Bene ha fatto Francesco Dalessandro a pubblicare, con Il destino di ognuno di Gianfranco Palmery, il breve inedito di Attilio Bertolucci come postfazione al suo racconto in versi, perché, con lieve e sapientissima penna, il poeta della Camera da letto ha subito riconosciuto il battito dolce e fluente della poesia, il suo tono e la sua musica, il suo «lungo, filato, continuo canto». Ha riconosciuto un poeta «vero». Né stupisce, perché Bertolucci, poeta del Tempo e del transito, di luoghi e topografie, di giorni e di ore, di epifanie, ha avvertito nel verso «liquido» di Dalessandro qualcosa che era anche suo e che risaliva a Keats, di cui il poeta è fine traduttore: la naturalezza e l’intensità della visione dello sguardo e dell’animo, visione che genera un «lunghissimo echeggiante assolo». Continua a leggere
L’Osservatorio di Francesco Dalessandro
09 venerdì Mar 2012
Posted Lucianna Argentino
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