(Trascrizione di una puntata del programma radiofonico 1974/75: “Le interviste impossibili“)
Manganelli – Se, come spero, le indicazioni accordatemi rispondevano al vero; se sono pervenuto al cielo dei profeti, non è irragionevole sperare che quello che ora mi sta davanti, maestoso e astratto, altri non sia che il dotto Nostradamus. E posso sperare che Ella vorrà accordarmi un breve colloquio?
Nostradamus – (voce astratta) Enea, tapiro elettrico, l’Acheronte attraversato, la grande pista incisa strada per caviglie e ciance; l’occhiale stolto indaga la sapiente barba; bufera sindacale sul Giappone in crisi, oleosi balzelli, domeniche ingrugnite, barba di successo.
Perché mai avrò scritto queste fanfaluche? Mah, sono cose da lasciare leggere ai posteri, che ci vedranno tutto e il contrario di tutto; se non che ho l’impressione che codeste strofette in qualche modo mi riguardino. Chi sarà mai questo «tapiro elettrico»?
M – Senta, mio nobile e dotto signore, sono venuto da lontano per un breve colloquio col più fascinoso dei profeti moderni… Colui che predisse, presagì, indovinò e scrisse miracolosi, anche se oscuri, oracoli…
N – Oppure potrei scrivere a questo modo: Sbugiardato Caronte con la scossa, il tapiro senz’ali, con le antenne, offerta una bocca di metallo, insidie la barba e il cappello; presente, è assente; se retrocedo, intervengo nel colloquio tra di noi; Babilonia interroga Salon, passando per Torino, via Lessona. A Lima i grassi scendono dal tram. Dunque, dunque, qui c’è del mistero. Continua a leggere
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