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alejandra pizarnik, argentina, Ernesto Ardito, film, Julio Cortázar, Octavio Paz, Poesia, Rosa Chacel, Virna Molina, Viviana Scarinci
Ma il silenzio è certo. Per questo scrivo. Sono sola e scrivo. No, non sono sola. Qui c’è qualcuno che trema. A. P.
Gli anni tra il 1960 e il ’70 hanno significato grandi sommovimenti sociali, politici e culturali. Le vite di artisti come Alejandra Pizarnik le cui opere spesso costituiscono un binomio ameno tra azione e riflessione, possano essere utili al fine di analizzare anche il momento storico e culturale in cui sono state scritte e possono inoltre costituire un ponte significativo tra le generazioni di allora e quelle presenti. A questo proposito viene qui proposto il documentario Memoria iluminada un’opera dal linguaggio cinematografico estremamente eloquente e una testimonianza importante su Alejandra Pizarnik che va oltre la biografia mirando a far comprendere insieme al poeta il nucleo creativo umano inserito nel contesto storico in cui visse. Così, diari personali, lettere, poesie, la storia della sua famiglia e gli amici, sono anche lo strumento principale per rintracciare quel percorso misterioso che dalla poesia ha portato Pizarnik all’autodistruzione. Oggi, dopo la sua morte e dopo essere stata censurata dalla dittatura, Alejandra Pizarnik è stata riscoperta dalle nuove generazioni, diventando il poeta più letto in Argentina. Eminente rappresentante del surrealismo poetico nacque a Buenos Aires il 29 aprile 1936. Battezzata con il nome di Flora Pizarnik, era la figlia di Elías Pizarnik e Rejzla Bromiker , entrambi immigrati ebrei russi che erano impegnati nel commercio di gioielli. Crebbe in un sobborgo di Avellaneda con l’unica sorella Myriam, maggiore di lei. Nel 1954, dopo il liceo, si iscrisse alla facoltà di Lettere dell’Università di Buenos Aires fino al 1957, frequentando corsi di letteratura, giornalismo e filosofia, ma senza terminare gli studi. Parallelamente prese lezioni di pittura con Juan Batlle Planas. Fortemente influenzata da Antonio Porchia, dai simbolisti francesi, soprattutto Arthur Rimbaud e Stéphane Mallarmé tra il 1960 e il 1964, Pizarnik visse a Parigi dove lavorò per la rivista “Journal” e per alcuni editori francesi. In quegli anni sue poesie e recensioni furono pubblicate in diversi giornali. Continua a leggere
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