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Ho pensato Oximoron per un amore condotto seguendo uno dei principi più importanti del surrealismo: la libera associazione dove ogni suggestione, anche sensoriale, apre la porta ad altro apparentemente lontano da un fulcro comune ma in realtà riconducibile all’unico perno possibile. Il perno è la mente co/decostruttiva dell’artista.
Ma la commistione evidente è quella con una matrice lirica, di pura bellezza nei rimandi. Una bellezza che, sovente, la logica perseguita nell’ostinazione di un racconto massificato (e tendente a sconfiggere la paura del caos con l’ordine cercato a discapito di tutto, bellezza inclusa) taglia, opprime, cancella o, tragicamente, schematizza.

Eppure non ci è dato esser divisi in compartimenti stagni: le nostre percezioni sono un tutt’uno di occhi, naso, orecchie e tatto; i nostri casi allagano i reparti tutti della della nostra esistenza. Rinnegare la sinestesia è rinnegarsi.

…Non lascerei nulla d’inventato se solo il turbante pigro smettesse la stretta dell’osso frontale: non è tiroide da sottogamba, è accumulo per il salasso, la tempesta, gli emblemi – . Fiorire sulla tempesta di emblemi è farti la pura fata fatta di sale che tutti adorano…

Un universo di immagini e sensi precipita ogni giorno in noi e ogni giorno noi, dilettanti della paura, provvediamo a cancellare tanta bellezza perseguendo un labile nesso logico come lume e sipario, demarcazione fra caos e realtà. Così ci facciamo guidare dal senso dato, dall’opinione comune, dalla distrazione che alterca chiassosamente in qualche luogo fuori di noi. Non ci concediamo la natura-caos, il noi-natura-caos veicoli di indiscussa bellezza.

Lasciarsi trasportare in un mondo che è soglia e si pone al limite della spiegazione culturale è un atto di coraggio. Vuol dire rischiare l’ “errore” se non si ha la fortunata intuizione che nega oggettivamente l’esistenza di un giusto e di un ingiusto a favore della dominanza percettiva dell’arte che si offre come concerto. Anche la scrittura può essere musica, Gian Paolo Guerini sa crearla e le sue partiture per lettere, se ascoltate, rendono il pubblico compartecipe di una nuova creatività nel momento in cui accetterà, senza nessuna paura, di interpretare, concedersi di sentire con tutto il corpo privo di barriere personali e/o culturali.
Immaginativa è la parola. Oltre le spiegazioni in fila e i cammini pieni di strutture e lessici spiegati-smembrati fino a ridurli anatomie scientificamente “date” a favore della nostra rassicurazione, la letteratura ha ancora mondi di autenticità da offrire.

…Ansimare cercando la combinazione adatta, nelle tue man, asfodeli vetri tetri di sonno – tersi nella promessa, bacio in mezzo al buio – di lampi spezzasigilli. Quel che sono qui, con pelle e voce soffocata, con questo amore, ben stretto allo sterno: che volevo scuoterti una notte, stringerti la carotide per sapere se sapremo, aggrappato a chiari guanti giocolieri. Fendere ogni boccata di fumo, pettinandolo come pioggia sui vetri, è lanciarlo sul sipario che cala…

Ma, al di là di qualsiasi (effimera) teorizzazione, Oximoron per un amore è struggente Bellezza.