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Guardo,con gli occhi chiusi, fino a dove può arrivare il mio sguardo.
Lo sguardo più segreto, quello che nessuno conosce.
Arrivo finalmente lì dove il silenzio si fa musica,
dove le parole non sono più mute.
E’ il tempo dei ricordo e del passato che si tramuta in futuro.
E’ la soglia dell’Attimo.
Il bivio del Tempo
che è,
è stato e sarà.
E’ la mia Inattuale giocosità.
Soffia una fresca brezza,
cristallina rugiada si poggia sul mio viso.
Non sono lacrime?
Blumy ha detto:
leggera, fresca,luminosa come l’imamgine che l’accompagna
cara polvere ha detto:
E’ la soglia dell’Attimo.
Il bivio del Tempo
che è,
è stato e sarà.
E’ la mia Inattuale giocosità.
Soffia una fresca brezza,
cristallina rugiada si poggia sul mio viso.
Non sono lacrime?
questa ” è ” la poesia per me. i versi precedenti mi sembrano protesi esplicative di questa noce. appesantiscono. questa che ho messa a parte a me è quella che a me è arrivata come la poesia. c’ è ladolcezza pura di una profonda forza creativa soprattutto in quella decisa affermazione
E’ la mia Inattuale giocosità.… Inattuale.. in maiuscolo… va senza dire altro. incide e rimane.
resta così, dunque… Inattualmente giocosa, antichissimamente donna e bambina.
un saluto
paola
i versi nati sopra questi da basamento non sono che che una sorta di protesi “esplicativa” appunto alla pietra angolare
sandrapalombo ha detto:
La trovo carica di pudore per il suo dire o non dire. Inizi in prosa poetica per poi lasciare la voce alla poesia pura con quel delicato interrogativo finale. Sandra
m.gisella catuogno ha detto:
Delicata, soffice come quella nuvola, ma intensa e profonda
Un caro saluto
Gisella
erikaranfoni ha detto:
Grazie a tutte voi per queste letture così profonde e chiarificatrici.
Sono versi nati come la nuvola di Magritte, leggeri e soffusi.
Grazie a CaraPolvere per la precisione e la sensibilità dell’ascolto.
un abbraccio
Erika
roberto matarazzo ha detto:
ottima prova di donnamico poeta dalla rara sensibilità, quelle lacrime finali donano colori..
Francesco De Girolamo ha detto:
Bellissima poesia, Erika, colpevolmente sfuggitami nei giorni scorsi di superlavoro,(purtroppo… non letterario). Un testo solo apparentemente “semplice”, pieno di sottili riferimenti sapienziali metafisici, che forse va soprattutto “sentito”, nella sua densa profondità espressiva, piuttosto che “capito”. Questa caratteristica, che vi rintraccio, mi richiama alcune basilari riflessioni di Leopardi, sull’approccio critico più onesto e proficuo:
“Non basta intendere una proposizione vera, bisogna sentirne la verità C’è un senso della verità, come delle passioni, de’ sentimenti, bellezze, ecc.: del vero, come del bello. Chi la intende, ma non la sente, intende ciò che significa quella verità, ma non intende che sia verità, perché non ne prova il senso, cioè la persuasione. In questo numero di persone va posta la maggior parte dei moderni apologisti della religione, uomini senza cuore, senza sentimento, senza tatto fino e profondo nelle cose della natura, insomma senza esperienza della verità, come quei lettori de’ poeti che sono senza esperienza di passioni, entusiasmo, sentimenti ecc.; i quali, posto che intendano anche perfettamente il senso dei filosofi profondissimi che combattono, non intendono la verità che quivi si contiene, e vi danno nettamente, precisamente e consideratamente per falso, quello che voi saprete e sentirete ch’è vero, o viceversa. Del resto per intendere i filosofi, e quasi ogni scrittore, è necessario, come per intendere i poeti, aver tanta forza d’immaginazione, e di sentimento, e tanta capacità di riflettere, da potersi porre nei panni dello scrittore, e in quel punto preciso di vista e di situazione, in cui egli si trovava nel considerare le cose di cui scrive; altrimenti non troverete mai ch’egli sia chiaro abbastanza, per quanto lo sia in effetto. E ciò, tanto quando in voi ne debba risultare la persuasione e l’assenso allo scrittore, quanto nel caso contrario.”
(Giacomo Leopardi, “Zibaldone” – 20 novembre 1820)
Complimenti.
francesco
erikaranfoni ha detto:
Francesco ti rispondo solo adesso,me ne scuso, perchè sono appena tornata da un viaggio di lavoro a Roma. Il tuo commento mi ha davvero emozionata, mi ha colpito e costituisce per me una forte motivazione a continuare a credere in questo percorso e viaggio nell’arte dello scrivere e comunicare. Il tuo commento è per me spunto per una profonda riflessione. Grazie, Erika