«Hai con te il libro che stavi leggendo al caffè e che sei impaziente di continuare, per poterlo poi passare a lei, per comunicare ancora con lei attraverso il canale scavato dalle parole altrui, che proprio in quanto pronunciate da una voce estranea, dalla voce di quel silenzioso nessuno fatto d’inchiostro e di spaziature tipografiche, possono diventare vostre, un linguaggio, un codice tra voi, un mezzo per scambiarvi segnali e riconoscervi».
Italo Calvino – Se una notte d’inverno un viaggiatore (1979)
Era lì, davanti a me, con l’aria di chi volesse interrogarmi. Il cielo cambiò colore e in cima alle colline si stese un drappo di nubi spesse del colore dell’acciaio. L’aria frizzante giocava rincorrendo le foglie. L’ufficio postale si trovava in fondo alla strada, seminascosto dalle fronde di un castagno. Accanto, in un edificio basso in mattoni rossi, vi erano la scuola elementare e gli uffici comunali. La strada davanti a me si stringeva velocemente confluendo nella piazza deserta. Ad un tratto, come per incanto, s’intessè nel cielo una nuova trama di luce. Continua a leggere
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.