Un paio di settimane fa nell’attesa che atterrasse un aereo ho comprato un libro, Mara e Dann di Doris Lessing – Fanucci editore, 2005. Un bel librone di più di 500 pagine che mi è costato poco, appena sette euro e novanta, e che ho finito di leggere in soli tre giorni. Le prime cento e più pagine sono quasi prive di dialoghi, i personaggi presenti: i due/tre protagonisti e le figure di contorno, il cattivo di turno, il popolo delle grotte. Molte sono le descrizioni di desolati paesaggi, di pozze d’acqua secche, di fango rappreso, di case con i tetti in paglia, di scorpioni giganti, di pochissime radici gialle trovate sottoterra, di ossa d’animali morti migliaia di anni prima e portati alla luce da improvvise piene di fango, che come improvvisamente arrivano improvvisamente spariscono, di resti di antiche civiltà scomparse di cui si è perso il ricordo. E pur tuttavia il romanzo non stanca e le pagine te le leggi e ti scorrono davanti agevolmente e piacevolmente. Nelle pagine successive il romanzo continua fra descrizioni di avventure e di vicissitudini, fra sventure e avversità, fra colpi di fortuna e coincidenze sfavorevoli, fra una miriade di personaggi, tantissime persone vaganti o stanziali, buone o cattive, ricche o povere, di tutte le razze e di tutti i colori, uomini mostri, uomini fantocci, uomini rimasti uomini. Romanzo appassionante ed epocale, fantastico, una sorta di fiaba che racconta la storia di Mara e Dann e di tutta l’umanità, la storia della lotta per la vita. In un mondo dove esiste e resiste fortemente la differenza razziale, in un mondo violento, in un mondo assetato e affamato, in quel mondo del futuro ma ricaduto nel passato, vive l’umanità dolente costituita non più dall’uomo moderno ma neppure dall’uomo del passato, l’uomo ha perso la propria identità, vaga incosciente fra relitti meccanici che non sa più usare, manca l’energia necessaria a farli funzionare o si è perso il ricordo del loro funzionamento e della loro funzione. Un mondo nel quale la terra matrigna non dà più frutto, dove gli animali da latte si succhiano per fame le loro stesse mammelle, un mondo dove le lotte fra gruppi diversi, fra razze diverse, sono la normalità, un mondo dove però si fa ancora uso del papavero che dà l’oblio. In questo mondo stravolto si muovono i protagonisti di questa storia. Mara e Dann, due fratelli, un uomo e una donna, che vogliono, che devono, tornare al nord da dove si è venuti, da dove sono stati strappati. Un ritorno alle origini. Sono nel futuro e vogliono tornare al passato, in quel mondo che neppure ricordano ma dove sono certi ritroveranno la propria identità e la propria umanità. La meta agognata alla fine si rivela non essere quella sperata, infatti, arrivano in un “Centro- Regno” dove vivono due vecchi coniugi che hanno consumato la loro esistenza nell’attesa dell’arrivo dei due giovani, i due principi, gli unici sopravvissuti alla strage della loro stirpe, affinché essi possano congiungersi, generare e rigenerare, riconquistare e ricostruire quel regno cosiddetto civile, quella società dove vigeva la schiavitù e regnavano i sovrani. Il centro è pieno di musei e reperti andati ormai in rovina, di un sapere che non si riesce più a comprendere. Così i due fratelli scappano e scelgono di vivere in una fattoria assieme ad altre persone che da soldati si sono trasformati in agricoltori, fra le quali le persone di cui Dann e Mara si sono innamorati, novelli Adamo ed Eva in un nuovo eden, una fattoria dove si può ricominciare a vivere e riscrivere una nuova storia. Mara e Dann sono andati avanti pieni di fiducia, si sono persi e poi ritrovati, hanno combattuto con caparbietà i mali della terra, loro due, simili ma diversi, ognuno con le proprie caratteristiche, con la propria personalità. La storia più antica del mondo, così la descrive nell’introduzione Doris Lessing, infatti non c’è civiltà che non abbia già scritto una storia simile: fratello e sorella, uomo e donna, parti di una sola unità. Insomma una bella favola, ci sono tutti gli elementi di una storia che soddisfano un comune lettore: i protagonisti che si salvano e la sconfitta dei personaggi cattivi.
