Spingo la porta e mi ritrovo in un salone, addobbato con festoni di carta colorata, tra persone che parlano, ballano e mangiano.
In un angolo, un gruppetto di uomini beve e canta:
“ Quindici uomini… quindici uomini… sulla cassa del morto… .”
Mi rendo subito conto che sono alticci, volto loro le spalle e mi avvio verso una pedana ricoperta di paglia che mi ricorda la stalla del presepio. Sopra c’è un asinello; cerco la capanna, ma non la vedo.
Ai piedi dell’animale noto, invece, un brillio.
Mi chino e, con grande meraviglia, mi accorgo che si tratta di monete d’oro. Ne raccolgo una.
Mentre la osservo, passandola da un palmo della mano all’altro, avverto dietro di me la presenza di una persona.
Impaurita, mi giro di scatto e incontro gli occhi sorridenti di mio nonno. Lo abbraccio felice. Nonno Cesare è un mito. E’ sempre disponibile a scorrazzarmi in bicicletta per le piazze dove andiamo a dare da mangiare ai piccioni.
Insieme continuiamo a curiosare nel salone per scoprire chi c’è e come viene festeggiato il Natale.
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