Risolto l’ultimo mistero nella vita di Leonardo:  svelato il periodo più oscuro tra settembre 1481 e aprile 1483

Valeria Botta racconta il periodo più oscuro della vita di Leonardo, svelando i segreti che lo hanno accompagnato e l’enigma irrisolto della Gioconda

La vita di Leonardo da Vinci (1452-1519) è documentata dagli appunti che lui ci ha lasciato, dai suoi contratti di lavoro, dalle testimonianze dei contemporanei. Dei diciannove mesi fra la fine del settembre 1481, data in cui è registrato a Firenze l’ultimo pagamento per l’Adorazione dei Magi (opera rimasta inspiegabilmente incompiuta), e il 25 aprile del 1483, quando a Milano l’artista firma il contratto per la Vergine delle Rocce, non c’è traccia. Questo vuoto l’autrice Valeria Botta colma con l’immaginazione propria del romanzo e l’accuratezza tipica dello studio più approfondito, donandoci un vibrante Leonardo che vive avventure che rispecchiano il suo carattere, la sua personalità e il suo modo unico di guardare il mondo.

In questi mesi fondamentali e oscuri, che segnano il passaggio dalla giovinezza alla maturità, dall’insuccesso al successo, Leonardo viaggia, ha un enigma da risolvere, vive l’accettazione della vertigine che un futuro lungo e indefinito suscita. Proprio a questa accettazione Leonardo approda: farà il pittore. Andrà a Milano e comincerà a edificare la leggenda del proprio genio.

Ma Valeria Botta, nel suo romanzo “Leonardo nascosto” (Fermento 2006 – € 14,00 – 264 pagg.), presentato da un’intensa introduzione dello scrittore e giornalista Pietrangelo Buttafuoco, propone altri due elementi di assoluta originalità: il titolo dei capitoli, scritti dallo stesso Leonardo; e una nuova ipotesi sulla vera identità della Gioconda. Per la prima volta nella storia della letteratura vengono utilizzati i dieci titoli che Leonardo ha appuntato su un foglio del Codice Atlantico per un romanzo che non ha mai scritto. Dieci titoli straordinariamente visionari: da “la predica e persuasione di fede” a “la subita inondazione insino al fine suo”; da “la morte del popolo e il suo pianto e disperazione” a “la caccia del predicatore e la sua liberazione e benevolentia”. I dieci capitoli segnano la strada e sono l’indice del romanzo, che di un viaggio narra: un viaggio per misurarsi col passato e scioglierne i nodi; un viaggio verso l’ignoto in quanto, fondamentalmente, viaggio verso il futuro.

Il volto soave, enigmatico di Monna Lisa potrebbe appartenere a un cadavere. È la suggestiva ipotesi di Valeria Botta, che nasce dall’intima conoscenza che l’autrice ha del genio di Vinci, circa la controversa identità della Gioconda.

Questa tesi scandalizza e affascina contemporaneamente. Molti sono infatti gli indizi che la avvalorano. Primo: non c’è traccia nei documenti di Leonardo circa l’identità della misteriosa figura femminile, non ci sono bozzetti preparatori, né appunti su eventuali compensi. Secondo: l’artista non ha mai consegnato il quadro al committente, se mai ci fu committente, e non si è separato da esso fino al giorno della sua morte. Terzo: il volto e le mani di Monna Lisa, a ben guardare, appaiono gonfie come quelle di un cadavere. Quarto: il volto è incorniciato da un velo nero trasparente e l’abbigliamento è sobrio e assolutamente privo di gioielli. Insomma ci sono elementi sufficienti per aprire nuovi scenari negli studi su una delle opere più esaminate e celebrate al mondo.

“Ha tenuto Monna Lisa fino al suo ultimo giorno – sostiene Valeria Botta – per poter sempre aggiungere una pennellata, una lieve carezza che ogni volta si riproponeva d’avvicinarsi all’infinito. Credo che sia questo il motivo per il quale Monna Lisa ci affascina tanto: perché è una via sospesa verso l’assoluto”.

 

Ufficio Stampa:

Lucia Occhipinti

329 6251055

06 5041315

lucia.occhipinti@fermento.net

http://www.fermento.net/