” Il clima della Terra è cambiato. Il nord è coperto completamente dai ghiacci, e gli uomini si sono rifugiati al sud, caldissimo e secco. Mara e Dann, due fratelli di sette e quattro anni, vivono in Africa, che ora si chiama Ifrik. Soli e dispersi, rapiti dalla propria famiglia, vengono accolti da una donna gentile e affettuosa, ma la loro nuova esistenza è difficoltosa: la fame, la sporcizia, il pericolo accompagnano costantemente la loro vita. L’aridità e il fuoco distruggono la casa adottiva, e i fratelli sono costretti a spostarsi, ad affrontare l’ignoto, a misurarsi in una serie di avventure che li condurrà in un mondo completamente diverso, dove iniziare a scoprire di nuovo la vita, dove vivere di nuovo. (Dalla scheda su Ibs)”
Doriana ha detto:
La terra ridà la vita e la forza di vivere. Lo scenario sembra molto poco futuro e assi presente, meno assai meno quel magico incontro, dove i guerrieri si si sono fatti agricoltori e vissero felici e contenti.
Un po’ un giallo, color ocra, che diventa un rosa screziato di righe bianche. Due tre lacrime, tanto così, per piangere quello che non è stato, e che non sarà mai se non la medicina che fa tanto bene, la favola per noi bambine, che aspettiamo un principe che ci porti via lontano, magari anche nudo e tremante.
Ciao Antonella e ben tornata dal tuo “viaggio”…
roberto matarazzo ha detto:
ma che interessante recensione hai saputo scrivere antonella!
roberto
lucetta ha detto:
ci sono libri che non vale più la pena di leggere dopo averene letto la recensione.Se questa è esaustiva e sa comunicare pienamente l’essenza del libro. Insomma, si è in bilico, se decidersi a comprare il libro o non comprarlo più. Questo è quanto mi accade dopo la tua recensione…
un abbraccio
lucetta
lucetta
Blumy ha detto:
già (d’accordo con Lucetta) anche perchè è un libro che ho adocchiato l’anno scorso ma che mi ha disarmato per la lunghezza (io non ho ancora capito come fai, Antonella, a lavorare a casa, lavorare fuori di casa, gestire due blog, leggere libri lunghissimi e scriverne numerosi : ma che sei una maga ? 😯 ) .
Antonio Fiori ha detto:
Da quanto dice Antonella e da quanto leggevo e leggo su Doris Lessing, questo Nobel è da includere nell’elenco di quelli ‘meritati’ davvero. Sul Nord come origine, da cui provendono e cui anelano i due protagonisti, segnalo un bel saggio edito da Donzelli nel 2005 : Peter Davidson, L’idea di Nord.
Antonio
marinaraccanelli ha detto:
carissime tutte, non fatevi scoraggiare dalla lunghezza, Doris scrive in un modo che è quanto mai vispo e suadente e appetitoso, questa almeno è l’idea che me ne sono fatta leggendo “Il diario di Jane Somers”, libro che parla anche di cose tristissime, eppure va giù in un fiato. E’ una scrittrice che emana energia e voglia di vivere. Non so se in altri libri cambia stile, confesso la mia ignoranza, bisognerebbe aver letto almeno “Il taccuino d’oro”, così dicono…ma a me non importa, leggerò invece “Mara eDan” perchè Antonella me lo ha fatto amare e mi ha incuriosito – il suo modo di presentare le opere è quanto mai nitido, suggestivo e invogliante.
Marina
Giulia ha detto:
Ho letto questo libro e non ho perso quasi nulla della Lessing… Bella la tua recnsione, Giulia
antonellapizzo ha detto:
Confermo quello che dice Marina, si legge in una maniera incredibilmente facile. Marina perchè non ci parli del libro che hai letto?
Blumy faccio quello che posso, posso farlo perchè non ho bambini piccoli per casa e quel po’ di tempo che ho lo dedico a ciò che mi piace più fare, tempo a mia disposizione però ne vorrei di più per esempio per rispondervi ad uno ad uno (e ringraziarvi) invece mi devo limitare a fare un ringraziamento veloce e fare un commento affrettato. il libro se potete leggetelo, costa poco e si legge facile. comunque io ho parlato molto genericamente, c’è dentro molto di più di quello che ho detto io. un saluto a tutti e ancora grazie. antonella
domaccia ha detto:
anche io penso che tu , cara antonella, sia abile – oltretutto, nel fare recensioni…
Blumy ha detto:
ho letto anch’io, molti anni fa, Il diario di Jane Somers e, forse, qualche altra cosa della Lessing, ma Il diario mi è rimasto nel cuore e ricordo di aver pianto, leggendolo, perchè mi toccava da vicino …
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