category
in≈ Commenti disabilitati su Francesco Gallina, poesia e altro.
LA POESIA E’ DONNA
La poesia è donna
tutte le volte che dai luoghi comuni
è umiliata, vilipesa, stuprata.
La poesia è donna
tutte le volte che vien mutilata
dei suoi accenti, delle sue intime pause
quando un fiotto d’acido la sfigura
cavandole dal volto la rima più bella
o il sacro respiro delle cesure. Continua a leggere
14 giovedì Apr 2016
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inAvevo sette, forse otto anni, quando mi assalì per la prima volta la paura della morte; fu anche l’ultima, almeno sino a ora.
Ero nel terreno di un mio zio, dalle parti di Stella. Avevo adagiato la mia bicicletta, una Ondina azzurra, contro la riva di un campo. Non ricordo i dettagli; scivolai in avanti, e colpii col collo l’estremità della manopola di plastica del manubrio. Mi alzai barcollando, senza fiato. A un centinaio di metri c’era mia sorella, impegnata a fare non so cosa, accanto a una catasta di pali. Provai a chiamarla, agitai le braccia, ma non respiravo più, e lei mi dava le spalle. Ero certo che sarei morto soffocato, invece riprese a respirare. L’esofago, che si era chiuso a causa del colpo, tornò a dilatarsi, e io vissi.
Accadde in un giorno d’estate di venticinque anni fa, e non ne ho mai parlato con nessuno. Però ci ripenso ogni volta che mi tocca andare a un funerale. Continua a leggere
10 domenica Apr 2016
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06 mercoledì Apr 2016
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Canto della Pianura è ambientato a Holt, una cittadina del Colorado, lì dove il Grande Nulla Americano del Midwest confina con gli stati occidentali. «A Holt c’era quest’uomo, Tom Guthrie, se ne stava in piedi alla finestra della cucina, sul retro di casa sua, fumava una sigaretta e guardava fuori»: ecco l’incipit del libro, ed ecco il suo protagonista, insegnante di Storia al liceo. La moglie di Tom, Ella, non ama più il marito: soffre di depressione, e ha deciso di dire addio al mondo che la circonda chiudendosi nella stanza degli ospiti. Prima di ritrovarsi al punto in cui sono, però, i Guthrie hanno messo al mondo due figli, Ike e Bobby, che ora hanno nove e dieci anni ed essendo assai precoci soffrono non poco per via delle condizioni in cui versa la madre. Forse anche per questo si comportano l’uno con l’altro come farebbe una coppia di gemelli, e si guadagnano qualche dollaro consegnando porta a porta il Denver News a bordo delle rispettive biciclette. Holt è così piccola che finiscono il loro giro in appena un’ora. Continua a leggere
06 mercoledì Apr 2016
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in≈ Commenti disabilitati su Poesia e traduzione bando MCP 2016
Poesia e traduzione bando MCP 2016 http://vivianascarinci.com/2016/04/05/poesia-e-traduzione-bando-mcp-2016/#respond
L’Associazione Culturale Libellula indice la seconda edizione del Premio Letterario Nazionale Morlupo Città della Poesia 2016
Con il Patrocinio e il contributo del Comune di Morlupo e di Strade – Sindacato Traduttori Editoriali e la partecipazione dell’Istituto Comprensivo “G. Falcone e P. Borsellino” di Morlupo e del Dipartimento Salute Mentale della ASL RM4
Non è prevista tassa di iscrizione Continua a leggere
26 sabato Mar 2016
Posted Lamberto Maffei, Luis Sepulveda, Milan Kundera, No category
inOnce upon a time o meglio c’era una volta una lumaca che si chiamava Lumaca e viveva in un paese che si chiamava Paese del Dente di Leone, insieme ad altre lumache che si chiamavano Lumache anch’esse. In questo paese tutte le lumachine, lente, appunto, come si conviene a delle vere lumache, conducevano senza alcuna identità una vita lenta e abitudinaria. Un giorno la lumachina comincia a porsi delle domande alquanto scomode, vuole sapere perché le lumache sono tutte così lente, perché si chiamano tutte lumache e a cosa serve la lentezza. Così si avventura fuori dal tranquillo prato e comincia un viaggio. Durante il viaggio fa la conoscenza della saggezza, rappresentata da un saggio gufo e della memoria, rappresentata da una vecchia tartaruga. La lumachina affronterà innumerevoli pericoli, conoscerà gli uomini che non camminano con le loro gambe ma si avvalgono per gli spostamenti di velocissimi mezzi che hanno ruote e fanali e che corrono su strade asfaltate che possono distruggere il pacifico Paese del Dente di Leone. La lumachina, così, torna sui suoi passi, capisce l’importanza della lentezza, salva le proprie compagne dai pericoli della tecnologia e si guadagna il desiderato nome di Ribelle. Arrivando alla conclusione che la lentezza fine a se stessa e l’abitudine non bastano a raggiungere la felicità, anzi al contrario, occorre che ciascuno di noi si realizzi in modo concreto immergendosi criticamente e attivamente nella realtà che ci circonda, anche a costo di pericoli e sacrifici. Per cui occorre essere curiosi, saggi, e senza mai dimenticare il passato. Questa è più o meno la trama della Favola di Luis Sepulveda “Storia di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezza” edito da Guanda un paio di anni fa.
