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Foto di Fabrizio Tiberio
Mancavano cinque minuti a mezzogiorno.
La terrazza dello stabilimento balneare appariva deserta e ventilata in modo invitante. Jeannot decise di salirvi, per un po’ almeno, tenendo i sandaletti in gomma in una mano, nell’altra un libro già consunto dal vento e dalla sabbia. Era piacevole, quella terrazza riservata ai clienti del bagno Mirage. Ovviamente bianca, chiaramente estiva. Stranamente deserta, aggiungiamo, considerando l’abituale calca agostana che assediava l’adiacente passeggiata a mare e riempiva i baretti e i chioschi dei gelati. Ciuffi di palme nane abbellivano la scalinata d’accesso a quell’angolo di quiete.
I passi lenti di Jeannot nell’aria immota del mezzogiorno…un fotogramma quasi, uscito fuori da un cortometraggio neorealista in salsa balneare. Del resto, l’elevato numero di festival estivi prometteva un approdo sicuro, un contratto a breve pur significativo per chi, come lui, era in attesa di proporre i suoi lavori teatrali ad un palcoscenico estivo, un teatrino all’aperto, un reading in pineta, un after-hour sulla battigia… l’importante era esserci, presentarsi con un sorriso sicuro e il passo svelto, come il talentuoso autore di mezz’età, la rivelazione letteraria del momento, o lo sceneggiatore scaltro e di bella presenza da corteggiare, da spupazzarsi ai festini in spiaggia, l’aria già un po’ alticcia di qualsiasi impiegato che regge male l’alcol, con una biondina in carne sulle sue ginocchia, i bacetti sul collo abbronzato. Continua a leggere
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