A chi sgorga il sentito dall’orecchio
e scorre nelle notti:
a lui
racconta ciò che hai origliato
dalle tue mani.
Le tue mani migranti.
Non hanno cercato
di afferrare la neve verso cui
crescevano i monti?
Non sono discese
nel palpitante silenzo dell’abisso?
Le tue mani, le migranti.
Le tue mani migranti.
Da “Conseguito silenzio”, Einaudi 1998.
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.