Luigi Manzi, Fuorivia, Edizioni Ensemble
Il poeta, che non conosco, mi ha fatto pervenire questo libro che, scrupolosamente, è stato messo in attesa mentre mi occupavo di altri o di altre faccende.
Finalmente aperto, le sue pagine dagli scarni versi, mi hanno colpito: come se dalle macerie potesse crescere un fiore, oppure il fiore restasse in nuce, come una possibilità, forse eventuale, eppure travalicasse il non detto, il non visto.
Un giorno ho letto il libro di un amico sul “niente”; impresa ardua e di difficile esecuzione; questo volume invece svela il niente che contiene il tutto.
Non è un libro di denuncia sullo strapotere dell’uomo sulla natura che soccombe e immiserisce nelle sue creature, animali e vegetali; non è un libro di melensa propositività per un ritorno ad un pacificato rapporto di benevolo scambio fra uomo e uomo, uomo e natura, né è il lamento sul bello perduto, non rivelato, incognito.
Le poesie che costruiscono il libro appartengono ad un mondo che ha conosciuto il diluvio, Continua a leggere
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