Così ha dichiarato lo stesso Sepulveda “Io difendo il ritmo umano: il tempo preciso, né più né meno, che serve per fare le cose per bene. Per pensare, per riflettere, per non dimenticare chi siamo.” Per chi vuole approfondire il tema della lentezza:
– “Elogio della lentezza” di Lamberto Maffei edito da il Mulino dove si esorta l’uomo a condurre una vita non di corsa ma a soffermarci sulle piccole cose e dedicarci al pensiero lento e razionale che aumenta la creatività e l’immaginazione.
“In un mondo che corre vorticosamente, con logiche spesso incomprensibili, il problema della lentezza si affaccia alla mente con prepotenza come una meta del pensiero” dalla copertina;
– La lentezza di Milan Kundera edito da Adelphi
Ci siamo riposate abbastanza, sospendiamo la sospensione delle pubblicazioni e riprendiamo a pubblicare senza affanno e con i nostri tempi, speriamo tempi lenti.
07 mercoledì Mag 2014
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in≈ Commenti disabilitati su viadellebelledonne sospende le pubblicazioni
viadellebelledonne sospende le pubblicazioni.
grazie di cuore a tutti quelli che ci hanno sostenuto
grazie a chi ha collaborato
grazie a chi ci ha seguito
grazie a chi ha commentato
grazie a tutti
da parte della redazione presente, passata e non futura
e di antonella pizzo, storica fondatrice del blog
25 venerdì Apr 2014
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inLa Resistenza, la guerra di Liberazione, i partigiani in montagna,
le battaglie, i massacri e le stragi naziste, hanno ispirato, negli anni,
una grandiosa epopea lirica e dolorosa che ha coinvolto, come tutti sappiamo,
la letteratura, il romanzo, la poesia, la pittura, il cinema, la scultura, la grafica,
la musica colta e quella popolare delle canzoni e degli inni, l’incisione,
la cartellonistica e il disegno. Non c’è che l’imbarazzo della scelta.
Per questo 25 aprile pubblichiamo, ancora una volta, una serie di liriche
dei grandi poeti italiani anche se bisogna subito aggiungere che sono migliaia
le poesie, gli aforismi e le tiritere, scritte dagli stessi partigiani. Abbiamo scelto
le poesie di Franco Fortini, Giorgio Bassani, Giuseppe Ungaretti, Gianni Rodari,
Salvatore Quasimodo, Cesare Pavese, Pier Paolo Pasolini, Davide Lajolo “Ulisse”,
Primo Levi, Corrado Govoni, Elena Bono e anche alcune delle celebri epigrafi
dettate da Piero Calamandrei. Continua a leggere
11 venerdì Apr 2014
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arte, Gianluigi Castelli, isole, M.G.Catuogno, mostra, Poesia
Le “Isole” di Gianluigi Castelli
Portoferraio (Isola d’Elba)
Sala della Gran Guardia
12-18 aprile
La prima impressione che si trae dalle opere (su supporti vari, quali carte pregiate, cartoni, tele e a tecnica mista, acrilici e collages) di Gianluigi Castelli, artista milanese, elbano d’adozione, è, sul piano dei contenuti, una percezione problematica delle isole. .
All’opposto dello stereotipo che le vede oasi di esclusività ed emblema di privilegio, le isole di Gianni appaiono realtà naturali prigioniere tra cielo e mare, esposte al capriccio degli elementi e al rischio dell’emarginazione, talvolta “sottosopra”, per variabili impazzite e incontrollabili, e per questo bisognose di una colomba che le rassicuri quando il mare si fa d’inchiostro e la salvezza problematica. Continua a leggere
07 lunedì Apr 2014
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in≈ Commenti disabilitati su “L’Undicesimo Maestro” di Antonia Serranò
Nediel è un ragazzo di tredici anni, un giovane abitante della Terra di Niquam, una splendida regione circondata dai meravigliosi Monti Sorgente e da una profonda lingua di mare ancora inesplorata. Un giorno, mentre accompagna la carovana del padre, il suo villaggio viene attaccato dai Primitivi, entità mostruose che si nutrono della forza vitale degli esseri umani. Durante lo scontro, Nediel assiste al prodigio: un uomo, incurante del pericolo, riesce ad assorbire quelle creature terrificanti grazie all’utilizzo di una pietra luminosa. Continua a leggere
05 sabato Apr 2014
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arte, Cinema, fumetto, letteratura, lorenzo de' medici, luigi pulci, margutte. non-rivista online di letteratura e altro, marguttino, morgante, musica, rinascimento, Teatro, videogame
Disegno di Damiano Gentili
Cari amici di «Viadellebelledonne»,
è per me un vero piacere segnalarvi il bel sito culturale «Margutte», che sta già riscuotendo notevoli consensi e del quale riporto qui di seguito il manifesto di intenti, nonché l’elenco completo dei vari redattori e collaboratori.
Pietro Pancamo
IL MANIFESTO DI «MARGUTTE»
Perché «Margutte» come titolo di un sito web di letteratura e arte?
Margutte è un gigante nano, scudiero del Morgante di Luigi Pulci, a sua volta al servizio del paladino per eccellenza, Orlando. I due cantari ove esso appare, stampati al tempo anche in maniera autonoma, probabilmente come fogli volanti, prendono il nome di Marguttino.
Pulci, scrittore della cerchia medicea, compone l’opera nel 1478 e avvia con essa la tradizione rinascimentale italiana del poema eroicomico. Tra le prime opere fiorentine dell’era della stampa, il Morgante ripropone, in chiave burlesca, l’ideale stesso di Lorenzo de’ Medici, il “chi vuole esser lieto, sia,/ di doman non c’è certezza”, l’edonismo colto e raffinato del primo Rinascimento fiorentino, che esprime la nuova centralità dell’uomo dell’età moderna. Continua a leggere
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