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Non mi nascondo la vanità del vivere
la sua fragilità di vetro di cristallo
la brevità di volo di farfalla
l’impronta lieve
appena sagomata
che resterà di noi
a chi toccherà
di vivere a sua volta
e penserà di nuovo
a quella vanità.
Non un filo d’erba
un grappolo di glicine
un sospiro di vento
un tremolio di mare
nell’alba appena desta
cambieranno di forma
intensità colori incanto.
E in ogni luogo
la bramosia di vita
colmerà di verde
i fossi a primavera
feconderà nei nidi
le uova degli uccelli
fiorirà i grembi
d’attesa e di speranza.
Perché la vita è questo
germogliare instancabile
e precario:
appena il tempo
di alzare gli occhi al cielo
e perdersi
nella luce
delle stelle frante.