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mi assopisco come un vecchio accanto al fuoco
col pensiero che arrotola le maglie
di pesanti imperativi
in mente mi germoglia acqua di canneto
ogni cosa prende polvere di tiglio
e s’infittisce

faccio finta

che le voci non escano da bocche arrugginite
che i capelli tutti bianchi conservino l’odore
delle tue carinerie che il tempo ha confiscato

come tremi col biscotto tra le dita
e la testa riversa su di un lato

faccio finta

d’ignorare la fine della storia
del suo eterno sibilare accanto ai nidi
e noi a redimere l’errore tra le lacrime

margherita, 14 maggio