Wer die Flügel des Altars
der Pfarrkirche von Lindenhardt
zumacht und die geschnitzten Figuren
in ihrem Gehäuse verschließt,
dem kommt auf der linken
Tafel der hl. Georg entgegen.
[…]
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Chi nella parocchiale di Lindenhardt
accosta le ante dell’altare
e rinserra nella loro dimora
le lignee figure intagliate,
vedrà sul pannello sinistro
San Giorgio venirgli incontro.
[…]
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Così si apre il poemetto Secondo natura (Nach der Natur) di W.G. Sebald, invitando il lettore a vedere ciò che «già si dispone a varcare / la soglia della cornice»1, che, se non portato in salvo oltre il battito dell’occhio, andrebbe perduto, così come risulterebbe vano cercare un varco nel passato, perché «ciò che è morto / morto resta»2 e «mai più sarà vivo / ciò che è morto»3.
Nel poemetto è dunque la memoria che, anche se talvolta inganna o si dà per vinta, consente l’esplorazione di sè e del mondo, rendendo possibile la visione, un comunque andare, secondo natura e al di là della consapevolezza che «Nel futuro / la morte sarà ai nostri piedi»4 e che «quando il nervo ottico / si lacera, nell’aria silenziosa e immota / tutto si fa bianco / come la neve sulle Alpi.»5.
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