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Non mi nascondo la vanità del vivere
la sua fragilità di vetro di cristallo
la brevità di volo di farfalla
l’impronta lieve
appena sagomata
che resterà di noi
a chi toccherà
di vivere a sua volta
e penserà di nuovo
a quella vanità.
Non un filo d’erba
un grappolo di glicine
un sospiro di vento
un tremolio di mare
nell’alba appena desta
cambieranno di forma
intensità colori incanto.
E in ogni luogo
la bramosia di vita
colmerà di verde
i fossi a primavera
feconderà nei nidi
le uova degli uccelli
fiorirà i grembi
d’attesa e di speranza.
Perché la vita è questo
germogliare instancabile
e precario:
appena il tempo
di alzare gli occhi al cielo
e perdersi
nella luce
delle stelle frante.
Gloria Gaetano ha detto:
Completa accettazione della precarietà dell’esistere., nell’attesa continua della ri-nascita, in una speranza lieve di attenuare un po’ la bramosia di vita. Molto bella la chiusa. La concezione del mondo e la poetica sono espresse con molta levità, anche se intrise di malinconia.
Sara Ferraglia ha detto:
Molto bella, lieve e tenera nell’affrontare un tema che è doloroso: oggi ci siamo, domani non più e nulla cambierà nella natura , tutto continuerà molto al di là della nostra fragile precarietà.
Sara Ferraglia
maria gisella catuogno ha detto:
@Gloria, grazie del commento e dell’apprezzamento
@Sara, grazie dell’attenzione e delle belle parole
Un abbraccio e un augurio a entrambe
Gisella
rosaria di donato ha detto:
Testo palpitante e rigoglioso come la vita agli occhi dell’autrice!
Un caro saluto,
Rosaria
Marta Ajò ha detto:
Llieve! non è facile rendere l’immagine della vita lieve, meno ancora quella della morte. Due macigni tradotti in parole
lievi…di grande grazia interiore.
conforto al lettore desolato
marta
maria gisella catuogno ha detto:
@Rosaria, grazie del tuo commento, un caro saluto e augurio di Buona Pasqua
@Marta, grazie delle tue belle parole, tanti auguri e saluti
Gisella