Non so cos’abbia di tanto comunicativo la fisarmonica che quando la sentiamo ci si stringe il cuore.
Le chiedo scusa, signor lettore, per questo inizio da gregueria. Non mi era possibile cominciare altrimenti un pezzo che potrebbe avere l’ovvio titolo di “Vita e passione di uno strumento musicale”.
Io personalmente, farei innalzare una statua a questo mantice nostalgico, amaramente umano, che tanto ha dell’animale triste. Nulla so di concreto della sua origine, della sua lunga traiettoria zingaresca, della sua irrevocabile vocazione di vagabondo.
Probabilmente ci sarà chi tenterà di salire lungo l’albero inutile di una complicata genealogia musicale fino a trovare, in non so quale ignoto punto della storia, il primo uomo che un bel mattino si svegliò con il bisogno impellente di inventare la fisarmonica.
A noi, signor lettore, nulla di tutto questo interessa.
Dobbiamo rassegnarci a credere che – come tutti i vagabondi degni di questo nome – tale strumento si sia presentato dinanzi ai nostri occhi stupefatti senza certifìcati di nascita e buona condotta.
Ha avuto – questo è indubbio – un’adolescenza dissipata, oscura, fitta di albe turbolente. I suoi migliori anni si sono dipanati nell’angolo anonimo, greve di vapori. di una taverna tedesca. […] Così, con questa implacabile lezione di umanità, ha continuato a cullare la febbre delle periferie, dispiegando il suo ventre in tutti i porti come qualsiasi incorregibile marinaio. Il valzer francese è passato per i suoi polmoni dicendo quel carico di tristezza, quell’irreparabile malinconia che riempiva di stelle gli occhi delle Mignon e della Margot.
La fisarmonica è sempre stata, come la nostra gaita, uno strumento proletario. Gli argentini hanno voluto imporle rango da salotto ma lei, nottambula inveterata, ha cambiato nome ed ha abbandonato i figli bastardi. Il frac non si confaceva alla sua dignità di vagabonda convinta. Ed è così. La fisarmonica legittima, autentica, è questa che ha preso la nazionalità fra noi, nella vallata del Rio Magdalena. Si è incorporata agli elementi del folklore nazionale accanto alla gaitas, al millos ed ai tamburi della costa. Accanto ai chitarrini di Boyaca Tiolima, Antioquia.
Qui la vediamo fra le mani dei giullari che vanno qua e là recando il loro caloroso messaggio di poesia. Qui indossa il suo vecchio abito da marinaio senza rotta. Poiché so che non le mancano nemici, ho voluto scrivere questo pezzo che ha un inizio e avrà una fine da gregueria.
Ascolti la fisarmonica, amico lettore, e vedrà con quale dolente nostalgia le si stringerà il cuore.
(Gabriel Garcia Marquez – da “Scritti Costieri”, Maggio, 1948)
(Foto di Bianca Madeccia)
frontespizio ha detto:
Il suono triste, malinconico e popolare di questo strumento, si ascolta ancora, raramente, tra i vicoli dei nostri paesi morenti. Peccato.
Un saluto di Buon Anno a via delle belle donne .
Michele
biancamadeccia ha detto:
Solo qualche notizia. Il campione del mondo di fisarmonica diatonica (organetto) ha 17 anni ed è italiano. In Calabria quest’estate ho scoperto paesini in cui molti sembrano suonare questo strumento, in alcuni bar, i camerieri lo tenevano dietro al bancone, e una ragazza in pausa (16 anni) tra un panino da servire e l’altro si spostava sulla panchina antistante per offrire ai passanti una pausa musicale. Ho anche scoperto che su youtube c’è un ‘giro’ di video di fisarmonicisti italiani nutritissimo. Insomma, tutto questo per dire che da noi, almeno a livello popolare, la fisarmonica vive e prospera. Saluti. B.
roberto matarazzo ha detto:
bellissimo elogio di uno strumento che fa venire la pelle d’oca per sensualità e per suono antico e che bella la foto dell’Amica Bianca: ha i colori sensualissimi di certo sud inondato dalla canicola mediterranea e mi associo all’amico michele per porgeVi i miei auguri creativi..
roberto
biancamadeccia ha detto:
Grazie per i complimenti Roberto, sei sempre generoso. Ti regalo questa bella interpretazione di “Libertango” di Richard Galliano.
http://it.youtube.com/watch?v=KOXVxoyZ8yo
domaccia ha detto:
bello scritto , grazie a Bianca per averlo postato: la musica “prodotta” dalla fisarmonica ha un che di particolare e struggente davvero…
( pregevole la foto di Bianca..)
Blumy ha detto:
è bella la fisarmonica, ed è vero che dentro il suo corpo c’è una carica di malinconia.
violaamarelli ha detto:
mi fa piacere sapere che la fisarmonica “resiste”..da ragazzetta avevo uno zio serissimo – professore di chimica – che la suonava, e di nasosto, mi mettevo incantata ietro la port ad ascoltarla..un caro saluto, Bianca, V.
marinaraccanelli ha detto:
la fisarmonica resiste, eccome…suona il tango (lì veramente dovrebbe frasi sostituire da un bandoneon, ma non importa, in musica le variazioni sono belle), suona armonie popolari non solo sudamericane ma anche balcaniche ed ebraiche, l’ho anche sentita suonare in modo strepitoso Rachmaninoff e Tchaikovsky da un ragazzo serbo diplomato al conservatorio di Trieste…che meraviglia!
marina
carlabariffi ha detto:
pensando a questo meraviglioso strumento mi torna in mente un film dove la fisarmonica impera, nel contesto di una storia dolcissima nel suo dipanarsi…
Pane e tulipani.
biancamadeccia ha detto:
Domaccia: questo pezzo di G.G. Marquez fa parte di una serie di cronache giornalistiche dai Caraibi, recensioni e altro scritte da un Marquez neanche 25enne, e raccolte in un primo volume “Scritti costieri” (che poi diventerà parte della più ampia “Obra periodista”). Grazie per l’attenzione.
biancamadeccia ha detto:
Carla: “Pane e tulipani”. Bellissimo film. In quel caso, la protagonista attraverso la fisarmonica ritrova emozione e un senso di vita 🙂
biancamadeccia ha detto:
Blumy: a proposito di ‘corpo’ della fisarmonica…
http://www.fisacromatica.net/fotofise/
biancamadeccia ha detto:
Viola: un bellissimo ricordo, e anche, scusa se mi permetto, un ottimo soggetto per un racconto…;-) Un abbraccio, Bianca
biancamadeccia ha detto:
Marina: è vero, la fisarmonica attraversa molte tradizioni musicali, balcaniche, ebraiche, mediorientali, sudamericane. In Italia è molto diffusa (sotto forma di organetto) in Calabria e in Abruzzo. Ma c’è anche Stradella, al Nord, cantata da Paolo Conte in una splendida canzone e patria della fisarmonica ‘doc’ nonché sede di raduni, convegni, gare di fisarmonicisti provenienti da ogni parte del mondo. Insomma, la fisarmonica è viva e lotta con noi 🙂 Un caro saluto.
Bianca
margheritarimi ha detto:
Un suono randagio e malinconico che affascina ed ammalia.
grazie bianca per questo pezzo
possiamo ascoltare:
http://it.youtube.com/watch?v=0JQeS-r2ipY&feature=related
biancamadeccia ha detto:
Grazie a te per il dono musicale Margherita…Un caro saluto
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