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mi assopisco come un vecchio accanto al fuoco
col pensiero che arrotola le maglie
di pesanti imperativi
in mente mi germoglia acqua di canneto
ogni cosa prende polvere di tiglio
e s’infittisce
faccio finta
che le voci non escano da bocche arrugginite
che i capelli tutti bianchi conservino l’odore
delle tue carinerie che il tempo ha confiscato
come tremi col biscotto tra le dita
e la testa riversa su di un lato
faccio finta
d’ignorare la fine della storia
del suo eterno sibilare accanto ai nidi
e noi a redimere l’errore tra le lacrime
margherita, 14 maggio
maebasciutti ha detto:
Dolentemente composta, delicata. Mi piace questa poesia come altre che ho letto di te, apprezzo l’immaginativa e la bellezza di alcune immagini :
“col pensiero che arrotola le maglie
di pesanti imperativi
in mente mi germoglia acqua di canneto
ogni cosa prende polvere di tiglio
e s’infittisce”.
La compostezza non tanto formale ma contenutistica, anche.
Blumy ha detto:
mi ricorda tanto alcuni romanzi : La cattiva figlia di C. Cerati e altri che ho letto sulla madre quando è molto vecchia e …
ma tu sublimi tutti con le immagini, con la tua poesia dolente e, in alcuni punti, fresca come acqua di canneto …
marinaraccanelli ha detto:
faccio finta, due volte lo ripeti quasi a scandire un ritmo nascosto, segreto, che collega la morte con la vita, e i tempi della vita; faccio finta, e così si estrinsecano, con dolore tranquillo, le verità che, taciute, fanno ancora più male.
Immagini bellissime, Margherita (le maglie, il canneto, l’infittirsi delle cose): il controllo formale è maturità, nelle tue poesie, non certo frustrazione, e del resto lo si intuisce solo ad una lettura attenta, perchè i tuoi versi hanno una freschezza ed una spontaneità musicale, fluida – risultato di chi sente e riflette a lungo e in profondità, prima di raggiungere il verso
marina
margherita gadenz ha detto:
grazie, maeba, per esserti fermata. sono felice del tuo apprezzamento. che tu abbia sottolineato la ‘compostezza’ del dire
mi fa particolarmente piacere. è come se dentro il dolore, dentro l’ineleuttabilità delle cose,il muoversi ‘densamenteleggeri’ evitasse definitive lacerazioni.
margherita
margherita gadenz ha detto:
grazie del commento, blumy. forse la poesia permette, a volte, di sublimare un quotidiano difficile, spesso angosciante. è come se ne
levigasse le punte o lo sospendesse per il tempo che serve al nostro respiro
margherita
margherita gadenz ha detto:
grazie, marina, i tuoi commenti sono sempre ‘dentro’ le cose che scrivo. già ti ho detto di un nostro comune sentire. delle affinità che percepisco. a volte, per restare viva, affogo l’anima
in un mare senza onde. e rimango immobile.
margherita
marinaraccanelli ha detto:
Margherita, anche le tue risposte ai commenti sono poesie!
“a volte, per restare viva, affogo l’anima
in un mare senza onde. e rimango immobile.”
mi fai venire i brividi!
marina
cara polvere ha detto:
faccio finta/
due volte lo ripeti/
quasi a scandire un ritmo
nascosto/
segreto/
che collega la morte
con la vita
e i tempi della vita/
faccio finta/
e così si estrinsecano
con dolore tranquillo
le verità che, taciute,
fanno ancora più male/
***
come se dentro il dolore
dentro l’ineleuttabilità
delle cose,il muoversi
‘densamenteleggeri’
evitasse definitive
lacerazioni
***
sono sempre ‘dentro’
le cose che scrivo
di un nostro comune
sentire.
per restare viva
affogo l’anima
in un mare senza onde.
e rimango immobile.
***
forse la poesia permette
di sublimare un quotidiano
difficile, spesso angosciante
come se ne levigasse le punte
o lo sospendesse per il tempo
che serve al nostro respiro
eh già, brividi.
grazie.
paola